Archivio per novembre, 2009

OFFRE IL COMUNE

Pubblicato: 30 novembre 2009 da massitutor in assistenti sociali, comunità, mangiare

mortidifame

Novità dal fronte "iniziative per il sociale" dal comune di Bologna.
Abbiamo appreso da un articolo pubblicato dal Corriere di Bologna che il Comune ha annunciato lo stanziamento di un fondo di ben 10.000 euro per finanziare una serie di appuntamenti presso quattro centri sociali che si occupano di assistenza agli anziani:
il piatto forte, in questo caso letteralmente, saranno delle "allegre tavolate" dove le pietanze saranno accompagnate da "tombola, giochi e passatempi vari".
OK, anche a noi una cena+tombolata in un circolo per anziani può sembrare tutto fuorchè allegro, ma siccome una delle intenzioni del Comune è quella di promuovere quella che chiamano "socializzazione intergenerazionale" pare di capire che le suddette cene siamo aperte a chiunque voglia partecipare, quindi in pratica si tratta di scroccare un pasto aggratis e magari ci scappa pure una vincita alla tombola (che so, magari un porta-dentiera o qualcos’altro di altrettanto utile&simpatico…).
Ovviamente non sono mancate le polemiche, inevitabili quando si tratta di spendere i soldi dei contribuenti.Un certo signor Bruno Pizzica del sindacato dei pensionati ha fatto notare che forse si potevano impiegare meglio questi fondi, richiamando l’attenzione sulle numerose controversie che hanno coinvolto ultimamente i servizi sociali.
Mancano i soldi per il programma di integrazione delle badanti, tanto per dirne una, e c’è lo spauracchio dell’ondata di cosiddetti "nuovi poveri" in arrivo.Da registrare a questo riguardo l’uscita della Lazzaroni (l’assessore ai servizi sociali) che ha proposto di dare la precedenza per i posti letto nei dormitori ai residenti (e te pareva…)
Tempi duri quindi, e il peggio deve ancora arrivare…se siete proprio alle cozze, noi ve l’abbiamo detto, un pasto caldo vi aspetta nei circoli di villa Bernaroli (Borgo Panigale), Croce Coperta (Navile), Pilastro (San Donato) e Barca (Reno). I pranzi si svolgeranno due volte a settimana nei mesi di dicembre e gennaio;di più non siamo riusciti a scoprire.Tra l’altro, non si sa mai che ci scappino due chiacchiere con qualche personaggio particolare: l’ultima volta che abbiamo avuto a che fare con degli anziani era gente che aveva fatto la Resistenza ed è stata una giornata veramente interessante…da qualche parte ci sono anche le foto, e presto verrà postato un video dell’incontro.
Inoltre siamo curiosi di sapere se davvero faranno accomodare chiunque o se magari ci saranno delle storie…dopotutto quel che danno da una parte lo tolgono dall’altra e per una volta, invece di starsi sempre a lamentare, si potrebbe pure aprofittare…o no?
  

Bologna in ze uorld

Pubblicato: 30 novembre 2009 da massitutor in Uncategorized

Dall’amico Walter Ciusa un bel format su Bologna …ad un certo punto c’è anche Marrazzo.

Week end a scrocco… o quasi

Pubblicato: 27 novembre 2009 da massitutor in week end a scrocco

A ELENA

Pubblicato: 27 novembre 2009 da massitutor in felicità, pensieri in libertà

lunafaloNon la conoscevo neanche che subito mi fece uno scherzo a una festa di capodanno, fece saltare l’impianto luci per accendere delle candele per farmi trovare una chitarra, per farmi cantare una canzone che a lei piaceva molto, e sapendo della mia timidezza, mi obbligò, addirittura mi spinse.
Oggi Elena non c’è più e gli voglio dedicare questa canzone per il semplice fatto che un giorno capii che era solo un modo per buttarmi nella mischia, e quando mi trovai davanti a un numeroso pubblico e tanta timidezza………….

 

 

ELENA E’ QUI CON ME

Come eri strana quella sera
tra un falò acceso e gli occhi
che riflettevano luci di felicità

saliva il fumo e come se in quel momento tu vedessi scritta
la tua storia, una vita ricca di amore per i tuoi figli, e il tuo uomo.

Girava il vino e ad ogni sorsodonna+fuoco
significava sagezza
suonavi la chitarra e aggiungevi parole ed erano parole d’amore.

Sentivi il vento e vedevi
nelle sue polveri
immagini di ampiezza infinita
a significare la tua lunga vita….

Elena era la belezza che esprimeva nei suoi saggi
di tenerezza, accetando di tanto intanto una carezza
ed era la mia mano.

Elena e i suoi anni d’amore
che non si  dimenticano
luci e colori nell’aria
in un mare totalmente piatto
come l’olio che unge i tuoi capelli…

Elena ora sei dei nostri
fuma e ascolta la luna
ma non dimentica l’amore

come se sull’acqua mille persone
vestite di bianco danzassero per lei
luce di luna e notte di stelle, Elena c’è

e qui con me che vive
e qui con me che vive.

 

Porte aperte sul bordo

Pubblicato: 20 novembre 2009 da massitutor in bologna sold-out, musica, operatori dispari, operatori pari

Finalmente ecco il video della festa del 26 settembre 2009, che ha visto protagonisti gli ospiti e gli operatori delle strutture di accoglienza del Centro Beltrame e del Drop IN di Bologna. Un’ iniziativa per far conoscere quella parte di città che è sconosciuta e nascosta.
In quella settimana che ha visto la rassegna Porte Aperte girare per tutte le strutture di accoglienza più importanti in molti hanno capito l’importanza di uscire dalla clandestinità: facendo conoscere le storie e le facce che abitano il bordo di questa nostra società.

Il nostro appuntamento all’incontro con i partigiani della Bolognina è stato più che emozionante e formativo. Un’esperienza che chi c’è stato non dimenticherà, o quanto meno conserverà in un angolo del cuore.
Forse arriverà anche un video, rimanete connessi.

LIBRI & DINTORNI

Pubblicato: 18 novembre 2009 da massitutor in asfalto fuoriporta

Conobbi michele grazie ad un social network( oggi fa tanto fico chiamarlo così). lesse alcune mie poesie e mi disse: "hai qualcosa da dire, da urlare, perchè non organizziamo una lettura nella mia libreria?".

quattro anni fa ero pieno d’ entusiasmo e voglia di viaggiare e così gli risposi che per me era un piacere. staccare la mia squallida vita per qualche giorno era l’ideale.
sul pullman diretto a Campobasso bevevo birra calda da una lattina e osservavo il panorama. montagne e casali e piccoli paesi arroccati sul fianco di una montagna. era il 23 febbraio ed il freddo faceva davvero male.
allo stanzionamento degli autobus mi feci spiegare la strada per arrivare in centro ed iniziai ad incamminarmi. avevo uno zaino militare( quanti cazzo di viaggi avevamo condiviso?) pieno di libricini autoprodotti da rivendere, un boxer di ricambio, una bottiglia di vino rosso e 4 lattine di birra da 66cl. ricordo che le strade erano semideserte, che c’era una piazzetta con degli alberi, che c’era una strada principale con una grande pasticceria illuminata.

La libreria era molto conosciuta in città, avvicinandomi all’edificio notavo locandine con il mio nome
“ Domenico Cosentino, stasera alle 21, nella libreria Libri & Dintorni presenta Alone Like a Dog”.
Non capivo cosa stesse succedendo, la gente si fermava e leggeva il mio nome ed io potevo ascoltare i loro commenti fingendomi un’altra persona. Le gambe mi tremavano ed ero emozionato.
Non mi aspettava così presto, ma quando mi vide mi riconobbe subito. Aveva una sciarpa rossa intorno al collo e mordeva un mezzo toscano. Vide entrate un ragazzo con uno zaino, un evidente fallito e/o barbone e la prima cosa che fece fu abbracciarmi.
Sorrise e lo ricordo ancora quel cazzo di sorriso.
“andiamo a bere un caffè”
indossò un borsalino e mi accompagnò in un bar vicino. Chiuse la porta della libreria ed esposti in vetrina c’erano i miei libricini. Erano illuminati da un faretto arancione.
Il nostro primo e unico incontro fu questo. Parlammo di tutto, di noi delle nostre vite. Parlammo di libri e di letture. Vivere quella notte in quella libreria fu un’esperienza unica. Non lo dico per sentimentalismo, ma quello fu l’inizio. Ammetto che senza i continui sproni e complimenti di michele ora non sarei qui.

La saletta per gli eventi era piena, Michele mi presentò ed iniziai a leggere.
Era la prima volta e fu come perdere la verginità, una cosa veloce, una cosa bellissima, un orgasmo intenso.
La libreria, la voce di michele, il vino che avevamo bevuto, resero quei momenti speciali.
Mi pento di molte cose. Mi pento di non aver insistito per poter rivivere un’altra magnifica serata. Mi pento di non aver sostenuto le sue idee. Tutto questo è inutile, la libreria presto chiuderà, e nessuno potrà più rivivere queste emozioni.
Non ci saranno nuovi lettori che indottrinati da michele potranno riscoprire i vecchi romanzi di Simenon, nessuno potrà più annusare l’olezzo di toscano che impregnava le mura e i libri della libreria.
Vorrei solo ringraziarlo perchè quei giorni furono speciali, perchè l’anno dopo pubblicai il mio primo libro, perchè quando avevo qualche domanda, qualche perplessità potevo comporre il numero della libreria ed immaginarmi un uomo con una sciarpa rossa  e un sigaro in bocca intento scartare pacchi di nuovi libri, riscaldato dall’amore per la vera letteratura e dall’entusiasmo dei suoi clienti speciali.
La sua libreria non esisterà più. Fallita come i veri sogni muoiono quando si scontrano con la dura realtà. Possiamo aiutarlo, ognuno a suo modo. Possiamo dirgli “GRAZIE signor Paparella per averci fatto vivere almeno in parte il tuo sogno di rendere affascinante e libera la Cultura.”

http://libriedintorni.splinder.com/

Non siamo soli

Pubblicato: 13 novembre 2009 da massitutor in assistenze e bisogni, bologna sold-out, civiltà, operatori dispari, politica

Pubblichiamo su Asfalto una lettra aperta di Paolo Klun, neo presidente della Consulta cittadina contro l’esclusione sociale, perché è una boccata di ossigeno in questa metropoli di provincia che ci fa sentire che gli ultimi, quelli in fondo alla coda non sono del tutto soli e che c’è qualcuno disponibile a intraprendere una stagione di propulsione e progresso dei servizi alla persona e della cultura della marginalità. Penso agli operatori, ai gestori, ai politici e a tutta la società civile che ha voglia di intraprendere questo gesto di emancipazione.

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Che fine faranno i senza fissa dimora non residenti?
Riflessioni dopo le dichiarazioni dell’assessore Politiche per gli anziani, Rapporti con l’associazionismo ed il volontariato del comune di Bologna
 
di Paolo Klun
Consulta cittadina per la lotta all’esclusione sociale

Il Muro di Berlino e’ caduto, quello dell’indifferenza no.
Si respinge alle frontiere, ricacciando in mare chi cerca disperatamente di guadagnarsi un’altra idea di futuro, ma si respinge anche alle porte della citta’, reinnalzando le mura medioevali, anche se a qualche viandante sara’ concesso una scodella di minestra e una stalla dove alloggiare.
Questo e’, fuori da ogni metafora, quello che oggi offre la citta’ di Bologna nell’idea del Sindaco e dell’attuale Giunta Comunale?
A sentire alcune esternazioni sull’argomento, per ultimo quelle dell’assessore Lazzaroni, sembrerebbe proprio di si’.
Un welfare compassionevole al posto di quel welfare comunitario e partecipativo richiamato nella Legge nazionale sull’assistenza e nelle leggi regionali? Se non ci fosse sulla bilancia la vita delle persone, cioe’ un concreto e tangibile pericolo di vita, i ragionamenti sulla differenza tra senza fissa dimora “residenti” e non residenti sarebbero solamente paradossali, dati dall’ignoranza di quel percorso, culturale e sociale, che ha portato alla battaglia sul riconoscimento dei diritti, primo fra tutti quello alla residenza, che ha visto le forze piu’ vive della citta’ (associazioni, volontariato, sindacati, la cooperazione, forze politiche e tanti altri) mobilitarsi e dare alle parole partecipazione e sussidiarieta’ un contenuto concreto e operativo.
Fateci capire a che punto siamo, perché dell’”emergenza freddo”, unica legge nazionale sui senza dimora, non ci si puo’ certo appuntarsi la medaglia se non per dire che questa volta si fara’ qualcosa di piu’ che un capannone freddo e maleodorante.
E quanti ne verranno accolti di piu’ o di meno dell’anno scorso?
E chi sara’ ammalato dovra’ tornare in strada tutte le mattine e sperare di rientrare, se sopravvissuto, la sera?   E ci sara’ un presidio sanitario?
E tutto il lavorio, meritorio, sul decentramento dei servizi e l’apertura degli sportelli sociali nei quartieri cosa serve se la risposta e’ quasi sempre NO, se non si riesce a dare una risposta immediata ad una donna che dorme in macchina con un figlio minore?
E se non si sa a quanti si devono dare risposte come si fa ad essere sicuri che non ce ne sara’ per tutti?
Perché accanto ai senzatetto “residenti”, c’e’ una moltitudine che preferisce restare invisibile. Sopravvive in baracche di lamiera, in capannoni industriali abbandonati, dorme in fatiscenti roulotte, su vagoni ferroviari, in tende nascoste a ridosso degli argini dei fiumi. E poi ci sono i nomadi, i clandestini, il flusso sempre piu’ massiccio di neocomunitari che va e viene dal paese di origine facendosi beffa di qualsiasi censimento
E i senza fissa dimora “non residenti”, come quelli che alla sera prendono il treno per andare al dormitorio di Firenze e alla mattina sono in citta’?   Dormiranno, litigheranno per un cartone, si sbronzeranno, si ammaleranno nelle strade di Bologna. E tra loro ci sara’ anche chi ci lascera’ la pelle.
Nell’indifferenza generale e in un silenzio criminoso.

“Working Poors”, il dramma dei “nuovi poveri”

Pubblicato: 11 novembre 2009 da massitutor in lavoro
workinpoors
da blog sicilia …“È definita Working Poors (liberalmente tradotto: poveri non disoccupati) la fascia sociale costituita dalle persone che pur disponendo di un lavoro (male) retribuito vivono in ristrettezze economiche. Si usa questo termine per distinguere questo gruppo di persone da quelle disoccupate o invalide che sono “povere” a causa della loro situazione, restando magari anche economicamente avvantaggiate grazie al sostegno sociale che ricevono.”
La situazione italiana è preoccupante.
“Bella scoperta”, direte voi, e come potervi dar torto?
Me ne sono accorto seguendo la puntata di TV7, il settimanale di approfondimento a cura della Redazione del TG1 dedicato a questa nuova “fascia sociale” che sta prendendo sempre più “piede” nella nostra società.
Chi sono i “Working Poors”?
Sono principalmente i giovani che lavorano ma sono malpagati: di consegeunza vivono in una situazione di “povertà” anche se sono regolarmente retribuiti.
La puntata di TV7, a dirla tutta, parlava più in generale della situazione italiana in termine di “povertà”, attraverso le testimonianze di tante persone che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, anzi, a dirla tutta, non arrivano neanche alla seconda settimana del mese, come attestano le tante persone che lavorano ai mercati e vedono che, alla seconda settimana del mese, il numero di persone che arrivano per far la spesa comincia a “scarseggiare”. E così ci sono tante persone che non sanno cosa fare, e qualcuno chiede l’elemosina, perché prende una pensione estremamente minima, che non basta nemmeno per campare.
Negli ultimi anni, qualcosa sembra cominciare a muoversi nell’intento comune e nella sensibilità di chi comincia a capire che questo è un problema di rilevanza sociale non indifferente: nasce così l’ “Emporio Caritas“: qui non si compra con la carta di credito ma con una speciale “card” rilasciata proprio dalla Caritas, contenente 200 punti. Se ne possono spendere 50 a settimana per comprare qualcosa da mangiare.
Le testimonianze di chi vi lavora sono tristi: persone che fin dalle 4 del mattino si affollano dietro i cancelli nell’attesa di poter dare da mangiare ai proprio figli. E non immaginate che a recarsi in questo posto siano soltanto gli homeless, i senza tetto che vediamo per le strade. Sono persone comuni, come tutte le altre, che non hanno soldi per campare, ed è questa la cosa preoccupante: donne divorziate con figli da sfamare, persone vedove o licenziate, proprio come la storia presentata durante la puntata del camionista quarantottenne licenziato, che non riesce più ad andare avanti, con un figlio disabile. La cosa paradossale è che non gli spetta nemmeno la Social Card!
La cosa che più mi ha impressionato è vedere che quelle storie erano storie di gente comune, come noi, che non hanno soldi per andare avanti e non riescono ad arrivare neanche al 15 del mese. Se non è una emergenza sociale, credo vi si avvicini molto: sono persone normali che, semplicemente, non hanno il becco d’un quattrino. Ed è questo che più deve preoccupare: la normalità di quelle storie e la nascita di una nuova fascia sociale. I “Lavoratori Poveri”.

Asfalto a scuola di antifascismo

Pubblicato: 11 novembre 2009 da massitutor in civiltà, libertà, morte, politica

Finalmente ci siamo!Grazie ai contatti di Massitutor (la simpatica Gloria, che salutiamo) abbiamo ottenuto un appuntamento con la sezione bolognese dell‘A.N.P.I, che per chi non lo sapesse è l’associazione che riunisce i veterani che durante la Seconda Guerra Mondiale combatterono i nazi-fascisti insieme agli eserciti degli Alleati, in quel movimento spontaneo e popolare che sorse in tutti i paesi europei occupati dalle forze dell’Asse e che è poi passato alla storia con il nome di Resistenza.
Il nostro “biglietto da visita” sarà il
video che abbiamo realizzato dopo aver visitato il museo di via S.Isaia dedicato alla memoria della Resistenza in Italia e non, visto che la ricca collezione di materiali esposta parte dalle radici dell’antifascismo italiano nella guerra civile spagnola fino ad arrivare ai giorni della Liberazione.
Avremo l’occasione di condividere i ricordi di questi vecchi combattenti che presero parte in prima persona alle battaglie decisive che precedettero l’arrivo degli Alleati negli ultimi mesi di guerra a Bologna. Infatti questi ultimi, in particolare il corpo polacco che entrò per primo, trovarono una città libera, già saldamente in mano ai partgiani che avevano cacciato da soli i reparti della Wehrmacht. Fu durante la ritirata verso il nord che reparti tedeschi appartenenti alle famigerate S.S. si macchiarono le mani di sangue facendo strage di civili inermi nel paese di Marzabotto, un eccidio che a distanza di più di cinquant’anni è ancora vivo nella memoria al pari delle altre efferatezze che segnarono il conflitto in tutto il pianeta.
La crudeltà è figlia della guerra sin dalla notte dei tempi, ma nella Seconda Guerra Mondiale raggiunse vette inaudite. Alimentata dall’odio razziale e dalla contrapposizione ideologica che fu un tratto distintivo di quegli anni, ha lasciato ferite dolorose nella nostra società, con aspri dibattiti ancora attuali ai nostri giorni. Specialmente negli ultimi tempi un’ondata revisionista ha investito il ricordo di quegli anni, facendo leva su argomenti delicati e controversi come il dramma delle Foibe e i delitti che sconvolsero l’Italia dopo la Liberazione…  
Fatto salvo il concetto che la guerra, specialmente la guerra civile, è SEMPRE una faccenda sporca e maledetta, con crimini commessi da tutte le parti coinvolte, non si può non essere concordi una volta per tutte che in quella guerra, nonostante tutte le eccezioni e stante il rispetto per chi ha dato la vita per i suoi ideali, la ragione stava da una parte sola: quella di chi combatteva per essere libero contro chi combatteva per dominare(con buona pace di tutti coloro che vorrebbero metterli sullo stesso piano morale…)
Sarà bello scorgere questa consapevolezza negli occhi dei partigiani che incontreremo venerdì, ne sono sicuro.
Gloria ha detto che molti di loro pensano che la loro lotta non sia mai finita, e che il fascismo e tutto quello contro cui hanno combattuto rischiando le loro vite siano ancora vivi in Italia…noi siamo daccordo con loro, motivo in più per ascoltarli e imparare dal loro esempio!
Per chi volesse partecipare, l’appuntamento è per venerdì 13 novembre nella sede dell’A.N.P.I di piazza dell’Unità 4 alle 16.30, e viva la resistenza allora come oggi!