Archivio per la categoria ‘under bridge’

Saluto a Via Libia

Pubblicato: 9 febbraio 2013 da massitutor in amicizia, asfalto fuoriporta, tutto cominciò così, under bridge

entrata-via-libia-69Sotto al ponte di via Libia è passato un intero popolo: la gente che ha dato vita a Piazza Grande, Street Jazz, il Bici Centro, il Mercatino dell’Usato e le prime attività che hanno costituito la Cooperativa Fare Mondi. Ma l’ultimo baluardo di impegno ed attività era La Fraternal Compagnia di Massimo e Tania: sono loro che hanno fatto di più ed hanno creduto di più in quel posto, salvandolo di fatto dal degrado, e sono loro che, giustamente, portano via la bandiera.
L’amico Massimo Macchiavelli ha scritto una cosa di rara intensità e bellezza. C’è tantissimo qua dentro: tutto un mondo di frontiera e un’umanità fatta di enorme benevolenza verso i più deboli. Grazie.
Chissà se tutto ciò potesse mai diventare uno dei suoi spettacoli…

Era un inverno della mia vita, uno di quelli che duranno dieci anni, quando capitai sotto questo ponte abitato da esseri reietti che avevano una forma vagamente umana, dopo aver cercato consolazione alla neve del mio cuore tra le luci del mondo , improvvisamente in questo antro buio ritrovai mè stesso, e allora io e gli esseri oscuri ci rimboccammo le maniche, cercammo tra le pieghe dei miei desideri e trovammo uno stimolo alla vita. Uscimmo da quel portone rosso per portare la buona novella al mondo che per un pò ci ascoltò, ci vezzeggiò, ma poi ci abbandonò. Io ormai avevo ripreso la via della luce e negli anni nonostante i mei compagni di viaggio cadessero falcidiati dal freddo dell’indifferenza io mi accocolai tra le braccia di due angeli e volai, cercai di trascinare anche gli esseri ma caddero ad uno ad uno. Ora guardo quel portone rosso e le immagini scorrono in un viaggio verso la luce e penso che il mio destino è altrove. Addio ghetto nascosto sotto il ponte addio creature della notte che avete creduto nel sogno e mi avete strappato all’incubo. Non dimenticherò, non lo farò, i vostri scheletri grigi mi accompagneranno ogni volta che la luce si farà troppo forte, ogni volta che potrei perdere il cammino.

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h 14.30–16.00 Sala Borsa, terzo piano

Sarà presentato il percorso “Bologna senza fissa dimora”.

Progettato in collaborazione con "Piazza Grande","Cooperative La Strada" e "La Rupe", "Urban Center" e "Mappe Urbane". Al termine premiazione dei vincitori del concorso giornalistico Transeuropa, un premio per nuove voci dell'informazione organizzato dal festival. www.transeuropafestival.eu

Tour Bologna Senza Fissa Dimora

Clicca QUI per la mappa online del percorso

Il percorso guidato da persone senza fissa dimora è effettuato da esperti conoscitori di Bologna, cerca di mostrare un altro modo di vivere e percorrere la città, mettendo in luce la mobilità sotterranea e spesso ignorata di coloro che hanno come dimora la città stessa. Scopriremo diverse percezioni della città e differenti modi di usufruirne, ma anche significati condivisi e programmi comuni.

Partenza:

h 16.00-18.00 Sala Borsa, Piazza Nettuno

Percorso:

Sala Borsa: partenza con letture di impressioni dalla strada “La Piazza del Sole
Bagni Via IV Novembre: un crocevia, una sosta veloce
Via Nosadella 34 (Congregazione "Sorelle dei poveri"): l'inizio della giornata, la Prima Colazione
Via Santa Caterina, di fronte al civico 59 Mensa serale della fraternità (Caritas): un traguardo           importante, un'accoglienza per chi ha girato e sperato
Via Petralata 58/60. Sportello Sociale Quartiere Saragozza: la risposta istituzionale ai bisogni
*  Il tour si concluderà con un aperitivo in Piazza S.Francesco 4 al Bar "Dè Marchi"
EXTRA festival: l'appuntamento OFF della giornata bolognese è la performance multimediale
          “Diario di un operatore di merda” al "Club66", in via del Pratello 66 alle 22.00
Ci allieteranno musicalmente:
  Diego D'Agata: Voce-basso
  Michele Freguglia: beatbox-basso-samples
  Maxmanz: Live Drawing

http://www.myspace/operatoredimerdawww.operatoredimerda.splinder.com

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Vedi anche le altre mappe di Asfalto

Vagabond Geographic
La mappa dei servizi di Bologna (2009)
I luoghi della vita (io sono stato qui)

http://picasaweb.google.it/s/c/bin/slideshow.swf
si ringrazia Gloria per le foto
 

Una cover per Roberto

Pubblicato: 10 gennaio 2008 da massitutor in morte, stra-cult, under bridge

Il nuovo anno si apre in modo duro e inesorabile. Roberto, il nostro Underbridge, non è più fra di noi: se n’è andato proprio l’ultimo giorno dell’anno vecchio, come fosse un alieno in missione segreta nel nostro mondo e che, assolutamente entro il 2007, avrebbe dovuto terminare la sua missione sul nostro pianeta. A Robertone sarebbe piaciuta questa storia e sarebbe andato avanti a costruirci sopra storie per mezza giornata, con sprazzi anche nel giorno successivo. Quando ho saputo della morte di Roberto ho pensato a tante cose… tipo: dove saranno finite ora tutte quelle idee pazzesche che transitavano nella sua mente? Che strada avrà preso il suo Stile? E i suoi disegni, i progetti? E infine Come farò a scrivere un saluto a Roberto che gli sarebbe piaciuto? Come è possibile raccontare la personalità complessa e sfuggente di un personaggio (nel vero senso della parola) come Roberto? Parlando di questo, Clai mi suggerisce che forse il modo più giusto sarebbe quello di immaginare un racconto costruito inseguendo gli schemi mentali e i collegamenti avventurosi tipici di Robby. Sì è vero. Non sarà facile, ma ci voglio provare.
Sapete cosa sono le cover no? Sono quelle interpretazioni di canzoni, più o meno famose, da parte di altri artisti. A volte cercando di copiare maniacalmente l’originale, altre volte stravolgendo completamente l’originale stesso. Ecco quello che vorrei riuscire a fare ora, per Roberto e per chi non l’ha conosciuto, una cover del suo pensiero o più umilmente di quello che è rimasto dentro di me. Già sapendo che un sacco di roba rimarrà fuori e spunterà qua e là, in qualcosa che dico o che faccio, mentre scelgo il colore di una maglia o la forma di un occhiale. Perché Roberto aveva uno stile di vita tutto suo e in questo caso la parola “stile” ha veramente un peso importante.

Sì, tu dici “bicicletta” caro Andrej… si fa presto a dire bicicletta ma tu sai che storia c’è dietro alla “bicicletta”? I romani la chiamavano “biga”, era di legno e non aveva i freni. Col tempo l’hanno portata anche qui in Emilia, dove c’erano i Galli boys, ed ecco perché anche oggi, qui a Bologna si dice Prestami la Biga!
Che poi è tutta una leggenda quella della gara delle bighe! Ma sì Max! Che ne sai te? c’erano dei cavalli che facevano un gran polverone girando e tutti lì con ‘sta biga a correre di qua e di là. Poi, sempre a proposito della Biga, dopo la caduta dell’Impero romano, nel medioevo un frate toscano, dopo un pellegrinaggio in Cina, è tornato qua con un sacchetto di piccole biglie di ferro che lungo il tragitto usava per cuscino: da cui il nome Cuscinetti. Me lo potresti cercare su Internet?
Che poi anche ‘sta storia dei Cuscinetti la raccontava anche Herzog in un vecchio film distribuito solo in oriente, ma non so se lo si trova più…magari faccio una ricerca in Sala Borsa e se c’è te lo porto che era bello: dei gran colori, belle luci. In realtà infatti era un film sul colore Rosso, non tanto sui cuscinetti o su ‘sto frate. Potremmo fare anche un cineforum qui no? Che dici Max? Cosa? Wim Wenders? Te l’ho già detto che non capisce un cazzo di cinema quello! Wenders una volta gli è rimasta la videocamera accesa mentre viaggiava in macchina nel deserto, da quel video ha tratto un film, da lì è nato il suo successo ed eccolo lì che va in giro per Lisbona.
No, dai, veramente: possiamo fare questa rassegna di cortometraggi di registi lituani di cui ti parlavo ieri, la chiamiamo Stra-Cult al Porto, oppure ViadelCult… insomma poi a questo ci pensiamo. E poi, alla fine della rassegna proietteremo il nostro film “The Movie” che per allora sarà già finito. Ma come “Quale film” Max? Quello che faremo qui al Centro diurno. Quella storia di quel tizio che sogna di due ragazze operatrici che vengono qui per la prima volta, una è bionda e l’altra di colore, noi seguiamo tutta la loro giornata… Che poi in realtà, l’hai capito no? è un film sulla figura della Vergine Maria nel nostro tempo. Che ne dici?
Ok Roberto. Non so se ho capito, ma lo faremo questo film, lo faremo… In qualche modo.

Robby Underbridge ha vissuto circondato dallo stile, dall’idea della parola giusta, del gesto giusto al momento giusto. Spero sia stato il momento giusto per lui e spero di aver reso omaggio a quello stile che tanto cercava e che in parte ci ha insegnato a cercare. Ciao Roberto.

Pubblicato: 10 settembre 2007 da massitutor in under bridge

graffioCamminando per strada avrete sicuramente notato quei segni colorati sui muri. Sono talmente comuni che ormai non ci si fa più caso, vanno dalle scritte d’amore ai segni casuali a vere e proprie opere d’arte, arte effimera destinata a sparire, ma comunque arte.
In fondo anche di Leonardo non è rimasto quasi niente, ma la cosa più importante il cenacolo (dipinto su un muro) si è salvato, buon intonaco!
Attualmente vi sono artisti famosi in tutto il mondo per i lavori che fanno.
Tutto è iniziato con la roccia, un fatto naturale lasciare una traccia del proprio passaggio, una freccia un segno, questo è un graffito. Ancora oggi la gente lascia una data, firma, lucchetto, cuore etc. queste cose le capisco bene. A Firenze stavo portando a casa un ricciolo del
PERSEO, proprio quando stava partendo il martello un passante mi ha fatto notare che era un originale e non una copia. Ma proprio quello volevo! Cellini sulla mia srivania sarebbe stato bene. Dovetti darmi a rapidissima fuga, il tipo stava telefonando alla Pula.
La storia come sempre è diversa, non quella che vogliono far passare i grandi artisti. La storia, anche quella dell’arte, la fa la gente. Chi erano questi ragazzi? In massima parte messicani (chicanos) e a seguito tutta l’america latina. Gente in cerca di un mondo che desse qualche possibilità. Il fatto era che scappavano da qualcosa che conoscevano per un salto nel buio. Infatti di possibbilità in U.S.A. non ce ne sono, non per loro, in più erano costretti a vedere quello che non avrebbero mai potuto avere. I Messicani erano diversi, il viaggio era più breve, i problemi, quelli degli altri. Però la cosa importante era che i ragazzi erano i nipoti dei più grandi Muralisti del mondo. Nati in un paese dove tutti gli edifici pubblici hanno i muri affrescati anche da artisti ricchi e famosi che lo fecero gratis, in nome dei valori della vita. Iniziarono in pochi, in breve diventarono movimento artistico ma sconosciuto!piede

La fantasia latina si mise all’opera, visto che nessuno ci viene a vedere saremo noi ad andare da loro! e cominciarono con le mostre itineranti, praticamente si misero a dipingere i treni e i metrò, le gallerie itineranti, ottima idea! I treni viaggiavano per tutti gli U.S.A. I ragazzi erano quasi tutti intossicati dalla COLLA e con quella si facevano i loro viaggi!
La loro droga, visto che non potevano comprare altro, le loro vernici preferite ORO e ARGENTO METALLIZZATI tirati su per il naso naturalmente. A Bologna esiste una cooperativa di graffitisti molto bravi, lavorano per il Comune. Personalmente sono contrario al casino che sta facendo il Comune. L’arte non deve sottostare a nessuna imposizione, deve essere libera di esprimersi come dove e quando gli pare! Comunque grazie al Comune che farà ripulire i muri dando a qualcuno la possibilità di lavorare, ma sopratutto grazie per i muri puliti così sono pronti a prendere un pò di colore (il grigio cemento stanca gli occhi).

S.O.S.

Pubblicato: 4 giugno 2007 da massitutor in droga, under bridge

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underbridge

SOTTO O’ STRESS
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Ma che ora è!? Mi sono appena svegliato e sto malissimo! ma dov’è cazzo e intanto parte la ricerca, meticolosissima, della pallina infrascata la sera prima ma la ricerca è infruttuosa perché a un tratto ci si ricorda che ce la siamo già fatta durante la notte. Questo non ci ferma, assolutamente, perché in ogni caso ne lascio sempre un po’ per la mattina ma oggi, no, ho usato l’aspirapolvere ma niente, mi accontenterò dei filtri. Mi vesto nel solito modo, jeans di corallo rosso, stivali al titanio, gilè di marmo verde con sfumature rosa, siringa con ricerca automatica della vena, acqua di fogna fresca e fragrante, tutto a posto, posso andare a cercare la storia… e incomincia lo st(r)ess. Sarà una giornata di sbattimento, ma pronto a tutto mi incammino verso il solito posto. Altra categoria, il cavallo, il cavallo si trova tra due fuochi, tra i compratori e i venditori doppio stress, ma almeno porta a casa il suo, il cavallo deve essere veloce, sempre pronto a tornare, la sua corsa è difficile perché oltre ai clienti, ai puscher, ci sono anche quelli della narcotici sempre gli stessi, nascosti dietro colonne, macchine etc, con soprannomi che ricordano i telefilm americani (Simon, Tarantino, Serpico, Spartaco, Cavallo pazzo, Il Nero) In pista c’è di tutto e di più. I cavalli durano poco, ma non sempre, la razza ha prodotto dei campioni ancora in pista e al galoppo nonostante l’età, e le tante corse. Per una selezione naturale sono sempre stati  liberi, la cosa ha dato ottimi frutti sopratutto con l’incrocio con l’arabo, il lusitano e il purosangue inglese. In seguito il sardo ha fatto il resto. Il grande quarto di miglio bolognese. La storia in realtà è un grande stress, ti fai, poi cala e ti devi rifare, i soldi, aspettare il tipo, occhi sempre aperti etc. Questo è stress vero e proprio, hanno un bel dire gli operatori dei sert che vogliono l’indennità antistress, secondo me l’indennizzo dovrebbero averlo i tossici, con la vita che si fa si dura poco, e male, poi coca e psicofarmaci fanno il resto, quindi prendetevela facile e rilassatevi, vi sentirete subito meglio.

THE BIKER

Pubblicato: 12 marzo 2007 da massitutor in under bridge

The biker sarebbe il MOTOCICLISTA. Il tipo il giorno del motoraduno, il raduno al lago di SUVIANA sull’appennino Emiliano. Il nostro amico, di prima mattina, come un antico cavaliere medievale, comincia con LA VESTIZIONE. Terminata la prima fase ci sono i bacetti a tutti, tutti a casa, sbarba compresa.Under Bridge
Si fa chimare biker e sarebbe il MOTOCICLISTA. OGGI è il grande giorno del motoraduno IL PIU IMPORTANTE. Appena sveglio: Vestizione, stivali foderati in acciaio, pantaloni e giubottone di pelle, casco e guanti a mano. E’ come il cavaliere ANTICO, splendida armatura, e potente cavalcatura. Bacetti alla mamma e alla sbarba e… Via…
Si, perchè al raduno ci va da solo. PRIMO APPUNTAMENTO, la sbarba da raduno, che bardatissima lo aspetta. SECONDO APPUNTAMENTO: al bivio di Casalecchio, direzione SUVIANA. Passando per Porretta terme. Da qui parte il grande serpente che si allunga per 60 Km. Le moto in fila una dietro l’altra sfilano ininterrottamente per 24 ore. All’arrivo si paga pedaggio. Gli organizzatori sono gli italiani della ADLER SWARTZ (in nome di un biker tedesco morto in un icidente sull’appennino tosco/emiliano). Gli invitati sono i TEUTONICI NIBELUNGHI della ELEFANTTROTTEN: i più tosti e incazzati biker che ci son sulla faccia della terra. Con loro non ce la farebbero neanche tutte le Bande californiane riunite. La Festa si fà perchè gli italiani si sono gemellati coi crucchi e vengono regolarmente invitati alle loro feste. I nibelunghi inoltre hanno intessuto tutta una serie di amicizie, alleanze, gemellaggi, unioni, per cui si sono alleati con tutti, ma proprio tutti i più forti.
Tanto da essere tenuti in considerazione anche dai neo zelandesi, che sono i più tosti e incazzati. LE loro bande fanno cagare sotto anche ai californiani. Naturalmente se vi fosse una guerra mondiale dei motociclisti i nibelunghi restaurerebbero definitivamente un loro quarto e millenario REICH.
Il momento del pedaggio è il più importante, non importa la moto lucida, la bardatura, le palle sul serbatoio, no: l’essenziale è la sbarba. Se non c’è, si guarderanno tra di loro, gli italiani penseranno: un uomo in più, una donna in meno, i tedeschi, una donna in meno un uomo in più, modo diverso di vedere le cose ma stessa filosofia. Visto che la donna è la metà del cielo; questo è un uomo a metà, ma romperà ugualmente le palle. Diversa valutazione ma stessa conclusione. Con i due posti occupati sarete gidicati bene e non pregiudicati.
C’è chi,  al posto della sbarba, porta (nel sidecar) tre dame (damigiane) da 50 litri, chi distilla per il raduno dell’ottima grappa, da offrire fino a esaurimento (DAMA DA 50 LT) NON si tratta di formalismo, nè di etichetta, la cosa è giusta, non ci si presenta ad una festa a mani vuote anche poco ma qualcosa si porta senpre. L’organizzazione viaggia alla grande: 24 BIRRERIE, 5 palchi con musica viva, ben distamziati, vari punti ristoro, bagni, docce, acqua calda, acqua fredda, griglie con tanta legna secca, tutto per bere, mangiare, ballare, sballare, scopare. In più un bellissimo lago, l’ultimo giorno, la notte, 2 ore di bellissimi fuochi artificiali sul lago. La mattina il battito cardiaco delle moto sveglia la valle, arrivederci alla prossima.
GLI ITALIANI ricambieranno in inverno, al raduno dei trotter. Il loro raduno si svolge in circostanze climatiche particolari: alta bavaria 2 metri di neve, legna bagnata, motori ghiacciati, 20 sotto zero. Tanto che la gente per scaldare i motori usa la carbonella, quando non si riesce a fare abbastanza brace con la legna umida. Partendo dal battito cardiaco (regolarmente brevettato) alcuni pensano che la moto sia cosa viva, di conseguenza il battito va regolato su quello del biker, il motore ascoltato attentamente per scoprire eventuali pre sintomi di qualcosa che eventualmente potrebbe farla soffrire, va ascoltata ATTENTAMENTE OGNI TIPO DI VIBRAZIONE. LA LUNGA E SORRIDENTE OMBRA DEI NIBELUNGHI SI ALLUNGHERA’ SULLA GRANDE FESTA.

La ''biga''

Pubblicato: 28 febbraio 2007 da massitutor in under bridge

Under BridgeIL mio primo amore si chiamava GRAZIELLA, era bellissima, l’avevo a metà col mio fratellino e cosa importantissima aveva il contachilometri, cosa più importante dei diritti di proprietà, accampati ora dall’uno ora dall’altro, per un ragazzino di 7 anni un vero sballo quel contachilometri. Ne ho avute tante altre, belle, brutte, cretine. Qualcuna mi è rimasta nel cuore, le altre dimenticate, quasi  un rapporto amoroso. Un rapporto di amicizia o odio obbligatorio, visto che è tantissima la gente che la usa. Per  usarla, venderla, comprarla, rubarla, smontarla e cannibalizarla. La biga apre mercati altrimenti chiusi (direbbe Berlusconi). Pensate solo a trance e catene. Più diventa robusta la catena più la trancia diventa tagliente. Una corsa che durerà per l’eternità. Allora appena si prende la biga si compra la catena senza mai perdere d’occhio la biga (molto importante NON lasciare MAI la bici incustodita). A questo punto qualsiasi biga avrete ne dovrete aver cura, è molto importante, perchè insieme potrete fare molta strada. Le cose importanti sono, gomme, oliare i fili dei freni, la catena e i gommini dei freni, e regolazione di sella e manubrio. Piano piano vi accorgerete che diventerete tutt’uno con la biga. Tra l’andarci e curarne la manutenzione la biga diventa una vera e propria filosofia (praticamente ZEN ) Guardate i vantaggi che offre preferenziali, portici, sensi unici, marciapieedi e chi più ne ha più ne metta. Poi prendete in considerazione i vantaggi che ne avrete    a forza di respirare polveri sottili in breve tempo Metallizzerete tutto l’organismo diventerete inossidabili a tutto, certo non otterrete l’effetto CROMATURA che hanno tutti i vecchi ciclisti bolognesi, quelle sono METALIZZAZIONI che si raggiungono solo dopo milioni di chilometri e decenni di uso  CIAO e….BUONA SGAMBATA.