Archivio per ottobre, 2006

Questo post è dedicato a chi crede che vivendo in strada e mangiando ciò che si trova si perda l’abitudine al buon gusto e alla buona cucina.  Più che altro ci si dimentica spesso che un panino con il prosciutto, con la mortadella, o con qualsiasi affettato a piacere costa circa un quindicesimo di una busta di roba o di coca, che una pizza prosciutto e gorgonzola ne costa circa un decimo di meno e così via, una busta costa circa 30 euro, un panino in certi posti due euro, a voi i calcoli….stesso discorso si potrebbe applicare all’alcool dove una latta di birra fatta colle graspe e i bulloni costa circa 30 centesimi e un cartone di piscio d’uva si aggira intorno ai 75 cent. Sulla base delle mie convinzioni posso tranquillamente affermare che oggi come oggi, visto che il medioevo tipo il nome della rosa ce lo si sia lasciato alle spalle da un pezzo, a bologna sia assai improbabile morire di fame, altrettanto convinto sono del fatto che tutti abbiano in tasca quattro euro, il più è decidere in cosa investirli, e dal momento che esiste via del porto, dove un panino o due si trovano sempre, è facile che questa scelta sia veicolata su altro che non sia il cibo. E qui entriamo in scena noi.pappaPerò, si sa, un pezzo di pane vuoto così da sè fa abbastanza scrauso, e se non hai un buono, ciccia, nel senso non che ti danno della carne, ma che non ti danno altro da mangiare. Però ci sono i condimenti che sono alla portata di tutti, così come zucchero o caffè ed ecco che allora scatta il manuale del gourmet di strada, un vero e proprio mondo variopinto di gusti e sapori, un viaggio in quello che potremmo definire il menù dell’arrangio. La varietà di cose che si possono fare con un pò d’olio, di sale, di pepe, di zucchero o di peperoncino e un pezzo di pane è sorprendente.
Non hai fatto colazione? Niente paura. Perlomeno niente paura se hai un panino. Infatti chiedere un caffè al centro diurno costa poco, anzi zero; si taglia un panino in due e ci si versa dentro un bel bicchiere di caffè. La versione per ipoglicemici prevede anche una bella spolverata di zucchero al suo interno.
Qui si va oltre al toccino della brioscia, qui assistiamo a una vera e propria fusione fra la brioscia (in questo caso rappresentata dal panino)  ed il caffè, dove il caffè fa da ripieno alla brioscia. Geniale. Naturalmente puoi variare il gusto della tua brioscia improvvisata con dello yoghurt spalmato sopra (giuro che l’ho visto fare).
Arriva l’ora di pranzo. Non hai il buono. Non hai salumi, che li hai spesi tutti come sopra. Cazzo fare? Ma naturalmente la versione classica del panino di strada, anzi LA versione originale del panino di strada. Cosa c’è di meglio che un bel panino d’olio e sale? Il procedimento è il medesimo di quello al caffè ma cambiano gli ingredienti. Naturalmente si può rendere il tutto più sfizioso con una bella farcitura di peperoncino, che normalmente va via il triplo rispetto a tutti gli altri condimenti. Cristo, mi sono chiesto, ma che bucio di culo infiammato devono avere tutti quanti? La variazione più snob, per fighetti direi, è il panino al grana, cioè al panino d’olio si aggiungono un par di bustine di grana ed il tutto assume un contenuto più patinato, raffinato, oserei dire e ad alto valore nutrizionale, essendo il grana un energetico naturale….
Certe volte mi chiedo rabbrividendo cosa potrebbe fare questa gente con delle uova crude.
Se però il panino all’olio potrebbe rappresentare in qualche modo la pietanza, cosa fare per la minestra? Ci volevano gli arabi per spiegarcelo. Una bella zuppa d’olio, carica di aceto, pepe, sale, peperoncino e qualche bustina di grana. L’aspetto di questa pappona ha un che di vagamente artistico, essendo l’aceto non liposolubile questa pappa forma delle graziose emulsioni di aceto galleggianti sullo strato d’olio, però vengono poi prontamente coperte da una crosta di pepe e la cosa finisce con l’assomigliare di più a una specie di cartavetro liquida. La zuppetta viene poi riempita di pezzi di mollica, a volte anche con la crosta, anche se dalla crosta potrebbe comunque partire la base per una bella bruschetta. Sempre che ti ritrovi una scatoletta di pelati o che tu riesca a scroccare un pò di sugo.
Per il dolce bisogna reperire un succo di frutta, dopodichè si svuota l’onnipresente panino di un pò della sua mollica  (abbiamo visto in precedenza dove la mollica può venire impiegata)  e si rovescia il succhino dentro al buco formatosi.
E se fosse finito il caffè, che fare? I più coraggiosi, tipo i residuati dagli elfi, abituati da sempre al contatto con la natura ed i suoi frutti allo stato più grezzo chiedono un bel bicchiere d’acqua bollente dentro alla quale butteranno poi un cucchiaio di caffè. I più fighetti chiedono un colino e filtrano. Altri buttano giù credendo che il caffè si depositi; niente di più errato giacchè il peso specifico del caffè rende impossibile il suo deposito. Che il caffè a dispo poi non sia di quello solubile non importa un cazzo, quello che conta è che ci sia quantomeno una parvenza di sapore di caffè.
Con accorgimenti come questi sarà praticamente impossibile morire di fame a bologna, e nel contempo si potrà continuare a destinare gli  euro a disposizione per usi più ludici che non per il mero ed inutile nutrimento.
Non c’entra un cazzo ma una volta uno mi chiese dell’acido muriatico, alchè alla domanda su cosa volesse farci o su chi volesse sfregiare mi rispose che gli serviva per spruzzarne un pò su una carie che gli doleva. Naturalmente spiegargli che l’acido muriatico, essendo composto da acido cloridrico, reagisce con il calcio dei denti sciogliendoli e sviluppando anidride carbonica era assai difficoltoso…
Al prossimo post, guida al pronto soccorso di strada.
Yo. gourmet

PENSIERI; PAROLE.

Pubblicato: 31 ottobre 2006 da massitutor in comunità

Prossima meta da mè preposta "SAN PATRIGNANO" uno dei tanti motivi per cui vado potrebbe essere questo (la mia vita è un disastro) desidero rimettere insieme i pezzi di questo mosaico in maniera ordinata la nostra vita è costruita su delle basi  se queste sono messe nell’ ordine sbagliato la nostra vita è un disastro. Il lavoro che dovrei fare è qullo di buttare giu tutto quello che hai imparato fino ad oggi, e ricostruire tutto da capo perchè è costruito male. Detto così può sembrare che ci vuole chissà quanto tempo e la domanda nasce spontanea "quanto mi costa" può sembrare la solita battuta pubblicitaria ma in effetti è proprio così è proprio una questione di prezzo perchè mentre la nostra vita cadeva a pezzi noi eravamo presi dal divertimento non pensando alle conseguenze di poi. Alla fine di tutto questo c’è sempre un prezzo da pagare  e a noi questo non piace per nulla  e un pò ci spaventa. In realtà quando poi sei dentro ti rendi conto tu inizialmente metti la tua buona volontà iniziale, poi il resto arriva da sè naturalmente sempre con il tuo impegno e la tua costanza. Perchè dico questo qualcuno si starà chiedendo "ma tu hai già provato questa espe-rienza" Certamente, non a SAN PATRIGNANO ma bensì in un’altra comunità che si chiama "reto" recupero tossicodipendenti. Sono stato 4 mesi epoi son venuto via. Motivo la droga in testa maledetta droga.

TROPPO KIARO

Pubblicato: 31 ottobre 2006 da massitutor in assistenti sociali, operatori dispari, salute

Ciao, volevo brevemente raccontarvi un paio d’episodi vissuti negli ultimi tempi, ke potrebbero efficacemente rappresentare una finestra sulle condizioni in cui versa quella fetta de l’apparato sanitario bolognese preposto all’assistenza dei nullatenenti esenti ticket.
La mia condizione di italiano senza domicilio fisso, disoccupato, non integrato mi dovrebbe, in via teorica, far rientrare nella categoria degli aventi diritto a tale assistenza, per cui non avendo un medico di base lessi con sollievo una mail nella quale Max ci informava de l’esistenza a Bo de l’associatione “Sokos”, dicendomi qualcosa come "ecco la svolta". Febbrilmente (in tutti i sensi) mi recai sul loro sito web (http://www.sokos.it) dove, cito testualmente, era scritto:
"Scopo primario dell’Associazione è garantire assistenza gratuita agli immigrati senza permesso di soggiorno, alle persone senza fissa dimora e a chiunque viva in una condizione di esclusione sociale nel territorio di Bologna"
Frase ke interpretai come inequivocabile invito a contare su il loro servizio per ciò ke concerne la mia situazione sanitaria.
Il caso volle ke una ragazza di nazionalità americana, trovandosi in condizioni simili alle mie,mi kiedesse consiglio, ovviamente io le proposi di venire con me presso la sede di Sokos per registrarsi. Una volta in loco ci rivolgemmo a l’impiegato magrebino ke, alla reception, era  preposto ad accogliere le domande di registrazione.
"DOCUMENTI" disse
"ECCOLI" risposi
"QUESTO NON E’ UN POSTO PER TE" lui ribattette
"PERKE’ ?" kiesi io …
"PERKE’ NO, DEVI ANDARTENE" fu la sua adirata risposta
Con notevole sforzo riuscii a mantenere la calma e ad insistere con diplomazia, ma il receptionist sapeva solo dirmi “vattene”, solo quando la gente dietro di me iniziò a protestare per l’attesa nella quale il nostro scambio di battute li costringeva, io ebbi l’inatteso onore di vedere arrivare al mio umile cospetto niente poco di meno ke la responsabile generale della sede di Sokos ke, molto politically correct, esibiva un bellissima pelle+scura della mia e, senza mezzi termini disse:
"QUESTO SERVIZIO E’ SOLO PER STRANIERI EXTRACOMUNITARI, TU SEI ITALIANO VA NE I POSTI PER L’ITALIANI ALTRIMENTI KIAMO LA POLIZIA"
Lasciando lo stupore il posto alla rabbia, in un fiato raccontai per filo e per segno come ero venuto a conoscenza de l’associazione ke le dava lavoro e soprattutto le rammentai ciò ke era scritto ne la pagina di presentazione del sito web di Sokos.
Non ci furono cazzi io: non solo non avevo diritto al servizio a causa de la mia nazionalità, ma dovevo anke sgambare.
In quel momento subentro la mia amica ke, passaporto americano a la mano, molto educatamente, da brava extracomunitaria qual é fece la stessa rikiesta d’inscritione ke avevo fatto io. Io intanto, senza uscire dalla stanza, m’ero fatto da parte, trasformandomi da postulante in spettatore.
In maniera decisamente arrogante the big boss intimò a la mia amica ke non poteva fare niente per aiutarla, suggerendogli di kiedere aiuto a l’ambasciata o al consolato, oppure di kieder a non meglio precisati  servizi per l’italiani… ?….!??!!!!!…..!…..? Stupefacente ma vero. Mi viene in mente quel detto popolare ke recita: “gli dai una mano e ti si prende tutto il  braccio”. Si perkè questo episodio è un eclat
ante esempio di discriminazione razziale e culturale di cui io come italiano emarginato sono stato vittima.

Devo aggiungere ke in passato+di una volta ho visitato paesi de il cosiddetto terzo mondo: paesi dai quali sicuramente provengono i ragazzi/e  a i quali è stata delegata la gestione de i servizi di Sokos, ebbene una delle costanti ke+mi ha colpito in quei luoghi è la gerkarizzazione de la società in base a la situazione economica de li individui in maniera molto+aggressiva e violenta di come avviene qui in Europa. In tali paesi il nullatenente  è veramente nulla, a stento viene riconosciuta la sua umanità.
Evidentemente gli operatori di Sokos  applicano qui il sistema di valori in uso ne i loro rispettivi paesi d’origine, oppure forse stanno esperimentando un innovativo modello d’integrazione: invece di integrare gli ospiti ai valori de il paese ospitante si integra il paese ospitante a i valori degli ospiti.
L’altro episodio di malasanità ve lo racconterò un’altra volta.
Non ho ancora nessun tipo di tessera sanitaria. Stando in strada è difficile capire tutte le pratiche che si devono seguire per avere i documenti, il tesserino sanitario, ecc, poi uno può conoscere anche poco la città, i servizi. Penso che almeno il Sokos avrebbe potuto darmi una mano in questo, darmi qualche indicazione su come risolvere in altro modo il mio problema, dovrebbero lavorare in una rete di servizi e indirizzare le persone. Penso questo. Grazie anke agli impiegati del Sokos non sono riuscito a regolarizzare loa mia situatione sanitaria, ma grazie a…non so, Dio forse, la febbre di quel giorno mi è passata, sto bene e in genere mi ammalo raramente!
Ciao!

Grande Fratello facci la grazia

Pubblicato: 31 ottobre 2006 da massitutor in televisione

gfbologna01Mattine di selezione per il Grande Fratello 7 in questi giorni a Bologna per entrare nella casa più famosa del momento. Beh tanti hanno bisogno della casa ok, ma chi più di noi che viviamo per strada? Ok una casa con decine di telecamere e un branco di esagitati che sgomitano per farsi notare non è il massimo… ma si mangia più che all’isola dei famosi e ti pagano pure.. certo se vinci devi andare a farti torturare a Buona Domenica, ma al giorno d’oggi bisogna pur accettare dei compromessi. Una soluzione accettabile… Almeno per il nostro Andrej che questa mattina si è presentato puntuale alla selezione, ha compilato il modulo e risposto alle domande. Per ora siamo al "ti faremo sapere". Come? Via mail ovviamente: unico recapito certo per noi.gfbologna02
A proposito di televisione: finalmente lunedì è andato in onda l’attesissimo servizio su Asfalto che Nelson Bova ha fatto per Rai 3 regionale. L’abbiamo visto tutti insieme nella sala del Centro diurno di Via del Porto ed è stato molto emozionante. Ma non è finita: attenzione perchè sabato prossimo (o quello dopo al massimo) andrà in onda un servizio molto più lungo sul "settimanale" di Rai 3 regionale, alle 12.20.

ps: Grazie a tutti i visitatori che sono arrivati fino a qui incuriositi dalla tv e un ringraziamento particolare agli ospiti del Centro diurno che oggi hanno rinunciato al loro amatissimo Dragonbol per permetterci di vedere il tg regione. Saremo famosi?

La felicità

Pubblicato: 30 ottobre 2006 da massitutor in felicità, sogni

Felicità: che dire di questa parola così corta mà così lunga da raggiungere. Deriva dal greco, significa "colpito/centrato" attenzione: lunga non impossibile ok. Spesso le persone si prepongono la felicità come una meta da raggiungere e quando pensano di non arrivarci trovano in essa come un qualcosa di utopistico e questo è sbagliato. Io credo che la felicità sia un sentimento legato sopratutto alla sfera emotiva ognuno di noi lo pone come un traguardo ma è anche normale se vogliamo perchè lascia spazio nella nostra mente di poter credere che si possa raggiungere qualcosa di bello di non plusultra e quando lo hai raggiunto puoi dire finalmente, e ti senti appagato anche per gli errori commessi in passato dove credi che tutto il mondo ce l’abbia con tè. Sicuramente quello è il momento "clou" della nostra vita è quel momento che si aspetta anche con "ansia" se vogliamo comunque è un momento molto significativo per noi e per la nostra vita. Da qui ci rendiamo conto di quali sono i momenti  "piacevoli e non" della nostra esistenza. "ESSERE FELICI" chi di noi  non si è posto la domanda "come vorrei essere felice" o meglio a quanti sarà sucesso di doversi chiedere "ma io sarò mai felice nella mia vita?" E’ importante farsi questo tipo di domande perchè la felicità non è un qualcosa di irrangiungibile e quindi realizzabile come del resto anche i sogni sono realizzabili (non tutti ma buona parte). "Essere felice" spero tanto un giorno di poter dire anche io questa frase che tanto mi dà la forza e il coraggio di andare avanti aspettando questo momento cosi bello e delicato da condividere con le persone che più "AMO".
Cos’è secondo voi la felicità? Quale colore gli date?

Asfaltoflex – e riparti di slancio

Pubblicato: 28 ottobre 2006 da massitutor in dormire

Saranno famosi

Pubblicato: 26 ottobre 2006 da massitutor in televisione

SABATO 28 OTTOBRE ’06Rai

su Rai3 regionale (BO)
ore 14.00 e 19,30
andrà in onda il servizio di Nelson Bova sul nostro blog, girato al Centro diurno di via del Porto e per le strade della città.
Ancora da confermare la messa in onda, sabato successivo, di un servizio più esteso nel Settimanale di Rai3 Regione alle 12,25
…e così anche noi avremo i nostri 15 minuti di notorietà…
speriamo che non siano gli ultimi. Altro che reality! Questa è la realtà.

Saluto asfalto e la rete.

Pubblicato: 26 ottobre 2006 da massitutor in Uncategorized

Vorrei salutare tutti i ragazzi del blog Massimiliano, Massimo Moretti e tutti gli altri gli operatori. Siete grandi ragazzi forza mettetecela tutta pretendete soprattutto da voi stessi che le cose cambiano, viviamo tempi difficili dove anche essere una persona normale costa sudore e fatica ma non mancano mai le grandi soddisfazioni soprattutto per uno che è uscito da un’incubo.
La vita vi sorride sempre ogni giorno comunque. Avete tutti nessuno escluso i mezzi necessari per cambiare ed essere delle persone migliori allora fatelo più presto possibile.
Spero che con i miei pochi post abbia aiutato qualcuno a capire più chiaramente per il resto non c’è niente da dire.
Vi assicuro che la vita è bellissima dolcissima e non ha confini. Pregherò sempre per voi e se potete fatelo anche voi stessi perchè dio e li che ci ascolta e se uno gli chiede aiuto sincero lui lo ascolta e lo aiuta sempre sempre come ha fatto con me.
Appena potrò passerò per Bologna vorrei per la prima volta tornarci da uomo libero e finalmente potro viverla e conoscere tante ragazze bolognesi che sono proprio molto ma molto belle.
Vi ho scritto tutto questo per dirvi che non scriverò più sul blog perchè ho troppe cose da fare e non mi sento più all’altezza di farlo. Ma sappiate che vi sono sempre vicino. Un saluto un abbraccio vostri fraterno amico Peppe.

Rai 3 incontra Asfalto

Pubblicato: 25 ottobre 2006 da massitutor in laboratorio, rielaborazione, televisione, tutto cominciò così

rai picture005Lunedì 23. 10. 2006 al laboratorio informatico di via del porto, è venuta la trupp, di Rai 3, questo mi fa molto piacere, perché è comunque una testimonianza che noi ci siamo. E non siamo solo quelli che rubano lo stereo in macchina, che assillano le persone per dei soldi, quelli che entriamo negli autobus per rubare i portafogli. Ora non so se queste cose sono state fatte da noi del gruppo  ma ciò non mi interessa, quello che conta è il messaggio che diamo di noi, in una società, che non fa altro che metterci bastoni tra le ruote, che ci preferisce chiusi in un mega ghetto, il più lontano possibile, in modo che non ci si veda proprio. Questo rende il nostro compito difficile come scalare un’immensa montagna, senza attrezzi ma con mani nude, ma noi ci proviamo lo stesso, scivolando, sotto l’indifferenza, l’ipocrisia  del perbenismo del sistema, contro il solito stronzone di politico di turno, che ci rende la vita difficile, contro la burocrazia, che serpeggia sempre più in palazzi e palazzini, in uffici e in ufficetti, e tutto un universo di merda. rai picture006
Purtroppo siamo costretti a lottare ogni giorno, subendo ogni giorno, ma continuare lo stesso è il nostro credo, perché noi sappiamo per cosa lottiamo: le ferite impresse sulle braccia, inferte dalla droga, questo ci spinge. La solitudine, la voglia di farla sparire, così come l’indifferenza, l’ignoranza, questi sono i mostri da combattere. Che alla gente piaccia o no, noi andremo avanti perché noi lottiamo per noi stessi e per la nostra affermazione in questa società. Non posso credere che in questo mondo ci sia solo squallore e tristezza, per poco che valga combatteremo per quel poco che c’è di buono.

La vita

Pubblicato: 25 ottobre 2006 da massitutor in asfalto fuoriporta, assistenti sociali

gigante-arbolL’animo umano e inquieto. Sentiamo spesso il bisogno di fare cose oltre le nostre reali possibilità. Uno psicologo, esamina, descrive, e se può cura tante deformazioni della mente, a volte si tratta di casi di vera malattia mentale, e li tante volte c’è poco da fare. Ma veniamo a noi poveri mortali che abbiamo problematiche normali. Non abbiamo certo bisogno dell’introspezione se non quella che ognuno fa con la propria coscenza se uno c’è la la coscenza. Forse abbiamo solamnete bisogno di essere amati ascoltati nutriti della stessa sostanza che ci tiene in vita l’amore di una madre di un figlio di un padre. Quando per motivi assurdi ed a noi inconcepibili queste cose vengono a mancare cosa bisogna fare come bisogna affrontare la realtà. Io penso che possiamo affrontrala nel loro ricordo nelle cose che ci hanno dato l’amore. Il sorriso di un bambino quanta forza può dare, l’abbraccio di una madre  o di un papà quanto amore può dare… tanto tanto infinitamente tanto. Un assistente sociale fin dove può aiutarci nel risolvere problemi cosi grandi, lui stesso ha delle difficoltà nel capire il caso specifico, e poi ne avrà i mezzi, saprà come muoversi lui a chi chiederà le cose che noi vorremmo per risolvere il nostro stato di disagio nel quale siamo inciampati. I bambini sono un dono del cielo per noi, senza non camperemmo manco 30 anni… Capite che responsabilità hanno gli esseri umani nei confronti di creaturine  cosi indifese. I bambini hanno bisogno di una casa, un posto dove poter vivere e giocare un posto dove poter esprimere i loro anni in tutta la loro straordinaria grandezza ed energia. Come mi sento impotente di fronte all’impossibilità di non poter fare qualcosa, allora mi rivolgo a chi questo qualcosa può farlo avendone i mezzi necessari, aiutate i bambini e le madri e anche i papà, aiutate i genitori a far crescere i loro figli in ambienti più sereni e tranquilli, i bambini la famiglia sono il nostro futuro, ma soprattutto il nostro presente ora adesso.