Archivio per la categoria ‘colletta’

Troppo
Troppo dolore
Troppo dolore
Troppo veloce
Troppo lontano
Nessuno
Nessuno è riuscito a spezzare
la catena delle conseguenze

Questo video conta più di dodicimila visualizzazioni. Venti volte di più della media dei video del canale di Asfalto. E’ il più commentato, lo abbiamo mostrato alle Università e ai convegni. Nonostante questo e tutto l’affetto di chi lo ha amato Francesco, venerdì 17: quando se n’è andato, era da solo. Chiuso dal di dentro ed espulso dal fuori.

Per la dignità degi ultimi

Pubblicato: 11 gennaio 2010 da massitutor in assistenze e bisogni, carcere, civiltà, colletta
cgil grandeCogliamo volentieri l’opportunità di promuovere una iniziativa recente che non può che vederci solidali.
Si tratta di una raccolta di prodotti di vario tipo per fare fronte alle necessità delle persone detenute alla Dozza che ne sono prive.Riportiamo qui di seguito le parole dei promotori, le migliori per descrivere l’emergenza che si cerca di portare a conoscenza dell’opinione pubblica:

La situazione dei nostri concittadini reclusi nel carcere della “Dozza” o nei centri di detenzione per “clandestini” è spesso drammatica.
In una condizione di sovraffollamento e di tagli di bilancio, molti detenuti non dispongono dei beni primari necessari alle più semplici azioni quotidiane: prodotti per l’igiene personale (spazzolini da denti, saponi, shampoo, dentifrici,bagnoschiuma, deodoranti), ma anche francobolli, carta da lettera,biancheria intima, infradito per doccia.
Dopo il successo dell’iniziativa in piazza Nettuno del 6 gennaio scorso la raccolta di prodotti prosegue per tutto il mese di gennaio.
Confidiamo nella generosa risposta di una comunità civile e solidale come quella bolognese.
I prodotti possono essere raccolti da singoli cittadini, da associazioni, da gruppi e consegnati al
Centro Lavoratori Stranieri della CGIL di Bologna, in via del Porto 16/C (tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18, aperto sabato mattina).
Per informazioni contattare:

Roberto_Morgantini@er.cgil.it, cell. 3357456877

FESTA di AUTOFINANZIAMENTO venerdì 15 gennaio

Pubblicato: 6 gennaio 2010 da massitutor in amicizia, colletta

  

http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode=&q=via+arcoveggio+66&sll=41.442726,12.392578&sspn=14.580764,28.168945&ie=UTF8&hq=&hnear=Via+dell'Arcoveggio,+66,+40129+Bologna,+Emilia+Romagna&ll=44.538489,11.351194&spn=0.018354,0.025749&z=14&iwloc=A&output=embed 

Autobus 11 – fermata: COOPERAZIONE
Ciao  a tutti,
come avrete saputo la festa di autofinanziamento per il Rifugio Notturno della Solidarietà che avevamo organizzato per dicembre è saltata causa maltempo.
 
Verrà riproposta venerdì 15 gennaio, presso il casolare di via dell’Arcoveggio 66, sempre che la neve non si accanisca su di noi!.
Ci sarà un primo momento dalle ore 17 rivolto ai più piccoli con uno spettacolo di burattini realizzato con gli ospiti della nostra struttura. La serata seguirà con un concerto di musica sud americana e dj set, il tutto condito da cena di autofinanziamento…a prezzi popolari!
 
Teniamo particolarmente alla vostra partecipazione perché l’incasso della festa ci permetterà di realizzare un progetto a noi molto caro; sarà infatti rivolto all’integrazione socio-lavorativa degli ospiti italiani e stranieri presenti nel nostro dormitorio.
 
Siete tutti caldamente invitati a partecipare e a divulgare tra amici e colleghi.
 
Sara

Passaggio in Abruzzo

Pubblicato: 24 aprile 2009 da massitutor in amicizia, colletta, gite, libertà

Questo è il mio regalo personale all’Abruzzo e alla sua gente.
Nei momenti più belli e rilassanti nella mia vita di girovago non può certo mancare la città dell’Aquila e i suoi dintorni con dei paesaggi mozzafiato e variegati e con della gente che a tutte le età resta, nonostante il ritmo di vita frenetico dei nostri giorni, genuina attaccata ai valori ma mai retrograda. Ciò che è successo e che sta succedendo mi ha scioccato e rattristato anche perché li ho tanti amici di cui purtroppo ancora non ho notizie. Vedere le immagini di distruzione di posti che conosco ha distrutto una parte di me ma non sicuramente i miei ricordi; tutti bellissimi.
Ricordo con piacere la prima volta che sono andato a L’Aquila, era inverno ed essendo uno dei comuni più alti d’Europa, faceva freddo. Arrivai con un mio amico col sacco a pelo, e dopo la prima giornata di colletta (lui alla chitarra io all’armonica), avevamo già conosciuto tanta gente pronta ad ospitarci in cambio di qualche bicchiere di vino al mitico "Boss" una delle osterie più accoglienti del posto. Girammo li per mesi conoscendo anche Sulmona, Avezzano e soprattutto le alture incontaminate con dietro lo sfondo del Gran Sasso. E’ in una di queste alture che con dei nostri amici ho assaggiato per la prima volta la carne di cinghiale. Immaginate la scena: primi di primavera, in un prato enorme dove non c’era nessuna costruzione attorno, un bel barbecue con carne appunto e un leggero vento che faceva le coccole ai nostri capelli mentre ognuno di noi si stringeva alla propria ragazza del momento, una pace inesauribile. Poi la gente di quel posto è di una cordialità straordinaria con chi non è del posto, tanto che avevo preso in considerazione l’idea di stabilirmi li. Il bellissimo centro storico con un castello intatto con tanto di fossato e le sue 99 chiese sparse per tutta la città. Il tabaccaio che mi regalava il corriere tutte le mattine ed il bar delle gemelle bionde che anche loro ci regalavano la colazione e il latte per la mia piccolina di tre mesi. Per circa sei anni quei posti sono stati un punto di riferimento importante e lo sono ancora. Se uno vuole allontanarsi dallo stress quotidiano non c’è bisogno di andare chissà dove, in Abruzzo c’è pace, tranquillità, il mare, la collina, la montagna e della gente simpaticissima e accogliente. Questo per me è l’Abruzzo.
Guardo la TV i giornali le foto e cerco di immedesimarmi nel dolore della gente che ha perso tutto veramente tutto, ma sono sicuro conoscendo quella gente che si rimboccherà le maniche da subito, perché è gente attaccatissima alla propria terra e me ne sono reso conto ascoltando i discorsi fra loro. Spero che anche il governo metta subito in moto aiuti concreti sì, ma con prospettive per andare avanti, cioè non lasciar persone per anni nei container, come spesso avviene, perché i soldi ci sono ma come al solito scompaiano, andando magari a enti (come quelli dei beni culturali che pur essendo importanti in una tragedia come questa devono passare in secondo piano) o a cordate di imprenditori senza scrupoli che pur di costruire velocemente farebbero lo stesso errore di chi ha costruito case che dopo nemmeno venti anni son cadute come castelli di carta.
Voglio ricordare la valle del Belice dove i tre quarti dei soldi per la ricostruzione si sono volatilizzati, o udite Messina 1908 ci sono ancora persone che vivono nei container dove pagano anche la spazzatura che manco a dirlo ce l’hanno fuori la porta, situazione uguale in Irpinia. In Friuli andò diverso e non solo grazie al governo ma principalmente grazie a uomini donne e vecchi che si rimboccarono le maniche e coi propri soldi diete un enorme contributo alla ricostruzione; in soli dieci anni. E’ chiaro che ci sono regioni dove le persone da sole con i propri mezzi economici non può ripetere il Friuli per cui lo stato Italiano deve agire concretamente in modo che al più presto possibile la gente abruzzese ritorni alla vita normale.
Quindi non solo proclami politici ma fatti concreti per ridare a questa regione la bellezza che da sempre la contraddistinta.

GUS

Pubblicato: 23 settembre 2008 da massitutor in amicizia, colletta, musica
gus

“Maremma maiala” eccomi qua in codesto blog Io mi chiamo Augusto ma tutti mi chiamano “GUS”. E’ scritto GUS ma si legge GAS. Sono nato a Pisa sicchè son toscano e vivo a Bologna da 8 anni. Per me suonare è una necessità si conosce tanta gente, si comunica e si lascia sempre e comunque qualcosa di me. Tanta gente mi ascolta e mi lascia una moneta o un sorriso o un complimento, in tutti e tre i casi io son contento. Suono solo e soltanto musica per chitarra e voce e tra una cover e l’altra inserisco qualcuno dei miei 8 brani che ho composto negli ultimi 8 anni Se volete ascoltarmi dal vivo mi trovate ogni domenica in corte Isolani dalle 18.00 alle 20.00 “salvo imprevisti”.

leggi shakerCi hanno pubblicato nella  pagina dei siti che trattano di "strada" nell’ultimo numero del giornale Shaker. Il giornale che ti parla dei pensieri senza dimora. Ci siamo incuriositi e abbiamo scoperto chi è il proprietario: Shaker’s Corner di Alessandro Radicchi. Proprietà: Europe Consultino Società Cooperativa Sociale-ONLUS s.o. Stazione Roma Termini–binario 1 www.europeconsulting.it
Questo giornale viene diffuso a Roma ed è gratuito. Parla di: problemi di senza fissa dimora, problemi carcerari, poesie, quadri, di politica, di curiosità. L’argomento principale dell’ultimo numero in circolazione è la questione del diritto di voto per le persone senza dimora e per i detenuti.  L’inchiesta comprende interventi di giornalisti e interviste ad esperti. Dalla presentazione di Shaker scopriamo che Shaker è un giornale di strada di Roma. Nasce due anni fa nei pressi della stazione di Roma Termini sul “Binario 95”, all’interno del laboratori di scrittura dell’anonimo neonato Centro Diurno per senza dimora, gestito da una cooperativa sociale in collaborazione con l’Help Center di Roma Termini. Esce come può e per ora quando può. Raccontando storie ed emozioni di strada scritta da gente di strada. Ma accogliendo anche idee, suggerimenti e spazi di confronto di amici, sostenitori o contestatori che vogliono dire qualcosa sul sociale di Roma e per Roma. E’ un esperimento per tentare di rendere ancora migliore la città e ancora migliori le persone che ne fanno parte, con o senza dimora. Il giornale contiene anche una piccola guida ai servizi per i bisogni primari delle persone, come ad esempio: un elenco di 18 posti dove potere eccedere per vestirsi e mangiare; 14 organizzazioni che offrono un servizio per curarsi ed i contatti di 4 Centri Diurni, tra i quali ci sta anche il centro diurno Binario 95 che ospita la redazione di Shaker. Il motivo per cui è nato Shaker è sicuramente simile a quello del nostro blog (che si chiama Asfalto): cioè permettere alle persone che vivono ai margini di comunicare il proprio punto di vista sul mondo.
Shaker non è solo un giornale: ha anche un sito (
www.shaker.roma.it) piuttosto ben fatto dove possiamo trovare anche dei contenuti multimediali, come una lunga intervista ad un assessore comunale e un medico primario. Ed è possibile scaricare la versione Pdf dei giornali arretrati.
Con grande trasparenza gli amici di Shaker fanno sapere che la diffusione del numero 4 ha permesso di raccogliere 2755 euro. Ne approfittiamo per complimentarci con la redazione e fare migliori auguri per il futuro e ringraziare per l’attenzione verso il nostro progetto.

nella 25MA ora...E’ l’ora dei passaggi, degli svuotamenti e dei riempimenti, è il tempo che fa da cuscinetto fra le varie fasi della giornata. La venticinquesima ora non la si vive: la si attraversa. Solo se vivi la strada, come Andersen, puoi raccontare la venticinquesima ora. Massitutor

Come ben sapete io vivo in strada e ho fatto un po’ caso a quello che  per me è Bologna di notte. Ma vorrei partire, da come la città, ad una certa ora, si svuota per riempirsi nuovamente, ad un’ora che è sempre la stessa, diciamo che non in tutti i luoghi della città è lo stesso: per cui devo fare un tragitto che prende i due volti della città. Partiamo dall’ora di quando lascio il laboratorio di informatica che frequento diciamo assiduamente,  (ringrazio di cuore gli operatori del centro diurno  che consentono di farlo) saranno le 17,30 circa e a quell’ora di gente per strada c’è ne ancora tanta ma nemmeno due ore dopo, diciamo che diventa meno affollata, anche perché cominciano a chiudere molti negozi di via indipendenza come i tabaccai , alcuni bar e quasi tutti se non tutti i negozi di abbigliamento, e poi diciamola tutta: hanno il sacrosanto diritto (almeno loro) di tornare a casa, dopo una giornata di lavoro, e in giro la gente ha fretta di tornare a casa dopo essere scese dal treno vedi le persone incolonnarsi come un torpedone di formiche, che ad ogni angolo della via si ramifica nei vari vicoli, sia di via Indipendenza che di via Marconi. Vanno a casa. Ma molti altri si fermano nei vari bar di via Ugo Bassi per l’aperitivo e facendo un piccolo antipasto, che per me sarebbe una cena completa, dato che a volte non mangio anche per due giorni di seguito, ma lasciamo perdere, siamo invisibili alla società frenetica di oggi. Siamo all’ incirca alle 20.00 e si vedono i camerieri riassettare chi all’interno, chi all’esterno nei gazebo o come diavolo si chiamano. Intanto data l’ora mi avvio nei vicoli ed esco alla Coop, che una volta aveva anche accesso da via del Porto. Districandomi nei vari vicoli che non sto qui ad elencare (anche perché non me li ricordo) mi avvio verso piazza Verdi. Qui è tutt’altra cosa: gente ovunque, ragazzi sia dell’Università che ragazzi che vivono in strada, in simbiosi tra loro; diciamo pure che la maggior parte di loro hanno chi una birra, chi una canna, o chi la sta facendo; non conosco tanti di loro, ma alcuni sì, e se mi fermo ci escono pure due tiri per me. Io mi fermo, anche perché non batto spesso quella zona cosi mi aggrego a loro prendo una birra dal Pakistano,  se ho i soldi, ma anche se non li ho offrono loro o viceversa tra noi poveri disperati ci si aiuta perché sappiamo cosa vuol dire vivere in strada. Rimango lì  fino alle,  diciamo 21,30 ma non sempre alcune e rare sere, per cui siamo in via di tornare a "Casa" in stazione,  ma decido di non andarci mai subito come al solito e tornando per i vicoli ci sono ragazzi ovunque, c’è chi va e chi viene, uscito su Via Indipendenza salgo su verso Piazza Maggiore, alcuni e rari bar sono aperti, hanno i tavoli fuori con gente seduta, e con davanti qualcosa da bere, così scopri che tanti non sono italiani, sono turisti di varie nazioni che ho anche incontrato percorrendo la via del ritorno. Si ripopola la città: persone con macchine fotografiche o cellulari con fotocamera che flesciano ovunque, ristoranti pieni con davanti ogni ben di Dio e se riesco scrocco qualche sigaretta da fumare prima di andare a dormire, vivere la notte mi ha sempre affascinato, ma ora non è più per me, come si dice dalle mie parti "senza soldi non si cantano messe" per cui la stanchezza si fa sentire, mi avvio lentamente verso "Casa" e intanto trovi gente in entrambi i sensi di marcia. Trovo un cartone da mettere sotto al mio "letto" sacco a pelo. Questo è il terzo solo da quest’anno e non ditemi di non sapere il perché. Scendo le scale, e vado al mio solito posto, perchè ognuno di noi occupa sempre lo stesso, ma non dormi mai tranquillo e un dormiveglia, al minimo passaggio ti svegli per non trovarti la mattina seguente senza lo zaino o senza le scarpe. Stanco morto vi lascio con una buonanotte, (almeno per voi) io domani devo alzarmi presto: alle 5,30 prima che la città riprenda a pulsare.

quadHo conosciuto artisti di strada bravissimi con conservatorio alle spalle ma che vivevano anche con altri introiti e altre risorse e ho conosciuto artisti di strada scassoni che avevano imparato a suonare la chitarra  in qualche scuola media e che conoscevano 2 o 3 accordi, e suonavano ad orecchio, autodidatta per la maggior parte. Bè io facevo parte della seconda categoria. Suonare un brano famoso in strada  a meno che non sei Pino Daniele in persona è difficile ricevere qualche spicciolo anche dopo ore di strimpellate se poi hai la  memoria rovinata dalle sostanze ricordare i testi delle canzoni è un dramma. Ma la necessità di scollettare mi ha suggerito di sfruttare l’improvvisazione.
Una delle tecniche che usavo spesso era Improvvisare motivi famosi cambiando il testo sul momento e modellandoli sulla persona che passava in quell’istante nelle metropolitane (Roma e Milano) oppure nella strada accanto ai negozi. Questa tecnica con me ha funzionato benissimo, i passanti sorridevano (non tutti è ovvio!) e  raddoppiavo/triplicavo gli introiti. Bisogna avere solo molta fantasia e conoscere almeno un giro armonico famoso orecchiabile.
Risultava ancora più efficente se avevi un amico con il cappellino come ”front-man” che faceva un pò il giullare della situazione. Alcuni esempi gli abbiamo dai ns amici che si vedono spesso in via Oberdan,via clavature, e davanti a molti supermercati,  loro aggiungono anche un cane o dei cuccioli. In alcune città entravo addirittura nei negozi, certo bisognava avere delle grandi facce di cazzo, ma a quei periodi questa virtù non ci mancava, eravamo ben carburati. Mi è successo di scollettare e suonare anche in ”down” e da solo a volte, la differenza consisteva nel fatto che rompevo molto meno le palle e mi facevo dei grandi viaggi mentali di autocommiserazione corredata da sbadigli e lacrime. Però c’è da dire che non mi sono mai ridotto come quei bei giovinotti muscolosi in ginocchio con aria triste e il cartello ”aiuuutaaatemiii vi preeegooo” ”ho 44 figli malati, 32 mogli disabili, e mia suocera impazzita all’ospedale” avrei voluto, passando, dargli un bel calcio in culo! Ma vai a zappare la terra! anche se a volte si rischia di scoprire che la storia è vera, di questi tempi poi. I posti preferiti erano le uscite dei metrò, e con un buon  ”carburante” che ti dà la spinta, le strade trafficate. A Bologna il sottopassaggio di Piazza Maggiore non era molto trafficato e quindi potevi stare tranquillo non al centro dell’attenzione. Con la gente che passa e va di fretta non hai ”l’ansia della prestazione” e puoi ripetere lo stesso pezzo all’infinito. Via indipendenza la evitavo perchè pensavo che lì ci andassero a suonare solo gli artisti con le palle, anche via D’Azeglio, escluso però il portone di Lucio Dalla. Perchè si dice che davanti al suo portone si può stare. Esattamente di fronte al campanello dove sta scritto ”senlui” se ricordo bene. Mentre davanti ai supermercati dovevi combattere per accaparrarti il posto davanti all’entrata. Non tutti ovviamente.gittara Era comodo scollettare con la chitarra davanti al supermercato Coop di via Montebello, perchè, come molti supermercati forse, la gente è sempre la stessa e se si fa l’abitudine, e ti conosce, ti  porta anche dei vestiti e roba da mangiare,sempre se gli sei simpatico e non rompi tanto i maroni. Un’altra buona tecnica era quella di andare negli studi privati  di Notai/ avvocati/professionisti (chissà come mi malediranno) mettersi  sala d’attesa e quando entri raccontargli la storia della tua vita e di tutte le tue sfighe. Se hai fortuna racimoli un pacco di soldi. Ho avuto un’ottima e proficua esperienza invece con un vescovo non so se si può dire, il Vescovo di Albenga. Una figata regaaaa!!! Quando eri fortunato, ti faceva salire ed entravi in un palazzo lussuosissimo ti faceva sedere veniva con una bacinella piena d’acqua e ti lavava i piedi. Guai a rifiutare rischiavi di perdere le 200.000 lire. Ma poi, sapete, dopo una giornata passata a correre su e giù per i treni era uno spasso, e direi anche un pò eccitante. Anche perchè poi dopo, prima di accommiatarsi con te, ti stringeva forte al suo petto e sentivi delle vibrazioni che vanno oltre forse a Dio e altro. Sì, sentivi che quel tipo buffo un pò ti ha fatto stare bene per quel giorno e pensavi che in fondo lui nella sua mentalità religiosa e di carità sentiva la necessità di esprimersi con quei riti e con quelle parole. Poi via di corsa a Genova p. principe a comprare una pallina e lì ho conosciuto un ragazzo Sciascia un pò più basso di me e insieme siamo andati a farci a casa sua. Strafatto sul divano mi giro e vedo sorpreso un’apparizione femminile! boccaAllibito! E senza parole! Era lui travestito da donna! Chiaramente lui ha detto che stava andando a lavorare e io sono rimasto a casa sua. Solitamente non mi sono mai piaciuti gli uomini e men che meno i travestiti, ma lui tutto poteva sembrare meno che un uomo. Poi sono passati dei giorni e devo dire che cominciava a piacermi sempre di più, solo però nella versione femminile. Credo che non abbia mai visto nulla di più erotico di quella presenza femminile con una quasi invisibile venatura maschile. Me ne sono innamorato perdutamente, ma vorrei avervi visto voi di fronte a tale bellezza e sensualità. I guai però vennero proprio con l’arrivo dei sentimenti. Ricordo la sensazione che ho provato nel vederla sul divano presa a turno da 4 nord-africani. Non capivo se ero eccitato o geloso, ma ho sentito la necessità di prendere e andare via,anche perchè mi stavo infognando di nuovo. Meglio così perchè le sostanze e l’amore non vanno mai d’accordo.
Bè per oggi basta. Alla prossima ciau.

Truffe modeste

Pubblicato: 7 dicembre 2007 da massitutor in colletta

modeste_truffe

Questa mattina un amico passa qui in laboratorio e mi dice: <<mi è successa una cosa pazzesca in una cabina del telefono, ce l’hai un cacciavite? vieni a vedere>>. Ovviamente rispondo mandandolo a quel paese, ma in quanto a dritte sulle modestie della strada costui non mi ha mai tradito, allora decido di prendere ‘sto cacciavite e incuriosito vado a vedere. In pratica qualche lestofante ha ordito questa truffa qua: ha messo delle viti per incastrare lo sportellino del resto delle monete, così che queste non scendano nell’apposito spazio. Poi presumo che il genio della truffa abbia pensato ad una ronda per andare periodicamente a riscuotere il malloppo di cabina in cabina. Gran sbattimento insomma per pochi spiccioli. Sarà sicuramente uno straniero… già perchè le truffe gli italiani le fanno su ben altre cifre e ad altri livelli: dal Parlamento alle banche in giù.

I conti in tasca

Pubblicato: 23 ottobre 2007 da massitutor in colletta

Poi ci sono quelli che non si accontentano del guardare nel proprio portafoglio, ma guardano anche in quello dei passanti: non nel senso che rubano, ma nel senso che fanno delle stime e delle proiezioni sulla situazione economica dei "normalissimi" passanti. E allora via di cartelli del tipo "per voi 20, 50 centesimi non sono niente, per me sono la vita", oppure "quelli che per voi sono spiccioli per noi significano tutto" (il noi è riferito al fatto che la postazione di colletta potrebbe essere corredata con una bestiola dormiente). E via di queste discutibili analisi sulla propensione alla spesa di chi passa e sul diverso valore dei soldi in generale. Economisti di strada.

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