Archivio per luglio, 2010

Quasi…

Pubblicato: 30 luglio 2010 da massitutor in laboratorio

cartello

Il blog Asfalto si butta dentro alla pausa estiva stremato da tutte le botte ricevute quest'anno. Al momento non so se e come riusciremo a ricominciare a lavorare ai primi di settembre: dopo gli amici che ci hanno lasciato, i tagli che hanno azzerato i Laboratori, l'indifferenza generale e adesso questa assurda tragedia che ha coivolto un nostro caro amico. Forza Simone! Non possiamo che sperare, con tutte le nostre forze.

Intanto cerchiamo di fare cassa: vendiamo al miglior offerente il blog Asfalto così com'è, in modo da poter riprendere con entrambe i laboratori, qui nel Centro diurno di via del Porto. Forse, in agosto, potrebbe succedere qualcosa sull'omonimo gruppo su Facebook… per chi sarà connesso.

mensa
Da lunedì 2 Agosto alla mensa del Comune di via del Porto non verranno più distribuiti contorni e frutta a causa dei tagli previsti per il sociale.
Mi chiedo come si faccia a tagliare i viveri a persone che fanno anche un solo pasto al giorno, questo governo pensa che colpire le classi sociali più deboli sia redditizio e, dopo la chiusura del laboratorio artistico che dava sostegno e cultura ad emarginati, si arriva ad attaccare il sevizio più essenziale per la sussistenza dei meno fortunati.
Questa è l'ultima mossa di questo governo che, coi suoi tagli alle Regioni ed ai Comuni, ha già messo a casa assistenti sociali ed operatori che avevano un ruolo essenziale per la comunità.

Che due maroni lasciatemi vivere

Pubblicato: 28 luglio 2010 da massitutor in amore, arte, libertà

homeless_cartelloSolo dopo un fastidio a me recato in un momento che volevo bene a una persona, un mio momento di divertimento disturbato da voci ingiuste e non vere, questa poesia è uno sfogo di quando una persona si arrabbia  e si sfoga scrivendo, a ricordare un mio momento passato con i miei amici a Reciago una delle nostre tante mete di tutta la compagnia di allora, con i nostri canti e chi suonava la chitarra. Ma si, va là, ormai l'ho scritta e ho deciso di scriverla qui su Asfalto.

Due stelle quasi uguali brillavano
nella stessa situazione…..

ma per lui che gli voleva bene
eran solo parole che gli facevan male.

Se la gente si facesse i cazzi propri,
io sotto la luna riuscirei a cullarla
da tanto che gli voglio bene….
Ma se le dicerie di altri son per farmi male,
allora come posso
e ogni volta mi tocca ricominciare

Lasciatemi vivere questo mio amore
in silenzio ho bisogno di riflettere
di pensare.

Vorrei lei amare ma non posso
è una spada che mi trafigge senza colpe
lasciatemi vivere, spezzerò certe catene
è sarò libero di amare
come di volare insieme a lei
in tutti quei momenti che vorrò.

Perchè dica quel che si dica,
ma al  cuore non si comanda,
sopratutto quando è amore
e io voglio bene a lei.
Lasciatemi vivere questo mio amore
in silenzio ho bisogno di riflettere e pensare.

vorrei lei amare, ma non posso
è una spada che mi trafigge il cuore senza colpe

Lasciatemi vivere spezzerò certe catene
e sarò libero di amare, come di volare
insieme a lei

Se la gente si facesse i cazzi propri
cosa che forse fra millenni succederà
allora tornerò ad amarti e sarò più sincero anch’io
ma son sicuro che non succederà
crollasse la diga di Suviana.

e poi arrivò una voce improvvisa
caro muoviti che sono tutta un colabrodo
scusate il passo depongo la penna e infilo lo spadone

e così si concluse questa storia…. chiudere il sipario prego .

Nell’interland napoletano è nata una nuova webTV Progetto web editoriale a cura dell'Associazione Culturale PartNet – N° zero.

la mia strada Tv_per blog

La prima web Tv georeferenziata www.lamiastrada.tv nata da un'idea di Salvatore Sparavigna, dedicata agli esclusi e a chi voce non ha, cittadini che proprio in strada vivono e subiscono i torti della società.

E’ affiancata da operatori delle varie comunità di assistenza (sociologi, psicologi, terapisti, assistenti sociali) che fanno da collegamento tra la redazione e i protagonisti delle storie: senza fissa dimora, alcolisti, usurati, vessati. Gli operatori sono in sintonia con programmi di recupero e di re-inserimento già avviati dai sevizi sociali, offrendo la possibilità di affiancare i redattori durante lo svolgimento di servizi e interviste. Un modo, tra l'altro, di restituire la dignità di essere umano a chi se l'è vista calpestare o rubare.
La particolarità di questo sito, sta nella mappa interattiva (da qui il termine georeferenziata) di Napoli e dintorni, che ad ogni suggerimento di categoria, mostra dei punti di riferimento ai quali sono associate delle interviste inerenti all’argomento.
Vi si possono trovare dei video con interviste molto ben fatte anche a personaggi influenti, interviste che riguardano fatti di camorra e malcostume comune
Ci sarà la possibilità di accedere ad una redazione mobile in diretta con un camper-studio televisivo mobile che monitorerà il territorio.
Le adesioni a questo progetto sono:
COMUNE DI TORRE ANNUNZIATA
CENTRO LA TENDA
F.N.S.I. – Federazione Nazionale Stampa Italiana Sezione della Campania
U.N.C.I. – Unione Nazionale Cronisti Italiana Sezione della Campania
Con il patrocinio del Comune di Napoli

Chi è interessato e crede di poter portare il suo contributo con foto, interviste, immagini, testi può documentare e denunciare collaborando con la redazione all’indirizzo redazione@lamiastrada.tv

L'aeroplano a remi

Pubblicato: 10 luglio 2010 da massitutor in alkoliker - il diario, libertà, viaggio

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L'ultima grande follia di Gian parte dalla carlinga di un piccolo aerolpano recuperato presso il campo nomadi di corso Bernini alla periferia della città.

Un progetto durato tre anni, voluto, progettato e portato a termine con paziente caparbietà. Gian vive da anni in strada, un insospettabile giovanotto con gli occhi azzurri, viso sereno e abiti sempre puliti.

Tre anni fa mi disse  che avrebbe voluto continuare il suo percorso di senza dimora sull'acqua, all'epoca non sapeva neppure nuotare e alcuni gioni per il secondo anno consecutivo ha posato sulle acque del Po la sua barchetta a vela realizzata con la carlinga di un monoposto.

Cocciuto, caparbio e inamovibile come una montagna di granito, mese dopo mese in questi anni ha portato a termine la sua follia.

Prima imparando a nuotare e poi frequentando un corso di vela dando poi gli esami in mare aperto.

I primi mesi girava con una cartellina piena di bozzetti ed ipotesi più o meno realizzabili, come ad esempio "La barca a vela ibrida". In cui Lui immaginava di inserire una sorta di bicicletta per i movimenti a terra. Folle! Tanto i bozzetti non dicono mai di no.

Immaginare che la carlinga di un aeroplano progettata per sostenersi con l'aria possa dare gli stessi risultati sull'acqua è una faccenda da sciocchi, ma Gian appartiene ad razza di uomini particolare, di quelli che non rinunciano ai sogni.

Su  questa piccola barchetta a remi ha voluto anche montare una vela, tutti gli studi sulla stabilità, l'aerodinamica che normalmente tengono in acqua barche e navi qui sono andate a farsi benedire lasciando spazio al gioco e alla fantasia di Gian.

Un pochino avrebbe dovuto impararlo sulla sua pelle quando lo scorso anno si procurò una brutta ferita alla gamba e fu ripescato dal fiume con una draga, facendo peraltro una figura da fesso di quelle che non si dimenticano facilmente. Essere ripescato in un giocattolo per adulti da cento chili è difficile persino da immaginare. Forse avrebbe potuto morire eppure senza i suoi sogni sarebbe già morto da tempo.

E' quasi una settimana che viviamo sulle rive del Po, lui si sposta con l'aeroplano a remi, io lo affianco lungo la costa, spostamenti brevissimi, qualche centinaio di metri. La scelta della riva ovviamente tocca a lui, il criterio credo che dipenda da come gli gira la pancia in quel momento. L'ideale è sempre quello di trovare una fontana nei paraggi per fare da mangiare, lavare i panni e lavarsi.

Per quel che mi riguarda quando ho avuto una casa la doccia la usavo come sgabuzzino per le scope e niente più. Gli alberi e il vento non si scostano se puzzi.

Il primo anno del folle progetto dell'aeroplano a remi fece un corso di canoa, imparò a nuotare quel tanto da non affogare e poi partì dal Piemonte in canoa, percorse tutto il Po, entro nell'Adriatico, girò a destra e scese fino a Riccione lungo la costa, ci mise circa quaranta giorni.

Parti quasi senza un soldo, la sera attraccava, scavalcava l’argine scendeva in paese a chiedere qualcosa da mangiare. Lo abbiamo visto tornare abbronzato e pieno di storie da raccontare. Inizialmente pensavo  che viaggiare senza soldi fosse impossibile, poi ascoltando Gian mi sono reso conto che la chiave di tutto era quella di imparare a chiedere mettendo serenamente in conto che qualcuno avrebbe detto di no. Tanto semplice quanto impossibile per la maggior parte dei viaggiatori. Ancora oggi fatico a chiedere qualcosa, eppure quando lo faccio la risposta è quasi sempre positiva.

Un analista mi avrebbe scucito qualche anno di appuntamenti settimanali per arrivare alla stessa conclusione.

Questa riva sta diventando un inferno, anzi ho il serio sospetto che lo sia.

Questa mattina eravamo seduti sulla riva e mentre aspettavamo che il caffè salisse, ci scorre davanti una barcata di giovani femmine, una canoa a otto posti. Atletiche, toniche, abbronzate. Otto Madonne con in remi in acqua, appare e scompare nell’arco di pochi secondi, quanto basta a scombinarti la giornata. Sono volte in cui mi chiedo “Ma che cazzo ci sto a fare qua

Senza parlare della passeggiata lungo la riva. Femmine, femmine che corrono avanti e indietro vestite come le modelle del Postalmarket.

Ed è allora che  mi convinco di essere all’inferno degli uomini che in qualche vita precedente maltrattavano le mogli.

LA GAZZETTA DELLO SQUATTER

Pubblicato: 10 luglio 2010 da massitutor in assistenze e bisogni, comunità, felicità, libertà

tuttosquatCon la brutta aria che tira di questi tempi ci è sembrato utile segnalare una realtà italiana (in questo caso di Torino) che da anni svolge l'importante compito di informare il pubblico su quello che accade nel mondo delle occupazioni, da quelle che si fanno per combattere la sempre più grave emergenza abitativa nelle città italiane a quelle che reclamano spazi da dedicare alle più svariate attività al di fuori delle soffocanti logiche di mercato.
Parliamo di TuttoSquat, un tempo stampato e distribuito dallo stesso circuito delle "fanzine" solitamente dedicate alla musica "contro" e oggi in versione esclusivamente on-line ma da sempre voce di tutti quelli che amano prendersi con le proprie mani ciò che ritengono appartenergli, in sommo spregio di  speculatori edilizi, sceriffi di quartiere o padroni non certo disinteressati.
In barba alle sempre più numerose defezioni che colpiscono tutto il panorama editoriale delle voci "dal basso", una presenza gradita e continua nel tempo che consigliamo vivamente di andare a conoscere sulla home-page all'indirizzo http://tuttosquat.net/.
Buona occupazione a tutti!!

Dedicato a quelli che se ne vanno

Pubblicato: 8 luglio 2010 da massitutor in alkoliker - il diario, viaggio

Questo video del mio amico Stefano "Bici" Bruccoleri non racconta una storia, ma rappresenta uno stato d'animo. Non un elogio della fuga, ma la leggerezza di quei momenti nei quali non hai più molto da perdere e la vita è veramente solo il nastro d'asfalto che c'è davanti.

susa way

"Un'ora scarsa per montare le borse sulla bici e Via. E così termina la vita di presidio durata poco più di due mesi. Straordinaria, intensa, troppo intensa"

Stefano Bici

Nelle case di legno

Pubblicato: 7 luglio 2010 da massitutor in pensieri in libertà, sogni

Questa poesia  l'ho scritta tanti anni fa ero ancora a scuola e avrò avuto si e no 7 anni frequentavo la seconda elementare a Valbona dove eravamo inseriti anche noi ragazzi del patronato san Vincenzo di Sorisole, in un giorno che non avevo tanta voglia di scuola ed ero in un mio momento evasivo, la mia maestra si accorse e mi chiamò alla cattedra e me la fece leggere il giono dopo mi regalò una bellissima macchinina.

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NELLE CASE DI LEGNO

Soffiavano i veti freddi di Siberia
mentre tutti erano nelle case di legno.

Nella prima casa un camino acceso
e due vecchi che guardano la televisione
criticando la nuova generazione.

Nella seconda casa un padre che sgrida la figlia
e gli dice "scavati da quell'uomo, quell'uomo non è per te"

Nella terza casa due giovani innamorati
che se la dicono lunga sul cosa si deve scrivere
in via del tema dell'amore,
poi quel che non si sa lo si scoprirà su un vocabolario
e saranno parole nuove, nuove e forse
tutte d'amore.

Nella quarta casa il solitario pensante
davanti al suo vino, che ha sposato da un pezzo
ogni bicchiere è una discussione, nella testa la sua confusione,
confusione ribelle, come ribelle diventerà la sua lucidità.

La quinta casa è la mia,
tra una pipa che fuma e la luna che vedo fuori dalla finestra,
ho poco e mangio la solita minestra,
mia moglie che amo davvero, è vicina
praticamente abbracciata al mio petto
mi tira un pelo per dispetto,
poi facciamo l'amore poi facciamo l'amore.

Soffiavano i venti  freddi di siberia,
mentre tutti erano nelle case di legno,
nelle case di legno, nelle case di legno.