Archivio per aprile, 2008

nella 25MA ora...E’ l’ora dei passaggi, degli svuotamenti e dei riempimenti, è il tempo che fa da cuscinetto fra le varie fasi della giornata. La venticinquesima ora non la si vive: la si attraversa. Solo se vivi la strada, come Andersen, puoi raccontare la venticinquesima ora. Massitutor

Come ben sapete io vivo in strada e ho fatto un po’ caso a quello che  per me è Bologna di notte. Ma vorrei partire, da come la città, ad una certa ora, si svuota per riempirsi nuovamente, ad un’ora che è sempre la stessa, diciamo che non in tutti i luoghi della città è lo stesso: per cui devo fare un tragitto che prende i due volti della città. Partiamo dall’ora di quando lascio il laboratorio di informatica che frequento diciamo assiduamente,  (ringrazio di cuore gli operatori del centro diurno  che consentono di farlo) saranno le 17,30 circa e a quell’ora di gente per strada c’è ne ancora tanta ma nemmeno due ore dopo, diciamo che diventa meno affollata, anche perché cominciano a chiudere molti negozi di via indipendenza come i tabaccai , alcuni bar e quasi tutti se non tutti i negozi di abbigliamento, e poi diciamola tutta: hanno il sacrosanto diritto (almeno loro) di tornare a casa, dopo una giornata di lavoro, e in giro la gente ha fretta di tornare a casa dopo essere scese dal treno vedi le persone incolonnarsi come un torpedone di formiche, che ad ogni angolo della via si ramifica nei vari vicoli, sia di via Indipendenza che di via Marconi. Vanno a casa. Ma molti altri si fermano nei vari bar di via Ugo Bassi per l’aperitivo e facendo un piccolo antipasto, che per me sarebbe una cena completa, dato che a volte non mangio anche per due giorni di seguito, ma lasciamo perdere, siamo invisibili alla società frenetica di oggi. Siamo all’ incirca alle 20.00 e si vedono i camerieri riassettare chi all’interno, chi all’esterno nei gazebo o come diavolo si chiamano. Intanto data l’ora mi avvio nei vicoli ed esco alla Coop, che una volta aveva anche accesso da via del Porto. Districandomi nei vari vicoli che non sto qui ad elencare (anche perché non me li ricordo) mi avvio verso piazza Verdi. Qui è tutt’altra cosa: gente ovunque, ragazzi sia dell’Università che ragazzi che vivono in strada, in simbiosi tra loro; diciamo pure che la maggior parte di loro hanno chi una birra, chi una canna, o chi la sta facendo; non conosco tanti di loro, ma alcuni sì, e se mi fermo ci escono pure due tiri per me. Io mi fermo, anche perché non batto spesso quella zona cosi mi aggrego a loro prendo una birra dal Pakistano,  se ho i soldi, ma anche se non li ho offrono loro o viceversa tra noi poveri disperati ci si aiuta perché sappiamo cosa vuol dire vivere in strada. Rimango lì  fino alle,  diciamo 21,30 ma non sempre alcune e rare sere, per cui siamo in via di tornare a "Casa" in stazione,  ma decido di non andarci mai subito come al solito e tornando per i vicoli ci sono ragazzi ovunque, c’è chi va e chi viene, uscito su Via Indipendenza salgo su verso Piazza Maggiore, alcuni e rari bar sono aperti, hanno i tavoli fuori con gente seduta, e con davanti qualcosa da bere, così scopri che tanti non sono italiani, sono turisti di varie nazioni che ho anche incontrato percorrendo la via del ritorno. Si ripopola la città: persone con macchine fotografiche o cellulari con fotocamera che flesciano ovunque, ristoranti pieni con davanti ogni ben di Dio e se riesco scrocco qualche sigaretta da fumare prima di andare a dormire, vivere la notte mi ha sempre affascinato, ma ora non è più per me, come si dice dalle mie parti "senza soldi non si cantano messe" per cui la stanchezza si fa sentire, mi avvio lentamente verso "Casa" e intanto trovi gente in entrambi i sensi di marcia. Trovo un cartone da mettere sotto al mio "letto" sacco a pelo. Questo è il terzo solo da quest’anno e non ditemi di non sapere il perché. Scendo le scale, e vado al mio solito posto, perchè ognuno di noi occupa sempre lo stesso, ma non dormi mai tranquillo e un dormiveglia, al minimo passaggio ti svegli per non trovarti la mattina seguente senza lo zaino o senza le scarpe. Stanco morto vi lascio con una buonanotte, (almeno per voi) io domani devo alzarmi presto: alle 5,30 prima che la città riprenda a pulsare.

Ajeje Brasorv…uno di noi

Pubblicato: 30 aprile 2008 da massitutor in stra-cult

Avvocati da marciapiede

Pubblicato: 29 aprile 2008 da massitutor in civiltà, televisione

Li chiamano così gli Avvocati di strada in questo servizio andato in onda la settimana scorsa su La7, all’interno del programma Omnibus. Lo riportiamo per chi non l’avesse visto; perchè è sempre interessante osservare l’occhio un po’ naif che i media hanno verso la gente di strada. Ci siamo anche noi di Asfalto. Inoltre è un altro modo per ricordare Lupo che, rimasto solo, è stato ucciso dalla banalità del male di un branco di giovani belve.

MILANO era un sogno italiano

Pubblicato: 26 aprile 2008 da massitutor in pensieri in libertà, sogni, viaggio

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La società è come
il fumo di una sigaretta
come le ciminiere di Milano

il posto in fabbrica rassicurava la vita
e si poteva far crescre
qualcosa, il futuro italiano

gli amori diventavano più concreti
per tutti a Milano la vita era un sogno
che si realizzava

chi arrivava a stormi coi treni dal sud
con le valige di cartone,
rondini a primavera
che tornavan nelle grondaie
amiche di braccia possenti
dell’industria che chiamava.

la società è come
il fumo di una sigaretta
come le ciminiere di milano

il sogno italiano
si faceva bello
con il lavoro che c’era
si poteva vedere tutto
con più serenità

Berlusconi era ancora alla ricerca del suo fare
e del suo dire, prometteva già
non so se per vizio o per culo
già dall’ora vinceva sempre e non moriva mai
faceva piangere anche la madonnina

chi a comprato la casa
e chi a visto cresciere la vita
i tempi eran buoni e sopratutto veri

come curare giardini in fiore
dove ogni volta nasceva un amore
e che bell’amore, che bella vita

chissà se a distanza di anni sarà ancora così
quello che sto raccontando
la mia Milano, Milano di ieri

ma come era bella Milano, Milano di ieri
il lavoro, la famiglia
si sognava l’Alfetta
per poi sembrare signori
anche se signori non lo si era
era l’orgoglio della mia Milano di ieri

la società è come
il fumo di una sigaretta
come le ciminiere di Milano
e quel profumo di uova strapazzate
e che tempi
40 di e 40 not ,o me bela madunina

Liberazioni

Pubblicato: 25 aprile 2008 da massitutor in libertà, politica

giornali-LOCALIA quanto pare le elezioni recenti non hanno ancora cancellato il 25 aprile: la festa della Liberazione del nostro paese sembra insomma aver superato la soglia di sbarramento e, dentro o fuori dal Parlamento (soprattutto fuori) tira avanti, magari in modi e forme diverse. Era da un po’ che non passavo dal sito dell’amico Jacopo Fo. Oltre alla bella nostalgia per Alcatraz ho trovato questo comunicato di Beppe Grillo che lancia il V2 Day iniziativa sulla libertà di informazione, che magari sarà già nota ai più, ma che mi sento di appoggiare anche su Asfalto. Comunque la si pensi su Vaffanculo Day, Grillo e grillini dobbiamo essere consapevoli che questo piccolo spazio conquistato con un click può essere sempre a rischio e non dobbiamo mai sentirci sicuri, chiusi nelle nostre piccole o grandi riserve indiane.
Ecco il comunicato di Grillo e l’elenco delle piazze dove si raccogleranno le firme contro la congiura dei media. 

L’Italia non ha una informazione libera. Questo è il motivo per il quale nessuna televisione, nessun giornale sta promuovendo il referendum del 25 aprile per una "Libera informazione in un libero Stato". Sarebbe la loro fine. Ho bisogno del tuo aiuto. Diffondi la notizia e i punti di raccolta delle firme elencati di seguito.
Per chi vuole un’informazione libera in Italia per firmare il 25 aprile per i tre referendum:

1- abolizione dell’ordine dei giornalisti di Mussolini
2- cancellazione dei contributi pubblici all’editoria, che la rende dipendente dalla politica
3- eliminazione del Testo Unico Gasparri sulla radiotelevisione, per un’informazione libera dal duopolio Partiti-Mediaset

Il 25 aprile saremo in 460 punti in tutta Italia e in città su 5 continenti.
Trova quello più vicino a te su:
http://www.beppegrillo.it/v2day/mappa/

Coraggio!
Beppe Grillo.

In zona…
Bologna, Via delle Belle Arti, 18 – dalle 10 alle 18
Bologna, Piazza Giuseppe Verdi – dalle 10 alle 23

Week-end a scrocco

Pubblicato: 24 aprile 2008 da massitutor in week end a scrocco
zuppa
Ritorna, a grande sorpresa, la più attesa delle rubriche di Asfalto: weekendascrocco! Guida squattrinata per squattrinati incalliti, che nei lunghi e vuoti week end metropolitani hanno voglia di passare il tempo decentemente spendendo il meno possibile. Gratis è meglio. Il primo appuntamento è uno sbaffo assicurato: il Terzo Gran Festival Internazionale della Zuppa. Siamo un po’ arrugginiti e cercheremo di aggiornaree migliorare la rubrica per questo fine settimana e per il prossimo ponte del primo maggio. Intanto…

La settimana della Zuppa.

Giovedì 24 aprile 2008 ore 20.30

La nuit de la soupe ovvero la Soppa bura della Cà Bura.

(Parco dei Giardini in via Arcoveggio)
Con danza urbana e performance “Il cantiere dell’arte”.

5 Aprile 2008

Sessantatresima Festa della Liberazione via Stoppato Bologna-Corticella.

Programma del 25 Aprile 2008

Ore 15.00 accettazione zuppe in gara (zuppen-desk)
Ore 16.00 … la strada si anima!
Ore 17.00 inizio gran assaggio delle zuppe
Ore 18.30 spettacolo di circo con artisti da Lille, Barcellona e Bologna
Ore 19.30 premiazione e festa finale con i Fuori Orbita

Per la terza volta il Festival della Zuppa: più internazionale che mai! Arrivano con furore dalla Spagna e dalla Francia gli artisti circensi inzuppati. A Corticella, nella periferia di Bologna, si mescolano nuovamente ingredienti, odori e sapori delle zuppe del mondo. La prestigiosissima giuria del gran concorso della Zuppa più buona del mondo attribuirà anche quest’anno i mestoli d’oro, d’argento e di bronzo. Il vincitore farà assaggiare la sua zuppa ad uno dei Festival Europei della Zuppa!

Pubblicità

Pubblicato: 24 aprile 2008 da massitutor in civiltà, politica
La pubblicità è l’anima del commercio soprattutto…. prima di investirne i profitti

Tronisti – Noi come loro

Pubblicato: 23 aprile 2008 da massitutor in pensieri in libertà, televisione

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Anche noi come loro… soffriamo, ci annoiamo e ci incazziamo con i nostri simili. Come loro produciamo rumori molesti e frasi sconnesse. E, come loro, ci meritiamo tutto. Il futuro è di chi sa stare ben saldo sul suo trono.

Colto di sorpresa ed assolutamente entusiasta pubblico qui un’articolo-inchiesta inviatoci da un ragazzo che ha vissuto la strada. Conosce il nostro Blog, si è spostato a Firenze ed ha scritto un articolo sulla prima accoglienza dell’importante città toscana. Sinceramente una delle migliori cose che mi è capitato di leggere in questi mesi. Si fa chiamare Bruco e ha promesso di proseguire questo rapporto di collaborazione. Sarebbe molto bello e aspettiamo di seguirlo nel suo percorso in giro per le strade d’Italia. Grazie e a presto. Buona lettura, ne vale la pena.

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Veltroni quache tempo fa disse che al termine del suo incarico come sindaco di Roma avrebbe abbandonato la politica italiana per occuparsi dell’Africa, sostenendo che la politica non dovrebbe essere un mestiere ma una sorta di passaggio transitorio ed appassinato nella cosa pubblica, ed al tempo stesso un modo per garantite il necessario ricambio della classe politica.
Mentre il terzo mondo attende l’apertura di nuove sale cinematografiche ed un festival del cinema africano io torno alla mia di Africa: la strada in cui ho vissuto per circa tre anni e mezzo per fare il punto della situazione sull’accoglienza e i servizi per coloro che vivono o finiscono in strada.
Ho indossato per un giorno i panni di un senza fissa dimora di primo pelo e per essere credibile mi sono costruito una storia ed un profilo
oggi sarò un ragazzo che da alcuni giorni ha perduto la casa perchè non riesce più a pagare l’affitto, con unvalidità civile all’ ottantacinque per cento, visto che il dato è reale porto con me i documenti che lo attestano, porto anche il contratto d’affitto che in una sua clausola capestro prevede l’immediata cessassione del contratto se entro il cinque di ogni mese non venisse pagato regolarmente l’affitto. Per l’aspetto esteriore non ho dovuto far nulla, da quattro mesi dormo con gli tessi vestiti che porto nell’orto e con cui vado a lavorare, aggiunto al fatto che il poco sapone che langue sulla mensola del bagno è privo di istruzioni ed io diffido.
Il copione mi pare ben confezionato così anche i costumi ed il trucco, l’ambientazione, lo sfodo sarà la città di Firenze in cui abito da circa quattro mesi.
Parto dalla stazione centrale che da sempre in ogni grande città è un’idicatore di povertà, è li che si ritrovano barboni, tossicodipendenti, il piccolo spaccio e il ritrovo di emarginati di varia natura e nazionalità.
Ad eccezione di un gruppetto di senza dimora che stazionano permanentemente sotto una tettoia fuori dalla stazione e che pare non essere motivo di interesse per la polizia ferroviaria, non trovo situazione di degrado di nessun tipo, stazione pulita e ben presidiata e così anche all’esterno. Con lo zaino in spalla ed il mio costume da barbone catturo lo sguardo di molti passanti, ma questo accade sempre quando vengo in città da libero e integrato cittadino. Fuori dalla stazione trovo un parcheggio per il noleggio di biciclette, un segnale di ecologia e modernità degne di una città moderna. E’ gestito da una coperativa sociale, l’operatrice tenta una difesa dal freddo infagottandosi in due cappotti legge una rivista, mi accoglie con una certa ruvidezza, con tono polizziesco mi chiede se ho i documenti e sono residente perchè altrimenti sono cinque euro al giorno anziche due per i residenti. Desisto.
Per orientarmi porto con me la seconda pagina di Fuori Binario il giornale di strada di Firenze, sono indicati i servizi pubblici e privati rivolti agli adulti in difficoltà: mense, centri di ascolto, dormitori, bagni docce pubbliche e persino un deposito bagagli, cinquantanove servizi in tutto, manca la voce “dormitori pubblici” e non certo per disattenzione di Fuori Binario. Non so come intrepretare questo dato, ma lo registro. Il barbone che sto impersonando direbbe: “E io dove cazzo vado a dormire?” Al corredo del mio barbone mi tocca aggiungere un aspetto emotivo che non avevo previsto e cioè una giusta dose di ansia, indignazione o rabbia a seconda del vivello culturale e di civiltà del malcapitato. Opto per una dose moderata dei tre elementi. Ma accade un’altra cosa che non avevo previsto e di cui prenderò coscienza solo il giono dopo; il giovane che si diletta a fare del giornalismo sociale si fonde lentamente con l’altro giovane finito in strada, ne nasce una nuova figura “Il Barbone col taccuino”.
Grazie alle indicazione della ruvida operatrice del noleggio delle biciclette mi dirigo allo sportello “Accoglienza e Integrazione” di via Giuseppe Verdi nel centro di Firenze, una grossa struttura che accoglie diversi servi ed uffici, compreso l’ufficio delle entrate.Racconto quella che ormai è diventata la mia storia, ma l’uscere preposto al primo contatto con il pubblico mi dice che il servizio è rivolto solo ed esclusivamente ai residenti della zona centrale di Firenze, cerco di insistere ma ottengo solo un’indicazione verbale per l’Albergo Popolare in via Delle Chiese, altri tre quartidora di cammino.
La considerazione che ho immediatamente fatto è quella che ho maturata da tempo e cioè che il diritto sancito per legge si perde di fatto nelle successive regolamentazione: leggi, regolamenti, eccezioni, per poi perdersi in pochi passaggi.
Chiedere spiegazioni non serve, potresti senrti rispondere “Le leggi non le faccio io” oppure “Caro signore ha mia sentito parlare di legge Regionale o di decentramento”? Ovviamente il giovane che ho portato in scena è appena finito in strada, allo scuro da tutto questo, sa solo che è finito in strada e cerca un posto per la notte, ma a lui viene in qualche modo ricondotta la responsabilità della sua condizione, e se il mal capitato non è abbastanza accorto potrebbe lui stesso ritenersi l’unico responsabile di ciò che gli accade, e che forse sarebbe stato suo dovere leggersi per tempo l’ultima finanziaria o perlomeno sfogliare il Sole 24 ore di tanto in tanto.
Mi dirigo all’Albergo Popolare cercando di incassare il colpo, affranto e rabbioso. Ad un certo punto incrocio in una vetrina la mia immagine ed in un attimo mi riapproprio della mia storia reale, sorrido ed il passo torna ad essere sostenuto e fiero, vedermi così bello però potrebbe solleticare il mio compiacimento e farmi perdere la postura pigra e rassegnata tipica di chi vive in strada. Troppo orgoglio e dignità non sempre favoriscono le relazioni di aiuto, sarebbe bene addomesticarle e ridurle ad ulmilta e compostezza. Mi impongo di non cercare più la mia immagine nelle vetrine e quando finalmente arrivo allo sportello dell’Albergo Popolare racconto all’operatrice la mia storia, non un filo di rabbia nulla che possa indisporre la mia interlocutrice; senza coscienza sono ripiombato nel personaggio. Il posto letto sarà disponibile fra cinque giorni e per i non residenti solo per quindici giorni e totalmente gratuito, scaduti i quali si paga un euro al giorno, non ho però chiaro se questa seconda fase è valida solo per i residenti, poco importa, l’obbiettivo resta trovere un posto letto entro sera. L’operatrice mi suggerisce gentilmente di rivolgermi in via del Loene all’associazione Arcobaleno pochi isolati più in la. Trovo un’operatrice molto gentile, che mi dice che purtroppo si occupano solo di residenti in carico ai servizi e mi suggerisce di fare richiesta in comune per la residenza fittizia, e con il tagliando dell’anagrafe di rivolgermi ad un assistente sociale con la quale una volta individuato un percorso potrò in seguito accedere ai loro servizi (un letto) e ad alcune mense. Nel frattempo si adopera per cercare l’indirizzo della Caritas di cui però non conosce bene il servizio e dunque con il foglietto scritto a mano mi dirigo in via Del Porcellana 28 “San Paolino”.
Registro che come Bologna anche Firenze attua la politica dell’accoglienza dissuavisa e cioè “Io ti accolgo, ma non ho quasi nulla da darti”.
Non c’è tempo per le considerazioni è quasi l’una, ho fame mi fanno male i piedi e come se non bastasse ho la vescica che spinge, in campagna sono abituato a farla fuori ma qui la trovo dura, di andare in un Bar non se ne parla di certo, conciato da barbone e anche un filino incazzato per questo frustrante pellegrinaggio mi tocca incassare pure l’indisponenza di un barista, magari non capita ma non voglio correre rischi. Mi rifugio in un internet point gestito da un indiano, fino a prova contraria io sono al mio paese e l’immigrato è lui, non dovrei avere problemi in questa relazione. Un volo in bagno e una breve occhiata alla posta eletronica, e con settantacinque centesimi ho preso due piccioni con una vescica, la mia. Va detto che in “emergenza fredo” le cose sarebbero andate differentemente, avrei trovato da dormire sicuramente in breve tempo, difatti il comune apre per l’occasione e solo per questa una struttura gestita all’Ospitale delle Rifiorenze gestita da una giovane cooperativa che al termine dell’emergenza freddo chiude per i barboni destinando poi la struttura al turismo giovanile che altrimenti non potrebbe transitare per Firenze. Sono le quattro del pomeriggio, sono stanco e posseduto dal mio sconfitto e rabbioso personaggio, voglio solo tornare a casa, riposarmi e bermi almeno un paio birre.
Mi sento mesto e riflessivo come un piccolo Bertinotti.

Chissà e chi non sa

Pubblicato: 19 aprile 2008 da massitutor in Uncategorized

celeChissà e chi non sa
la storia d’amore
e sempre la più bella

chi viene, chi va
chi lo sa, chi non lo sa
non e poi così difficile
amarsi un pò, o forse amarsi
ancora di più

laggiù laggiù
nell’orizzonte di valle
cerco con il mio sguardo
la cosa più piccola
piccolo amore.

Chissà e chi non sa, eccolo la
le ore d’amore, che passeremo insieme
due braccia che si cercano
due occhi che si incontrano

gli occhi miei, gli occhi tuoi
amami se puoi
ti amerò anche io
insieme noi

per tutto il cammino della vita
fino all’ultimo respiro
chissà e chi non sa
la storia d’amore
e sempre la più bella

chissà e chi non sa la storia d’amore
è sempre la più bella
chi viene chi va
chi lo sa, chi non lo sa

non è poi così difficile
amarsi un pò o forse di più
chissà e chi non sa
la storia d’amore
e sempre la più bella
chissà e chi non sa