Oggi sono alle prese con questo dilemma.
Credere nelle proprie idee (oltre che averne) credo sia importante, e ha a che fare con credere in noi stessi. Ma se non sono capace di farlo comprendere ad un altro a che serve. Sembra quasi che non ci sia scelta tra meglio soli ma convinti che in compagnia di chi non approvo?
HELP
mi pare che senza pensare sia impossibile avere coscienza di esserci. Il problema se mai è di quante idee uno ha e qual’è la fonte.
Già questo può tenerti occupata per un po’; anche Amleto aveva qualche dubbio, e anch’io, quindi vedi che comunque sei sempre in compagnia, se mai devi districare il problema delle frequentazioni abituali. Io sceglierei quelle con cui mi sento bene.
j.
Beh direi che già nell’avere ragione ci sta dentro la voglia di essere capiti. Senza il contatto con gli altri, senza la comunicazione non ha senso avere ragione. Da solo, isolato dal mondo, non ha nessun senso che io abbia ragione o no, anche quando siamo da soli fisicamente pensiamo le nostre idee sempre riferendoci agli altri punti di vista. Dunque non vedrei le due cose troppo separate.
Comunque Anna ti sei infilata in arrovellamenti filosofici niente male! cos’è? ti hanno messo in isolamento?
Massimiliano
Si, mi hanno messo in isolamento affettivo, ma siccome gli altri sono sempre più buoni di quanto io lo sia con me, è più giusto dire che mi sono messa in isolamento. Gli altri mi rimproverano ma mi vogliono bene o pensano di non farmi male dicendomi delle cose, addiritura credo che alcuni pensano di aiutarmi. Io invece ho già una pessima opinione di me, allora mi isolo, non per punirmi per evitare di dar fastidio, di innervosire o dispiacere o intristire perchè mi sembra di limitare i danni che faccio con la mia incompetenza, Che incompetenza? Quella di stare al mondo come dio comanda, quella di amare e farsi amare senza stare sempre a chiedere dimostranze e modi che mi appartengono. Senza rovinare tutto sempre con i miei porci e comodi desideri sempre in prima fila. Oggi vorrei fosse possibile sparire, come fanno le bolle di sapone, come un incantevole magia. Senza spargimento di sangue o detersivi, senza corpi che rimangono a sottolineare la sofferenza di chi rimane, senza il non senso che lascia una morte, senza l’ingombro che provoca un essere umano incoscente e incapace di intendere e volere… Invece sono qua nel brodo puzzoso di un letto troppe volte rigirato, un corpo pesante e invadente nulla di simile a una bolla di sapone.
La mia anima è rimasta indietro: stamane al risveglio non l’ho più trovata, ho guadato dappertutto, in ogni email e in ogni pagina dei miei libri, ne ho trovato una traccia in un bicchiere sporco di rosso scuro, l’ho bevuto pensando di seminarne un indizio, è arrivata acida una goccia nello stomaco, ho iniziato a vomitare via quella goccia e il pianto ha cominciato a scorrere fuori con il vino della sera prima. Vuota come un palloncino rosso di qualche compleanno fa. Straccio di quella che fui e che domani sarò ancora: è questa la tragedia
Anna dì, ma chi c’è nella foto?Secondo me dovresti fare le cose che ti divertono e lasciar perdere ‘gli altri’.e occupare il piccolo spazio che ti è riservato a questo mondo, come a ciascuno di noi.La prima considerazione da fare è che esistere è un dato di fatto, non c’è niente da dimostrare e poi che non ci sono ricette, veniamo al mondo senza istruzioni per l’uso. Da che come esseri umani siamo animali sociali, considera per un po’ l’aspetto animale (che non è di per sé un insulto) e prenditene cura come faresti per un fanciullino che ti è stato affidato.Se il corpo ti pesa, esci dal letto e cammina (hai provato con la danza e la musica?)Non ci sono troppe difficoltà a svanire, data la fragilità umana, ma se poi c’è qualcosa che non sapevi e ti sei persa? Se poi all’anima affogata in un bicchiere sporco di rosso scuro non piace il colore, prova col bianco, o la birra, la menta, la liquirizia, trovati un colore più confacente all’umore. Potresti anche provare ad assaggiare tutti i tipi di tè per capire la differenza di gusto e di sfumatura. Se da ubriaca fai schifo a te stessa, figurati agli ‘altri’, che si vedono riflessi nel tuo viso.
Dato che del doman non c’è certezza, prova a esser lieta e, , come disse Rossella per metter la parola ‘fine’ a Via col vento, domani è un altro giorno.
Vedrai che poi gli ‘altri’ ti cercano, magari anche solo per curiosità.
Non c’è niente di più noioso e fastidioso negli ‘altri’ che la ripetitività e la monotonia, oltre che il compiacimento delle proprie debolezze.
Gli ‘altri’ ti evitano perchè non gli fai spazio nella tua ‘anima’.
Se chiedi ‘help’, apri l’uscio e togli le barricate.Non serve lanciare appelli all’universo, se ti guardi intorno vedrai che c’è qualcuno che ti sta vicino e che può darti un piccola spinta, anche materiale, per riprendere coraggio.
Ciao
j.
La foto nell’avatar di Anna credo sia un’immagine del grande Andrea Pazienza… e chi non sa chi sia può abbandonare la lettura di questo blog! …ok ho esagerato: chiedete pure e vi sarà risposto.
Hey Anna ci sei ancora? se la risposta è sì significa (come sempre) che il nostro lagnarci non serve a un cazzo se non a noi stessi e che (anche questa volta) non sei evaporata o scoppiata nel nulla come una bolla di sapone, nel modo leggero che speravi. Cavoli! nemmeno un corpo vuoi lasciare? il tuo corpo prende troppo spazio nel mondo? ora: o ti senti veramente immensa, ingombrante, o senti il mondo molto piccolo oppure ti detesti a tal punto da non meritare un posto nel mondo, in mezzo agli altri. Può capitare, è una cosa che ho provato anch’io ma oggi mi rendo conto che è un’idea un po’ paracula. Mi spiego: intanto il tuo posto ce l’hai, ti è stato dato con la vita e poi diciamo tanto di voler scomparire però ci agitiamo e sbracciamo continuamente per avere altre attenzioni, per dare nuova vita al nostro cuore affamato di affetto. Il tuo spazio te lo sei preso qui, in mezzo a noi, per esempio. Fai domande, cerchi risposte, affermi la tua esistenza e la tua voglia di essere e questo vuol dire aver voglia di vivere…alla fine.
Poi ti dico per esperienza Anna che i periodi in cui si vorrebbe sparire finiscono e dopo è bello esserci. La nostra condanna è il tempo.
Cara Anna, per fortuna non si sparisce, per fortuna anche il nostro corpo ingombrante per quanto può diventare polvere nella memoria rimane, per fortuna un giorno nella nostra cinicità esplode un raggio di sole, il cuore batte di nuova frenesia, un/a altro/a uomo/a appare, uno che ha i solchi che abbiamo anche noi, anche lui è sopravvissuto all’incredibile leggerezza delle bolle di sapone, anche lui ancor e nonostante è qui che si dimena, e Andrea Pazienza è solo una magnifica e difficile ruga sul viso, con cui fare i conti, con cui elaborare un sorriso.
Una bolla di sapone! Andrej dice che non vuole perdere più nulla: attenzione sembra che chi non ha niente è perchè non ha mai perso niente: ecco perchè non si ha …perchè non si perde!