"la Dozza" 08/07/2007
Ciao amici del blog di Asfalto.
Oggi è domenica. In carcere questo giorno è il peggiore. Per chi è fuori la domenica è un giorno di riposo ed è giusto così, perché dopo aver lavorato una settimana un giorno di riposo è sacro santo.
Invece qua è un giorno come tutti gli altri, soltanto che tutto si ferma. Gli avvocati fanno festa, gli agenti pure, i colloqui sono chiusi, le telefonate idem. E’ un giorno diverso per queste persone ma non per noi. Se non ci fosse la messa non ti sembrerebbe domenica. In carcere impari ad apprezzare quelle piccole cose a cui fuori non fai più caso. Un caffè qua è oro. Fuori ne bevi dieci senza dare importanza del perché li bevi. Qui anche una sigaretta offerta è come il sangue della persona che si esaurisce goccia dopo goccia. Insomma quelle cose cui fuori non dai importanza qua diventano sopravvivenza. Parecchie persone pensano che tutti i carcerati siano individui privi di sentimenti ma la mia esperienza non è così. Ci sono persone che in determinati periodi della vita perdono per svariati motivi il lume della ragione commettendo errori che la società non tollera.
Anch’io, per esempio, sotto effetto di una sostanza (minias) ho commesso errori fino ad arrivare a subire una condanna e ottenere l’ennesima carcerazione. Ammetto di aver sbagliato ma questo non vuol dire che io non sia una persona come tutte le altre, con un cuore, un cervello, piedi, gambe, ecc e che non viva sentimenti veri. Anche io ho un sogno nel cassetto e non vorrei solo stare bene e costruirmi per i restanti anni di vita una famiglia a cui voler bene. Proprio così, voler bene! Quel bene che mi è stato tolto nella mia infanzia e poi in gioventù. Non giudico chi mi ha privato di questo ma giudico chi vuole impedirmi di raggiungere il mio sogno nel cassetto. Spero di essere stato chiaro e di mandare un messaggio pulito a tutti quelli che stanno vivendo un momento di sconforto e di far capire che il carcere non paga i sogni, ma li distrugge.
Ciao ragazzi,
con stima
Dario Monetti