Archivio per novembre, 2008

Grande spazio in queste settimane per il dormitorio Massimo Zaccarelli, in via del Lazzaretto 15, a Bologna. E giustamente perché per tutti noi quel posto è simbolico e importante, a partire dal nome che porta. Inoltre a giorni partirà l’ "Emergenza freddo" dentro allo Zac e ci saranno tante cose da raccontare, credo. Un posto, lo Zaccarelli, che è più di un dormitorio: perché noi sappiamo che in ogni letto c’è una persona e che in ogni operatore c’è un essere umano pensante.
Qualcuno nei post qui sotto ha raccontato il suo pezzo di storia con la forza del tratto di Paz, una forza tale non può essere contenuta nei commenti: è per questo che le riporto qui sotto, in modo che questo grande romanzo collettivo possa prendere sempre più forma. Raccontare la vita, la notte, il tempo che scorre in un riparo notturno, qualunque esso sia. Questo vogliamo continuare a fare insieme a tutti quelli che sanno cosa significa. Grazie a chi è passato e a chiunque lascerà un segno.

quelli che lo Zac

… lo Zac? ma chi è lo Zac? Sembra il nome di uno dei personaggi di A. Pazienza: uno di quelli che si aggirano di notte tra i vicoli di Bologna, sotto i portici, tra il vapore del piscio fresco di un gatto e e l’odore di tortellini della "sgnaura" del primo piano… in quella Bologna che ormai degli anni ’60/’70 ha solo il ricordo dei nostalgici ed uno strascico di fama per chi non la abita più e ne sente ancora risuonare l’eco… ma non quello delle schitarrate nelle cantine tra vino e ideali, l’eco delle "madonne" dei borghesotti che si lamentano per una risata universitaria in Piazza S.Stefano, per un frisbee che vola in P.zza S.Francesco, per una birra in più tra le mani di uno "straniero" in Via Belle Arti…
Distratti dall’"indotto" non ci si accorge che la città muore sotto le palpebre chiuse di chi non sa ascoltare l’"altro", dentro le parole intolleranti di chi non sa rispettare la ricchezza del "diverso", tra le unghie di chi graffia ogni giorno i diritti umani per difendere il proprio status, nell’ipocrisia di chi ignora il disagio del proprio vicino… Bologna la dotta che non sa neppure chi è Zac, la grassa che non immagina neppure quanti personaggi siano contenuti nello Zac!
Si perché Zac potrebbe essere un bellissimo personaggio di Pazienza: alto e secco, con la paglia in bocca ed il buco fresco nel braccio; grande e grosso con il tatuaggio sul bicipite ed il prurito alle mani ogni volta che qualcuno lo guarda "strano"; basso e tarchiato con lo stomaco gonfio di etilico e la voglia di litigare un po’; giovane e bello, con la pelle olivastra e gli occhi profondi di un viaggio di speranze finito male; brutto ma fico, uno di quelli un pò loschi che piace tanto perché non si lascia sapere mai fino in fondo e sai che ti fotterà, ma non sai bene come; tondo, ancora grasso di un benessere passato, perso in un battito di ciglia, senza lavoro e fuori casa senza capirne il perché; artista maledetto, sesso droga e rock & roll che roll e roll e… roll; vecchio di esperienza con una ruga per ogni errore… Ma quanti personaggi avrebbe potuto inventare Pazienza con quel nome?
Infiniti come infiniti sono quelli che effettivamente passano dallo Zac che non è una persona ma un luogo: è la "casa degli invisibili".
E’ lo Zaccarelli, un dormitorio nella prima periferia di Bologna, che raccoglie storie di vita diverse e le sdraia una accanto all’altra, dentro corpi che già le raccontano da sé, su materassi pieni di vita, sotto coperte che nascondono la storia di ieri, la difficoltà di oggi, dentro armadietti che contengono cose…case!
E’ la realtà dei senza fissa dimora più fortunati che questa notte avranno una coperta sulla pancia e domani "speriamo vada meglio"; è la realtà degli operatori "pari" e di quelli "dispari" che ogni sera aprono la struttura ed accolgono gli ospiti uno ad uno: ciascuno col proprio bagaglio, con le proprie zavorre, con le proprie paure, con le proprie difficoltà, con le proprie richieste, relazioni, reazioni e modalità, ciascuno semplicemente e diversamente il frutto della propria storia! Tutti diversi ma tutti schiacciati dentro la stessa realtà, emarginati dietro la stessa etichetta, tutti standardizzati negli stessi bisogni primari della "bassa soglia" dove i diritti di base non sono per nulla scontati ma brillano di privilegio perché, si sa, c’è anche chi sta peggio… a Bologna e non solo!
Lo Zac è un luogo che si trasforma in sensazioni, emozioni, suggestioni: è il vapore dell’ultima goccia di vino prima di entrare, un giardino deserto, un mozzicone succhiato all’osso e lasciato morire sull’asfalto, l’odore pesante di una giornata per strada, il neon freddo di un corridoio vuoto, l’ufficio in vetrina di chi si mette ancora in gioco, un pezzo di vita tatuato sulla pelle, l’urlo di chi non ci sa stare, lo sguardo alienato dentro al tubo catodico, il litigio per chi ha spento la luce, un bacio strappato dietro l’angolo, la bestemmia di chi non sa più con chi prendersela, il grazie di una donna in fuga, la rabbia di chi non trova lavoro, la paura di tornare per strada, il panico dell’instabilità, la solitudine del migrante, le lacrime di chi naviga nel buio, il bisogno di ascolto, l’aggressività di chi ce l’ha col mondo, la provocazione di chi ti identifica con l’istituzione, una sedia che ti accoglie, la fila per parlare, un ospite che sta’ male, le monete che scendono nel distributore di bevande, la scrivania come barriera, maschere che salgono e maschere che scendono, un sorriso regalato ed uno negato, l’équipe come forza, gli strumenti per capire, il collega stanco, la fatica del ruolo, il burn out di chi è troppo scoperto, la voglia di conoscere, la curiosità di sapere, l’energia da scambiare, il desiderio di sapere… la macchina burocratica che deve andare avanti, nonostante tutto!
Lo Zac è questo e molto altro se lo sai vedere: è il "vicino" che ti sbatte l’anima allo specchio, è l’"altro" che ti discute l’etica, è il "diverso" che ti ribalta gli schemi, è lo "straniero" con un’ottica diversa della vita, è l’"invisibile" che incontri solo con gli occhiali giusti, sei tu se hai ancora voglia di "sporcarti le mani" di vita…
Allora, con un po’ d’ironia, se lo Zac fosse un fumetto, sarebbe un personaggio fantastico che cambia faccia ogni giorno ed ogni giorno ha una vita da raccontare e mille da ascoltare, un problema da risolvere e mille da affrontare, un sorriso da trovare e mille ancora da regalare, una mano da chiedere e mille da stringere, il fondo degli occhi da navigare, un nuovo paio di occhiali da indossare!

Svegliaaaa!… un urlo mi rimbomba le tempie: un altro brutto sogno?! No, è la vita! Ogni mattina mi sveglia con un grido che mi riempie la testa, mi scende nello stomaco e rigurgita rabbia… ogni mattina che mi sveglia così vorrei sputargli in faccia, ma poi ho paura e non lo faccio… e allora spero solo non sia più di turno quell’operatore che chissà cosa gli hanno fatto perché mi entri ogni volta nella vita senza neppure chiedere permesso… e allora mi rannicchio dentro quel materasso abitato dalle storie di tutti quelli che l’hanno dormito, sotto le coperte del mio nido che all’inizio mi faceva schifo e ringrazio il mio dio di avere almeno questo posto in ‘sto mondo che sembra non volermi da nessuna parte!
"Grazie, adesso mi alzo" -dico- "ancora cinque minuti" -penso- "ancora tutta la vita" -spero-… ancora cinque minuti di sogni prima del gelo: chiudo le palpebre e lascio che la mente voli al mio paese, tra la mia gente, con la mia famiglia… Volo nello spazio e attraverso il tempo e mi ritrovo tra le spezie di casa, sotto le coperte ad aspettare il bacio del buongiorno di mia madre: undici baci del buongiorno, uno per ogni figlio, uno ogni giorno! Io ho avuto un bacio al giorno per nove anni, poi mio padre è morto e da quel giorno mi hanno detto che dovevo diventare grande, così ho lasciato la scuola e sono andato in fabbrica!
Qui è inverno ormai ed io ho paura che mi mandino via dal dormitorio, ho paura del freddo, ho paura che mi congeli il sangue e mi uccida l’anima!
Chissà se anche lui ha paura di qualcosa? Chissà se anche gli operatori hanno paura? Chissà perché fanno gli operatori?
Oggi mancano 27 giorni alla scadenza del mio permesso di soggiorno e l’ansia sale… Oggi è il 27 del mese e non ho lavorato abbastanza per mandare sufficienti soldi a casa e l’ansia sale…
Mia madre deve essere operata all’aorta, i miei figli devono andare a scuola per una vita migliore della mia, mio fratello ha perso il lavoro ed ha quattro figli da fare studiare… tutti contano su di me perché la famiglia ha investito tutto ciò che aveva sul mio viaggio verso la fortuna, nel paese delle opportunità…
Chissà se anche lui ha una famiglia? Chissà se anche gli operatori avevano il bacio del buongiorno ogni mattina?
Oggi comprerò una bella carta da lettere e dalla mia panchina della Montagnola scriverò la lettera del mese di Novembre: racconterò loro della casa nuova, della macchina che ho comprato, degli amici che ho trovato e della richiesta di permesso per farli venire tutti in viaggio qui, magari per Natale, magari per un po’, magari per operare mamma, magari tutti assieme, magari fosse vero!
Li vorrei tutti qui, nel paese dei balocchi che si sdraia al sole del Mediterraneo e ti invita a salire sulla giostra senza dirti del biglietto che dovrai pagare!
O forse non vorrei mai essere venuto qui sullo stivale che ti prende a calci nel culo ed ogni giorno ti violenta un diritto diverso!
O forse non so neppure più cosa vorrei!
Certe mattine come questa vorrei non fosse mai mattina, vorrei restare qui nella tana e non uscire più, vorrei fermare il tempo e cambiare l’ingranaggio che non va…
Chissà se anche lui certe mattine vorrebbe non esistere?
Chissà come sono le mattine degli operatori?
Chissà, forse gli operatori mi direbbero che ogni mattina è diversa dalle altre per ogni vita di operatore che è altro…
Ma allora perché noi utenti siamo spesso tutti uguali? Allora perché le mie giornate sono spesso la copia delle precedenti?
Questa è una di quelle mattine in cui vorrei "non essere" e spero solo di essere il sogno di un gigante che presto finirà… è una di quelle mattine che semplicemente vorrei non fosse…
Poi mi tiro su e penso che presto sarà diverso, che un giorno toccherò i sogni, anche per tutti quelli che non li sognano neppure più…
e intanto mi accontento di essere un fumetto dello Zac!

I Pro e i Contro della Libertà

Pubblicato: 27 novembre 2008 da massitutor in lavoro, libertà, operatori dispari
pigsIn una versione apocrifa del famoso episodio tratto dall’Odissea, Lion Feuchtwanger sostenne che i marinai ammaliati dalla maga Circe e trasformati in scrofe, trovarono oltremodo soddisfacente la loro nuova condizione e si opposero disperatamente ai tentativi di Ulisse di ridare loro sembianze umane.
Allorchè questi disse loro di aver trovato delle erbe magiche in grado di spezzare l’incantesimo che li imprigionava e che essi sarebbero presto tornati nuovamente uomini, i Marinai/Scrofe se la dettero a gambe a tutta velocità piantando in assi il loro Zelante Salvatore.
Alla fine questi riuscì a prenderne uno e a strofinargli l’erba magica sul dorso; ed ecco che dal corpo setoloso dell’animale spuntò fuori Elpenoro, un uomo, sotto tutti i punti di vista assolutamente normale. Il "liberato".
Elpenoro non fu affatto grato a Ulisse di tale liberazione e attaccò furiosamente il suo "liberatore":

E così sei tornato, farabutto, ficcanaso che non sei altro? Vuoi tornare ad affligerci e tormentarci, desideri ancora esporre i nostri corpi ai pericoli e costringere i nostri cuori a prendere sempre nuove decisioni?
Com’ero felice; potevo sguazzare nel fango e crogiolarmi al sole; potevo trangugiare e ingozzarmi, grugnire e stridere, ed ero libero da pensieri e dubbi: "Che devo fare, questo o quello?"
Perché sei tornato? Per rigettarmi nell’odiosa vita che conducevo prima?

Z. Bauman

Quante storie sono partite dai fiori…

Pubblicato: 26 novembre 2008 da massitutor in pensieri in libertà

woman_flowerA PARTIRE DAI FIORI

Tu che sei così bella
e stai per avere
tutto quello che una donna vorrebbe avere
a partire dai fiori.

Gli amori, gli amori
quante pagine di storia
che riempano la sazietà del cuore

ti fa ancora più bella di quel che sei,
in un attimo che fugge la tua felicità.

un eterno amore che tutte le volte
finisce e ricomincia,
finisce e ricomincia
quante pagine di storia che riempono la sazietà del cuore
perché l’amore se non ci fosse bisognerebbe inventarlo

e se vuoi condividerlo con me
allora incomincerà una nuova storia
che farà bene sia a me che te

tu che sei così bella e stai per avere
tutto quello che una donna deve avere
a partire dai fiori

gli amori, gli amori a partire dai fiori a partire dai fiori.

Che tu sia Benedetta

Pubblicato: 24 novembre 2008 da massitutor in lavoro, rielaborazione

Quando lavoro quì non esco e non entro,
mi sento bombardato.

Cominciano ad arrivare.
Alcuni varcano la soglia come se fossero dei giocatori di rugby
altri ondeggiano, rotolano, liquidano,
scivolano in ogni direzione.

Il tempo mi scivola addosso 
scorre diverso da ogni altro posto in cui sono stata
a volte si appiccica, come carta moschicida,
sulla pelle.

Un sacco di domande affollano la mia mente
succede tutte le volte.
"quanto durerà? quando finirà?

Meglio non pensare.

Torno a casa
nelle tasche ritrovo le parole che mi sono state buttate addosso questa notte.
Le spargo sul tavolo 
…leggo la solita storia.

Questa è la mancia stasera.

Live Zac 048La notte quì è come il testo di Massi Tutorè simile a qualcosa di incomprensibile ma più simile a qualcosa di inverosimile. Alle volte pensiamo a cosa sta succedendo in quelle ore a Bologna,
che si ferma e che riprende ad andare, che si ferma e che riprende ad andare,
che si ferma e che riprende ad andare,
che si ferma e che riprende ad andare….

Bologna dalle 18 alle 21 è come il capolinea del 35: fino a quì arrivano solo loro. E dalle 21 in poi si divide fra chi entra e chi esce dal ventre della notte.
Quando lavoro quì non esco e non entro, semplicemente Sto (P).
Allora entriamo quì: l’ufficio per noi è come un rifugio antiatomico e noi ci sentiamo bombardati quando cominciano ad arrivare gli ospiti. Alcuni varcano la soglia come se fossero dei giocatori di rugby sulla linea di meta, altri invece rotolano ondeggiano liquidano scivolano in ogni direzione.
Il tempo scorre diverso da ogni altro posto in cui siamo stati: il tempo ci scivola addosso, alle volte si appiccica come carta moschicida sulla pelle, mentre altre sere sembra come una doccia ghiacciata in pieno inverno.
Un sacco di domande affollano la nostra mente prima di entrare in turno e succede tutte le volte: "quanto durerà? quando finirà? ma passerà?"
Le risposte? Non le vogliamo, meglio non pensare.
Lavorare quì allo zac è un fare o un non fare? E’ un pieno o un vuoto? Lontano da vicino e dal resto del mondo.
Torno a casa e nelle tasche ritrovo tutte le parole che mi sono state buttate addosso questa notte, le spargo sul tavolo e leggo la solita storia.
Questa è la mancia stasera.

A Massi Tutor con affetto simpatia e allegria….
(bene, andrea, miki e maria alè alè)

Tele tranzollo numero zero

Pubblicato: 19 novembre 2008 da massitutor in droga, laboratorio, salute, tele asfalto, tele tranzollo

Pubblichiamo la registrazione fedele di un dialogo fra due persone che, ognuna a modo suo, vive la strada. Kurt e Tony. Saluti, opinioni e scambi sulla vita di strada e sugli eventi di questa faticosissima settimana. C.S.D. chissà che non diventi una rubrica.
comunicazioni lontaneTONY: Ue cumpà, allora come butta lì a Bologna?
KURT: A Bologna tutto nella norma tutto bene, e dalle tue parti?
TONY: Un casino guarda… Vedi cos’è successo a quel poveraccio di Rimini… Zachy lo conosceva. Poi cominciano a girare certe voci… Che partono le ronde, boh?
KURT: Si ho sentito anche io del poveraccio di Rimini che hanno dato fuoco, bei pezzi di merda brucerei loro, salutami Zachy anche se non lo conosco, e poi cosa sono ste ronde le cagate che a pensato la Lega.
TONY: Ma qui girano voci strane di ronde di cittadini e di un elenco di noialtri sfigati che dovrebbe fare lo Stato… Ma te ne sai qualcosa?
KURT: Per quello che ho letto dovrebbero fare un registro di persone senza dimora, ma la cosa strana è che a volerlo sono quelli del ministero dell’interno: è strano che la polizia con tutto quello che ha da fare pensa ai barboni, a registrarli, e poi delle ronde vorrebbero assumere guardie giurate o semplici cittadini a girare per la città non si sa se armati, ma non vi è troppa forza dell’ordine che girerà?
TONY: Ma io veramente ho sentito che di mezzo c’è la Lega Nord, che è una sua proposta… Poi è vero che lo deve fare la Polizia… Ti risulta?
KURT: La proposta è stata fatta dalla Lega Nord ma sto registro deve farlo il ministero dell’interno quindi la polizia, non gli assistenti sociali perché i barboni non vanno aiutati con gli assistenti sociali ma schedati dalla polizia come dei delinquenti qualsiasi spero qualcuno insorga magari il papa dica la sua.
TONY: Ué! Non sarai mica diventato leghista a stare a Bologna?!! Delinquente.
KURT: Leghista io? Mai veramente lascio la politica ai politici gente ladra e senza sapere cosa è veramente la politica incapace di comandare una nazione e scherzando saremo tutti schedati noi poveri senza tetto dobbiamo fare qualcosa!
TONY: Sì ma che cosa?
KURT: Non far finta di nulla!

KURT: Arre! Ancora qua stai.
TONY: Miiiinchia… Qua non smette più di pioveeere, mannaggiammuerte.
KURT: So due giorni che piove pero andiamo avanti.
TONY: Stiamo in mezzo alla via sotto l’acqua e quei cornuti ci vogliono anche schedare… Ma per farne cosa poi?! ‘Sti cornutt.
KURT: Non solo mezza alla strada e sotto l’acqua ma sta scheda che voglion fare la farà il ministero dell’interno uguale polizia i giornali dicono per la sicurezza ‘sti infami.
TONY: La sicurezza di chi limorté…! x-(  hai sentito quello che è successo a Rimini? E sarebbero insicure le persone "normali" perchè uno dorme o si siede in strada? Che wonderful world!
KURT: Sicuramente la sicurezza dei nostri politici o dei nostri industriali o dei nostri ricchi non avrei risposta, non penso che un semplice cittadino si preoccupi di un barbone che è per strada, avrà da preoccuparsi ad arrivare a fine mese; mi dispiace per l’amico di Rimini che porta il mio stesso cognome ma viviamo in un mondo di merda dove sappiamo fare i forti solo con i più deboli, bella merda,  ma le cose vanno al contrario sono insicure le persone normali che lavorano invece chi sta in strada per un problema è da chiudere non da aiutare bella sfigaaaaaaaaaaa
TONY: Coraggio cumpà. Mi sembra che hai le idee molto chiare sull’argomento. L’esperienza di strada in effetti a volte ti apre gli occhi. So cosa vuoi dire.
KURT: Forse hai ragione l’esperienza insegna tante cose ti apre gl’occhi ma penso anche che tutta questa gente che vive in strada non lo fa perchè vuole vivere in strada,  forse qualcuno ma la maggioranza vorrebbe una casa,  un lavoro qualunque esso sia e non vivere sotto i servizi per quel che possono aiutarti,  invece di aiutare concretamente queste persone escludiamole facendo un registro cosi saremo tutti marchiati, dei fannulloni barboni
TONY: Ciao Vecchio Kurt! E, come dice mio padre, TESTA FRA LE ORECCHIE!
KURT: Ciao bello alla prossima stammi bene e che qualcuno che a il potere politico ci metta un freno a tutte queste idiozie, e invece di schedare aiutare concretamente queste persone perché anche loro hanno dei diritti e quindi rispettiamoli.

In quale cielo sei?

Pubblicato: 14 novembre 2008 da massitutor in pensieri in libertà, sogni
Ad un certo punto della vita passa una stella. Tu esprimi un desiderio diviso in tre parti: per te, per gli altri e per il mondo in cui vivi: anche un albero o un animale, che sono importanti come la vita. E importante per ogni forma vivente è che possa vivere senza essere distrutta. Sto preparando il mio natale e vorrei che sotto l’albero ci fossero tanti bellissimi regali come la poesia che vi stò scrivendo.
dove sei?

In quale cielo sei
stella dei desideri miei
che lasci la scia
che indichi una via al mio pensiero

desidero un mondo di uguali
che non sofrano più la fame,
un muro di ferro
che indichi la pace
con tante armi
fuse insieme
come monumento
verso il futuro

l’uomo che duri fin dove possa durare
senza una guerra o una pena
che lo fermi prima

un albero che cresca
fin dove deve crescere
senza mai esser tagliato,
darà ossigeno
migliorerà il respiro
farà grande la foresta
ammazzonica
lungo il corso del Rio

inoltre desidero amore
come voglio e come posso
perché gli anni che passano
son la mia saggezza,
verso l’ingrigire

ma passano bene
di un qualcosa che ha bisogno
di vivere per tutta la sua vita
un fuoco che bruci da solo
senza che nessuno gli butti acqua,
la lunga vita che serve a capire
tutta la mia saggezza

in quale cielo sei
stella dei desideri miei
che lasci la scia
che indichi una via
al mio pensiero.

Un posto dove andare

Pubblicato: 13 novembre 2008 da massitutor in assistenze e bisogni, civiltà, operatori dispari, televisione

Accolgo volentieri la segnalazione del nostro amico Maurizio Rotars della Bar Boon Band di Milano: dopo una storia come quella di Rimini, che è una storia di abbandono prima che di violenza, vediamo, in questa intervista ai volontari del Centro S.O.S Exodus della Stazione Centrale di Milano, quanto sia importante il semplice gesto dell’esserci.

Povertà = (in)sicurezza

Pubblicato: 12 novembre 2008 da massitutor in civiltà, televisione

Gli danno fuoco mentre dorme in strada
in gravi condizioni un clochard di Rimini

Da qualche giorno il Senato ha approvato un provvedimento che dovrebbe portare alla compilazione di un registro nazionale delle persone senza tetto. Una sorta di censimento da consegnare poi al Ministero degli Interni. Sì, alla polizia, non ai servizi sociali o sanitari, o magari al Ministero dell’economia. Nell’idea che la povertà e l’esclusione siano problemi di ordine pubblico, di sicurezza sociale. Un marciapiede pulito equivale a una società più sicura. Ma chi è veramente in pericolo, in strada? Torneremo approfonditamente sull’argomento, intanto qualcuno, a Rimini, ha già cominciato a fare pulizia.

La Notizia: RIMINI – Lo hanno cosparso di benzina mentre dormiva su una panchina in via Flaminia, a Rimini, e gli hanno dato fuoco. L’uomo senza fissa dimora si è salvato solo grazie a una ragazza che questa notte, verso l’una, passando sulla strada, lo ha visto avvolto dalle fiamme e ha chiamato il 118.

L’uomo ha riportato ustioni di secondo e terzo grado sul 40 per cento del corpo. E’ stato trasportato d’urgenza al reparto grandi ustionati dell’ospedale di Padova. I medici hanno assicurato che la sua vita non è in pericolo ma si sono riservati la prognosi.
Il senzatetto è arrivato vigile in ospedale e ha detto di chiamarsi Andrea Rizzo, 46 anni, di Taranto, ma dovrebbe invece chiamarsi Andrea Severi. L’equivoco è nato anche dal fatto che l’uomo fornisce di solito il cognome di Rizzo che però sembra appartenere a un parente. Ha detto anche, nonostante fosse sotto choc, di essersi svegliato per il grande calore che lo avvolgeva e di non aver notato nessuno nelle vicinanze. Accanto alla panchina sulla quale dormiva è stata rinvenuta dai vigili del fuoco una bottiglia vuota che odorava di liquido infiammabile con il quale probabilmente è stato dato fuoco all’uomo.

Qualunque siano le sue generalità, l’uomo è un senzatetto conosciuto dalle associazioni di volontariato che operano a Rimini, in particolare dalla Capanna di Betlemme che spesso ha avuto contatti con lui anche se si rifiutava di andare a dormire da loro nonostante le ripetute offerte di riparo. Cristian Gianfreda, uno dei volontari dell’associazione, ha detto di conoscerlo, e lo definisce gentile e tranquillo. "Non ha problemi con la giustizia né con qualcuno in particolare. E’ solo un individuo con un dramma personale che cerca di scappare da una situazione difficile, tutto qui". Un gruppo di uomini della Capanna è partito per Padova, dove si è recata anche una squadra della polizia scientifica di Rimini per rilevare le impronti digitali dell’uomo e per verificare la sua identità.
Secondo il volontario della Capanna di Betlemme sarebbe intanto da escludere l’ipotesi del tentativo di suicidio: "Andrea è un solitario che rifugge i luoghi affollati come le stazioni" ha spiegato Gianfreda, "ma questo lo ha anche tenuto lontano dalla nostra sede, nella quale pure a volte lo abbiamo accolto. Ma il fatto di stare sempre da solo ne ha fatto probabilmente un facile bersaglio per qualche malintenzionato che voleva mettere in atto una barbarie. Lui fra l’altro staziona sempre sulle stesse panchine, quindi tutti sapevano dove trovarlo".

Ignoti i responsabili del gesto sconsiderato, ma è certo che non appena verranno identificati "saranno duramente perseguiti" ha assicurato il sindaco del capoluogo romagnolo, Alberto Ravaioli. Commentando a caldo l’accaduto, il primo cittadino ha giudicato l’episodio un "atto gravissimo". "Sentiremo come sono andati esattamente i fatti. Si tratta di un gesto esecrabile e cercheremo di trovare i responsabili che saranno duramente perseguiti", ha aggiunto.
Sgomento da parte delle autorità locali, delle tante associazioni di volontariato e del centro sociale Paz che ha convocato un presidio pubblico "per Andrea e la sua vita". "E’ doveroso denunciare con tutte le forze questo atto di violenza premeditata" ha scritto la Diocesi di Rimini, convinta che si tratti di "un gesto terribile che non appartiene alla cultura di questa città".

"Verrebbe da dire che l’episodio si commenta da solo, ma occorre invece commentare con indignazione", ha affermato Paolo Pezzana, presidente della Fiopsd, Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora. "Non è la prima volta, e temiamo che non sarà l’ultima, perché la cultura dell’intolleranza che sta dilagando in modo subdolo, negata da tutti però praticata nella realtà, poi ha delle conseguenze, fa delle vittime – ha proseguito Pezzana – La lotta contro questa banalizzazione non deve finire, ed è per questo che non si può lasciare che questi episodi si commentino da soli".