Archivio per dicembre, 2008

Scendi dalle stelle

Pubblicato: 27 dicembre 2008 da massitutor in civiltà, morte
Come diceva quella canzone di Natale… e vieni in una grotta, al freddo e al gelo.

Dal sito di "informazione sicula", SiciliaInformazioni:

Senza tetto muore per il freddo a Siracusa, viveva in una grotta

"Tragedia di Natale a Siracusa. A pochi metri da alberghi e palazzi, una donna di 53 anni senza fissa dimora è morta. Probabilmente per il freddo. Il corpo è stato rinvenuto in una grotta che si trova nella balza di Acradina, un costone roccioso nel quale si aprono diversi anfratti naturali nel cuore di Siracusa non distante da palazzi e alberghi.
La donna è una polacca. E’ la stessa zona nella quale, lo scorso mese di febbraio un altro polacco era morto, stroncato dal freddo. La donna sarebbe deceduta la notte scorsa, ma il corpo è stato trovato oggi. Quando sul posto sono giunte le pattuglie dei carabinieri, per la vittima non c’era ormai più nulla da fare.
Sulla vicenda il sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Siracusa Filippo Focardi ha avviato un’inchiesta ed affidato al dottor Francesco Coco il compito di eseguire – probabilmente già nella giornata di domani – l’autopsia.
La balza di AcradinaOggi su disposizione del sindaco Roberto Visentin la polizia municipale ha effettuato lo sgombero delle grotte nelle quali alcuni nuclei familiari di senza casa si erano ormai stabilmente impiantati. Complessivamente sono state sgomberate tredici persone: una di queste, un polacco, è stato ricoverato all’ospedale "Umberto I" di Siracusa per via delle sue  precarie condizioni di salute.
Altri quattro polacchi, che stavano nella stessa grotta assieme alla donna morta ed al loro connazionale condotto in ospedale, sono stati invece trasferiti nel centro-roulotte di contrada "Rinaura", dove sono attualmente ospitati altri senzatetto.
Nello stesso centro sono stati condotti otto romeni che si erano da qualche tempo sistemati in un’altra grotta della zona. La balza di Acradina è un luogo molto noto a Siracusa: lì, a novembre del 1994, si svolse l’incontro tra Papa Giovani Paolo II e i fedeli, in occasione della visita che il Pontefice fece per la dedicazione del santuario della Madonna delle Lacrime. (gv)"

…Ah! Quanto ti costò l’avermi amato.

Il presepe dello Zac

Pubblicato: 23 dicembre 2008 da massitutor in dormire, lavoro
Creato da qualcuno che ha utilizzato i bicchieri di plastica di caffè usati, una forchetta e un cucchiaio sempre di plastica che fungono da Maria e Giuseppe un rotolo di carta igienica e per finire il tubetto di shampoo come Gesù bambino. Ecologico, unico!! nel suo genere. Scopriremo l’impavido inventore.

Buon Natale a tutti.

Il presepe dello zac

Come stavamo fuori

Pubblicato: 23 dicembre 2008 da massitutor in amicizia, asfalto fuoriporta, felicità, gite, laboratorio, musica, tele asfalto

Una volta, alla fine del 2008, siamo usciti dalle stanze del Centro diurno di via del Porto, a Bologna e siamo andati a fare un giro per le strade. Quelle stesse strade di sempre, ma con uno scopo diverso. Senza uno scopo. Siamo usciti ed è stato bello. In un certo senso speriamo di non vederci più: perché quando non ci si vede più, qua in via del Porto, può essere un segno positivo, che qualcosa è cambiato.

Queste immagini rappresentano i nostri auguri per le feste e un pensiero positivo per l’anno prossimo.
e a New York? Clicca quiQuesta è la terza settimana che sto all’Emergenza freddo.
L’Emergenza freddo è un capannone messo a disposizione del comune in via del Lazzaretto 15, è diviso in tre stanze due per uomini e una per donne, per un totale di circa 47 posti letto.  Non proprio letti, ma brandine
, infine due bagni.
Comunque vi dico che se non ci fosse l’emergenza 
freddo molti ragazzi che vivono in strada sarebbero nella merda più assoluta, sarebbero in mezzo alla strada al freddo e, come  è successo a Napoli, potrebbe scapparci il morto per ipotermia, quindi dico a quelli che vengono all’Emergenza freddo di adeguarsi e di dire solo grazie al comune e a chi si occupa dell’Emergenza freddo invece di venire solo a rompere i coglioni alla gente che vuole riposare, è solo un’emergenza freddo non è un dormitorio.

"NAPOLI (9 dicembre)
– Il cadavere di un uomo, dell’età di 45-50 anni, senza documenti addosso ma ritenuto dalla polizia un clochard, è stato trovato in strada, nei pressi della stazione centrale di Napoli.
Sul posto, richiamata da alcuni passanti, è arrivata una volante della polizia che ha sollecitato l’intervento dell’ ambulanza del 118. Il medico che ha tentato di prestare i soccorsi ha constatato che l’uomo era già morto. Secondo la polizia, ad ucciderlo potrebbe essere stato il freddo della notte. La salma è stata portata all’obitorio del Secondo Policlinico dove verrà effettuata l’autopsia".
Questa è la breve notizia pubblicata da Il Mattino di Napoli il 9 Dicembre
. Dalla lettura dell’articolo non vi è notizia se il clochard fosse in contatto con associazioni che si occupano del sociale, o Caritas, o i servizi sociali o se fosse lui a non volere aiuto non si sa, ma resta il fatto che una persona non può morire di freddo in una città come Napoli o per meglio dire la stazione dove a tutte le ore la gente prende il treno. Quindi mi chiedo veramente nessuno ha visto il clochard o lo hanno lasciato morire di freddo sapendo che era un clochard? Che parola antica questa…
Perché spesso sui giornali si parla di Invisibili: mi chiedo come fa a essere invisibile un clochard o una persona qualsiasi buttata in strada? Come fa ad essere invisibile? Forse è arrivato il mago Copperfield a Napoli? Ma Le persone non scompaiono. Forse i clochard sì.

"Hanno i braccioli sia alle estremità e sopratutto in mezzo: sono le nuove panchine che il Sindaco di Verona, Flavio Tosi, sta facendo sistemare in città. Spariranno quindi le classiche panche, dove sbandati, barboni e poveri, si sistemavano per riposare. Il prototipo, scrive oggi il quotidiano diretto da Ugo Savoia, il «Corriere del Veneto», è stato installato ieri nei giardini di piazza Indipendenza, in quella che diventerà un’area pic nic legalè vista l’ordinanza che in città vieta di mangiare in molte aree storiche, per questione di decoro". Notizia pubblicata dalla stampa della scorsa settimana, aggiungiamo giusto due paroline. Il Sindaco ormai famoso per alcune ordinanze bizzarre vomita la sua ultima nata "panchine anti-barbone" che dire? Da un sindaco leghista possiamo aspettarci di tutto, ma questa è proprio il top. Primo, tutti si sdraiano sulle panchine e non solo i barboni, non capiamo da dove arrivi la frase anti-barbone allora tutte le persone che si sdraiano sulle panchine sono barboni, poi se i barboni si riposano che male fanno? Non hanno casa, non hanno un posto dove andare. Invece di togliere le panchine potrebbe dare un posto dove poter andare a queste persone, o per Natale potrebbe regalare un letto a qualcuno che ne ha bisogno, sicuramente non gli mancano le possibilità.

Stupido amore

Pubblicato: 22 dicembre 2008 da massitutor in pensieri in libertà
Oggi vi parlo di nuvole, tutte quelle nuvole che abbiamo nella testa quando siamo distratti dai litigi.

checosasonolenuvole2

Voglio uscire da quella porta,
perchè di te poco me ne importa,
voglio andare per la mia strada,
vado dove mi porta il mio cuore
in cerca di qualcuno da amare
veramente

hai presente il cielo,
mentre le nuvole camminano
piano piano, verso che cosa?
forse non si può capire
quello che c’è sotto

ma mai saprai dove
vanno le nuvole
e in qualunque
parte andranno
saranno sempre nuvole
che camminano
oltre quel muro
dell’amore

tanti i ritorni tanti i giorni
di  questo stupido amore
amore dove si litiga in tutto
e poi si finisce col far l’amore

e se sapessimo andare
dove vanno le nuvole
allora questo amore
sarebbe più bello

ma il fatto che non si sa mai
dove vanno le nuvole

non resta che andare
avanti insieme
e tutte le volte cercare
di capire questo amore

andando chissà dove
andando chissà dove
e seguendo le nuvole
strane, che non si sa
mai e poi mai dove vanno
come questo nostro stupido amore

Streeti_na_kole

Come già immaginerete non solo in Italia ci sono problemi legati alla tossicodipendenza. Esistono un pò in tutta Europa strutture che vanno incontro a queste problematiche.
Ma il modo di affrontare le diverse situazioni cambia di paese in paese e di città in città.
Vi vorrei raccontare di un progetto nato in Repubblica Ceca nel 2002 da un gruppo di operatori sociali che erano stanchi di stare seduti in un ufficio, come ad esempio può essere il droop-in in italia e hanno deciso che dovevano andare incontro ai bisogni di quei tossicodipendenti che vivevano in strada.
Bisognava stare vicino a quelle persone e, un bel giorno Tomas decide di prendere delle biciclette e, con altri tre operatori, andare in strada.
La cosa funziona così: tutti i giorni dalle 9 alle 7 di sera si può fare uno squillo a questi street workers e loro chiamano per sapere tu dove sei. Dopo circa 10 minuti al loro arrivo tu puoi chiedere il cambio di siringhe o magari un appuntamento col dottore o con l’avvocato piuttosto che l’assistente sociale e sono subito pronti ad accompagnarti.
Chiaramente si instaura un rapporto di fiducia reciproca e gli utenti non vedono più gli operatori come persone dall’altra parte della barricata, ma come veri amici a cui raccontare i propri problemi e le proprie aspettative.
La missione di questo progetto è di portare i servizi per le strade, appartamenti, piazze, bar, ed ovunque ce ne sia bisogno per fornire informazioni, forniture mediche e consigli ma soprattutto incoraggiare gli utenti ad un cambiamento positivo nel comportamento e il trattamento delle tossicodipendenze.
Lenka del laboratorio artistico quì in via del porto ci ha raccontato che parecchie volte gli street workers hanno salvato tante persone dall’overdose ma non solo. Hanno soprattutto condiviso i problemi dei loro utenti a 360 gradi e ancora adesso continuano a dare supporto psicologico a persone che vivono una vita in profonda solitudine.
Ancora adesso Lenka mantiene contatti tramite email con loro e ci racconta che sono felici che lei abbia cambiato vita e che ha smesso di fare certe cazzate. Questo dimostra un modo nuovo di relazionarsi tra operatori e tossicodipendenti un modo che io definirei alla "pari".
Speriamo che anche quì in Italia si possano fare dei passi avanti per quanto riguarda i rapporti diretti che coinvolgono stili di vita diversi nell’ambito del sociale e più precisamente per quella che viene chiamata la "riduzione del danno".

Lo ZAC ed Io

Pubblicato: 16 dicembre 2008 da massitutor in lavoro, operatori pari

Pietro-e-Ilario

Ma cos’è? cosa sarà? un parco, un posto occupato come tanti, un postaccio di merda?
Ma cosa sarà non si sa, un posto fantasma, ma il riparo notturno Massimo ZACCARELLI, meglio conosciuto come lo ZAC… è un luogo dove dimorano persone che, purtroppo, anche nel 2008, vivono e vagabondeggiano per le strade di Bologna, sarà anche una loro scelta, però è una vera vergogna, e non credo che il Comune di Bologna non possa fare qualcosa di più. Posso capire che ci può essere molta crisi <<Però>>.
È  arrivato l’inverno e per loro si aggiunge un altro problema, il freddo, la pioggia, il ghiaccio. Ti pare poco? è un grosso problema. Per fortuna per loro gli si aperta una porta, una grande porta: da alcuni giorni per fortuna si è attivato il piano freddo che consiste in una piccola struttura, che può ospitare 40 posti letto o poco più. Non è tanto però possono stare al caldo, fare una doccia e soprattutto possono riposarsi sul morbido. Questo è quello che il Comune può offrire a queste persone. Persone che vengono da ogni parte del mondo: sì perché oltre agli italiani ci sono molti stranieri. Mescolati a brande, respirando la stessa aria carica di fatica. Ognuno di loro ha il proprio problema e, credetemi, sono tantissimi.
Chi scrive queste righe è una persona che, suo malgrado, ha vissuto anche lui queste dure esperienze di vita di strada. Col tempo, e con tanti sforzi e sacrifici e passo dopo passo è riuscito a fare qualche scalino in più. Tempo fa è riuscito a trovarsi un lavoro in una cooperativa di pulizie e così è incominciato il suo percorso lavorativo.
Inizialmente entra appunto nel settore pulizie. Col tempo e con sforzi, sacrifici e anche con qualche “scivolatina” e inciampi, gli viene offerto di cambiare ruolo: dalle pulizie quindi a operatore “pari”. L’opportunità scatta proprio con il piano freddo, l’anno scorso. Dopo una piccola formazione comincia a lavorare proprio in questa struttura <<LO ZACCARELLI>>. Il campo di battaglia come prima esperienza: l’emergenza freddo è stata un po’ dura, però bene o male ce l’abbiamo fatta. Trascorre un anno, diciamo abbastanza bene.
Beh sì, diciamolo: sono scivolato e inciampato alcune volte, quelle volte che sono successe hanno interferito nel mio lavoro, e via di richiami e sospensioni. Sì, bocconi amari, però capisco che sono state ragionevoli e giuste.
Volevo dire anche che circa da due mesi è iniziato un corso presso AGEFORM per operatori pari, mi piace parteciparvi: uno perché è una buona formazione e ci può essere utile per svolgere al meglio il nostro lavoro e due perché tutti i partecipanti sono persone che conosco già da tempo, con le quali lavoro da tempo e, credetemi, sono tutti in gamba dal primo all’ultimo. Però malgrado tutto ciò ho un brutto presentimento: ed è che non riuscirò ad arrivare alla fine. Purtroppo da un po’ di tempo mi è calata di molto la memoria e di conseguenza faccio fatica, e molta a ricordarmi le cose, e all’esame finale temo che questo mi comprometterà molto. Comunque vedremo come finirà. Dopo tutta questa pappardella volevo aggiungere che per chi vuole fare qualcosa per cambiare la sua vita le soluzioni ci sono, bene o male per tutti. VOLERE è POTERE

Scritto da Ilario,
ex qualcosa
e neo qualcos’altro.

Telestrada

Pubblicato: 13 dicembre 2008 da massitutor in asfalto fuoriporta, televisione, tutto cominciò così

"LA STRADA SIAMO NOI"…online da sabato 13 dicembre 2008

Pubblichiamo il comunicato stampa diramato da Caritas di Catania, socio fio.PSD, sulla nascita di un giornale e una tv "di strada", ovvero con persone senza dimora presenti in redazione.
Scarp de’ tenis e Telestrada.
A Catania un giornale e una tv "di strada" gestiti dai senza fissa dimora.
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(…) la prima web tv "di strada" italiana con una redazione composta da senza fissa dimora, operatori e volontari Caritas, la stessa redazione che cura le pagine locali del mensile nazionale Scarp de’ tenis.

Sabato 13 dicembre 2008 alle ore 9,30 presso l’Help Center della Caritas diocesana di Catania (luogo altamente simbolico dove la redazione di strada si riunisce già da tre mesi), P.zza Giovanni XXIII. (…) Al termine dell’incontro saranno proiettati i documentari di strada prodotti dalla redazione. Inoltre l’idea è quella di una redazione giornalistica composta dai senza fissa dimora della città.

Al progetto Scarp de’ tenis, il mensile di strada nazionale, che ha aperto da poco a Catania una redazione locale, la Caritas diocesana di Catania affianca il progetto Telestrada  la prima web tv di strada italiana, con una redazione composta da senza fissa dimora, operatori e volontari.

La web tv di strada vuole rappresentare una voce indipendente e che completa il lavoro egregio dei mass media.
Telestrada dà voce ai protagonisti della strada, persone che vivono quotidianamente il disagio di non avere una casa, che sono ospiti dei dormitori e delle mense per i poveri della Caritas. Saranno loro in persona a raccontarsi e a raccontare le storie dei loro compagni di viaggio.

"La strada siamo noi" e non abbiamo affatto bisogno di alcuna mediazione di gente che vuole dare in pasto al pubblico il "caso umano" senza nessun rispetto della nostra dignità e della nostra opinione".
Telestrada è la voce vera di gente vera che la strada la vive ogni giorno.
Telestrada sarà on line direttamente dalla strada dal 13 dicembre 2008 all’indirizzo:
www.telestrada.it

Altre utili informazioni…
Il progetto rappresenta un’importante opportunità per gli esclusi e gli emarginati. Un giornale può dare voce a storie sconosciute, gettare una luce su vite che altrimenti rimarrebbero nell’ombra, e contribuire a modificare i luoghi comuni tramite cui le persone comuni considerano gli emarginati.
Scarp de’ tenis è un giornale di strada con una marcata identità. Nato nel 1994 per intuizione di un pubblicitario, Pietro Greppi, è stato sostenuto ben presto da Caritas Ambrosiana e da Cgil-Cisl-Uil provinciali di Milano, oltre che da altre associazioni del territorio. Dopo una breve interruzione, è tornato sulla strada nel 1996, edito da cooperativa Oltre, promossa da Caritas Ambrosiana: da allora ha inanellato 121 numeri senza pause, al ritmo di dieci uscite all’anno. Scarp è diffuso e  scritto da persone gravemente emarginate e senza dimora, persone che conoscono o hanno conosciuto la vita di strada, i dormitori, l’esclusione, la difficoltà di un reinserimento sociale e lavorativo. Per costoro è un’occasione di espressione, di affermazione della propria dignità, di lavoro, di integrazione del reddito, di ricostruzione delle capacità relazionali. Ciascuno dei venditori e molti degli autori sono seguiti, nel percorso di recupero e reinserimento, da operatori e servizi Caritas.

Esiste un forte legame tra i contenuti del giornale e il progetto sociale di cui è perno. Scarp si occupa (agli inizi soprattutto in chiave autobiografica, oggi con l’aggiunta di analisi e approfondimenti che presuppongono un lavoro giornalistico professionale) dell’esperienza e della vita degli homeless, ma anche di temi e fenomeni che sono preludio alla caduta "sulla strada": impoverimento e indebitamento, fragilità e disagio sociale, esclusione e periferizzazione di individui e gruppi, precarietà lavorativa e abitativa, dipendenze. Scarp si sforza anche di offrire una lettura in positivo della realtà della strada, dalle forme di solidarietà che vi si manifestano alle espressioni culturali che essa suscita e ospita.

Scarp ha un forte legame anche con la realtà dei territori in cui è diffuso: si propone alle comunità cristiane come strumento di "alfabetizzazione" rispetto ai temi e ai problemi che contraddistinguono il mondo della grave emarginazione.
Il giornale si articola in una redazione nazionale di Milano e in redazioni satelliti che dovranno curare la redazione dei testi per la parte locale e potranno essere chiamati a collaborare alla stesura della parte di interesse nazionale. Attualmente è diffuso a Milano, Genova, Firenze, Torino, Napoli, Palermo, Catania, Rimini, Vicenza.

Contesto locale:
Il progetto Scarp de’ Tennis rappresenta nel contesto locale di riferimento uno strumento fondamentale per potenziare e valorizzare il lavoro di sostegno e presa in carico delle persona senza dimora.
100%SOLIDARIETÀ
Il 100% del prezzo di copertina, è interamente destinato ai senza dimora che partecipano al progetto e alla produzione d’indotto sociale. 1 euro come guadagno diretto, 1,50 euro per spese di gestione giornale e per sostenere progetti di reinserimento siociale.
100%  LEGALITÀ
I venditori, sia italiani sia stranieri con regolare permesso di soggiorno stipulano un contratto come venditori porta a porta. 0% Lavoro nero, i venditori pagano tutte le tasse relative ai loro guadagni, inoltre, sono iscritti all’ Inps.
LA DISTRIBUZIONE
Viene venduto da persone che vivono per la strada, in situazioni di forte disagio o emarginazione.
La Strada: la rivista é distribuita da squadre di venditori che coprono le principali zone di affluenza (centro, stazioni, feste e mercati)

Della serie… MAh…?

Pubblicato: 11 dicembre 2008 da massitutor in asfalto fuoriporta, assistenze e bisogni
Dal portale di Tiscali.
Canada: contro il freddo la giacca vip imbottita di giornali per gli homeless.
giaccajpgArriva Natale e con esso la solidarietà. Per questo alcuni nomi noti dello star system vengono in aiuto dei meno fortunati e firmano un giaccone imbottito di semplice carta di giornale. Un’iniziativa che sta già facendo discutere parecchio.
L’impegno dei vip –  In Canada complice in grande freddo dalle temperature molto rigide, spesso sotto zero, esiste una vera emergenza senza tetto. Gli homeless infatti in questo periodo rischiano di morire assiderati ed è sempre più difficile per loro difendersi dal freddo. Ecco allora che scendono in campo personaggi famosi del mondo dello sport, della musica e del cinema. Aprono dei centri di accoglienza dove i barboni possono trovare rifugio, nutrirsi e scaldarsi, direte voi. No, lanciano sul "mercato" delle speciali giacche.
Giacche "farcite di carta" – si sono semplicemente inventati la giacca imbottita di carta di giornale appallottolata. I quotidiani, assicura un’agenzia di pubblicità nordamericana che ha promosso l’iniziativa, sono molto isolanti e proteggono egregiamente dalle basse temperature. Dunque sono perfetti per questo scopo, mantengono caldo e si trovano facilmente. Niente di meglio dunque per chi deve fronteggiare l’emergenza inverno con pochi mezzi.
Gratis per i senzatetto ma anche su Internet – Tremila giacche "farcite" verranno dunque distribuite ad altrettanti senzatetto, mentre a metà dicembre i più abbienti potranno comprare i capi trendy "15 Below" autografate dalle celebrità che hanno sposato l’iniziativa: dalla top model Heidi Klum alla popstar Elton John, fino alla cantante Nelly Furtado, ai membri dei R.E.M. e al leader dei Led Zeppelin, Robert Plant.
Vedi anche qui.

Pubblicato: 10 dicembre 2008 da massitutor in famiglia
home_sweetSpesso capita di avere una casa, un giardino e un albero da frutta, una famiglia. Oggi non ho più queste cose nel mio mondo esteriore; la mia famiglia unita significava potere, i soldi, la sicurezza, la casa, un tetto sulla testa e la propria libertà di essere e fare. Insomma avevo tutto, ora ho solo il ricordo; la mia richezza interiore, che tenta di difendersi come può difendendosi con l’unica cosa rimasta per difendersi: l’intelligenza che aiuta a pensare, a creare, mentre spesso il pensare ti viene tolto, perchè non puoi pensare di mettere a posto le cose, perchè ci sono gli altri che lo fanno, non te la prendi e alla fine ti rassegni e scegli la politica migliore, come ha scelto il nostro sindaco Sergio Cofferati: la famiglia. Perchè è dalla famiglia che si ottengono le cose migliori. Ottima scelta ma ora c’è bisogno che torni un attimo al mio albero.

IL MIO ALBERO

Tempo che passa,
mente che ricorda
ai piedi del ciliegio
la mia passata adolescenza

mia madre, mio padre
preparavano il pranzo
all’aria nella natura

mentre io e mio fratello
giocavamo col pallone
e imitavamo il nostro campione

eran solo i sogni di allora,
anche se ora i nostri genitori…
vanno ricordati.

Ogni volta che ritorno
sotto l’ombra del ciliegio
solo come sono rimasto
mi aiuta a ricordare
di come era bello
sotto questo albero
c’era la mia famiglia
c’era la mia vita.

Adesso che son cresciuto
ed è tutto cambiato
la ciliegia è matura
pronta per esser mangiata

questo albero è il mio tempo
e non l’ho taglierò mai
lo terrò in un angolo di cuore
come ricordo.

E fin che ci sarà, anch’io vivrò
per me e per gli altri
che oggi mancano all’appello
e per ogni mio pianto

sarà acqua per la sua sete,
per ogni frutto che farà
sarà nutrimento al mio
proseguire da solo.