Da lunedì 2 Agosto alla mensa del Comune di via del Porto non verranno più distribuiti contorni e frutta a causa dei tagli previsti per il sociale.
Mi chiedo come si faccia a tagliare i viveri a persone che fanno anche un solo pasto al giorno, questo governo pensa che colpire le classi sociali più deboli sia redditizio e, dopo la chiusura del laboratorio artistico che dava sostegno e cultura ad emarginati, si arriva ad attaccare il sevizio più essenziale per la sussistenza dei meno fortunati.
Questa è l'ultima mossa di questo governo che, coi suoi tagli alle Regioni ed ai Comuni, ha già messo a casa assistenti sociali ed operatori che avevano un ruolo essenziale per la comunità.
Archivio per la categoria ‘assistenti sociali’
Tagli al sociale niente frutta e verdura alla mensa dei poveri
Pubblicato: 30 luglio 2010 da massitutor in assistenti sociali, civiltà, mangiare, politicaVerso la fine
Pubblicato: 24 giugno 2010 da massitutor in assistenti sociali, bologna sold-out, civiltà, laboratorio, lavoro, operatori dispari, operatori pari, politica
Cari compagni di strada, non mi sembra vero di essere qui a scrivere queste righe eppure è così: questo blog rischia di chiudere molto presto. L'amministrazione comunale taglia, tira e sposta l'esigua coperta destinata al sociale a Bologna (parliamo di circa due milioni di euro per tutto il disagio adulto) e quindi vengono tagliati i fondi che sorreggono da dieci anni i laboratori del progetto Prova & Riprova, dentro al quale si collocano il Laboratorio informatico per persone ai margini e il Laboratorio artistico di costruzione maschere. Un taglio che potrebbe arrivare ad essere un quinto del budget attuale. Per chi non è addetto ai lavori rendo noto che stiamo ragionando di cifre sull'ordine di poche decine di migliaia di euro… mentre il costo della Politica a Bologna si aggira sui 25 milioni di euro l'anno. Questo tanto per inquadrare la situazione generale.Asfalto è il principale prodotto del lavoro di "redazione" del laboratorio informatico collocato dentro dentro al Centro diurno di via del Porto (da qui l'indirizzo web), un impegno fatto insieme a persone in mini borsa lavoro. Questo è un blog dietro al quale ci sono delle persone vere, delle relazioni, delle risorse e delle competenze impiegate. Non basta un clic, come dicono certi slogan, dietro ad Asfalto c'è un luogo dove vivere, incontrarsi, copnoscersi, confrontarsi, ci sono percorsi di sostegno, lunghi tempi di elaborazione ed evoluzione delle persone.
Dal 2006 cerchiamo di essere un "luogo del racconto" di questa parte di mondo, di quella zona ai bordi della società e della condizione umana. Abbiamo dato voce alle persone che qui hanno sperimentato se stesse e a quelle realtà sociali che hanno incrociato il nostro cammino.
Adesso questa voce dal basso rischia di spegnersi. Una grave perdita per chi ha poco più di questo e anche per tutti coloro che hanno trovato in Asfalto un ponte ci comunicazione e racconto.
In qualche modo cercheremo di proseguire questo viaggio, ma non sappiamo ancora in che modo e per quanto tempo. Nel frattempo invito tutti quelli che hanno incrociato la strada di Asfalto a lasciare in questo post le proprie idee, i pensieri, le considerazioni e i saluti. Cercateci anche su Facebook!
Invito tutti gli amici di Asfalto a partecipare insieme alla manifestazione
i Margini al Centro
lunedì 28 giugno, a Bologna,
in Piazza Quattro Novembre
alle ore 18.
Ci sosterranno il gruppo di lavoratori e utenti denominato Bologna SOLD OUT, l'Associazione Amici di Piazza Grande e i ragazzi della Bartleby. Vi aspettiamo numerosi, ci sarà un po' di tutto.
Il Blog Asfalto in cifre:
- 760 post;
- oltre 70 membri iscritti e partecipanti la redazione;
- una media di 60 contatti giornalieri;
- oltre 60 siti e blog con i quali si condividono link e relazioni;
- una decina le tesi di laurea e le tesine fatte sul Blog Asfalto e sui Laboratori; il Gruppo Asfalto è stato chiamato a testimoniare la propria esperienza anche all'Università di Bologna;
- una dozzina di articoli di giornale pubblicati su quotidiani e periodici;
- 3 servizi televisivi (su Rai3 Regionale, Neapolis e TvSat);
- almeno 6 trasmissioni radiofoniche hanno trasmesso interviste e nostri contributi (Radio Città del Capo, Radio Popolare e Rai Radio2);
- 60 video realizzati;
- 1 CD di musica autoprodotto insieme ad un ospite musicista di strada
- 6 canali internet correlati, tra cui: youtube (al quale sono iscritti 22 utenti), Flickr, Myspace (38 contatti), Vimeo e Mogulus (web Tv online) e l'omonimo gruppo Facebook con quasi 110 partecipanti;
- mappatura del territorio: una mappa biografico – emotiva e due mappe sull'accoglienza a Bologna e sui servizi (in collaborazione con Avvocato di Strada)
- Difficile inoltre quantificare le collaborazioni e gli scambi di idee fra le centinaia di contatti avvenuti tramite commenti ed email, per conoscere la situazione dei senzatetto a Bologna, per semplici informazioni o approfondimenti scientifici;
Il Blog Asfalto è anche altro:
- un punto di riferimento concreto per la realtà fisica di persone che gli ruotano attorno: un progetto che risponde al bisogno di appartenenza delle persone, che si possono riconoscere in un canale di comunicazione che le riguarda in prima persona e del quale sono sia fruitori che realizzatori.
- Luogo virtuale di incontro e di raccordo, nel tempo e nello spazio, delle esperienze di vita: utenti, "ex", colleghi e operatori si sono tenuti in contatto o aggiornati attraverso questo canale informatico.
- Asfalto svolge anche funzione di primo contatto, cuscinetto e mediazione rispetto al mondo universitario, scientifico e dell'informazione;
- Spazio multi canale per la promozione di iniziative sociali provenienti da tutta la rete sociale della Città.
TRANSEUROPA FESTIVAL – 8 MAGGIO 2010
Pubblicato: 7 Maggio 2010 da massitutor in amicizia, asfalto fuoriporta, assistenti sociali, assistenze e bisogni, birra, bologna sold-out, civiltà, cultura, dormire, gite, mangiare, musica, under bridge, vagabond geoghaphic, week end a scroccoh 14.30–16.00 Sala Borsa, terzo piano
Sarà presentato il percorso “Bologna senza fissa dimora”.
Progettato in collaborazione con "Piazza Grande","Cooperative La Strada" e "La Rupe", "Urban Center" e "Mappe Urbane". Al termine premiazione dei vincitori del concorso giornalistico Transeuropa, un premio per nuove voci dell'informazione organizzato dal festival. www.transeuropafestival.eu
Tour Bologna Senza Fissa Dimora
Clicca QUI per la mappa online del percorso
Il percorso guidato da persone senza fissa dimora è effettuato da esperti conoscitori di Bologna, cerca di mostrare un altro modo di vivere e percorrere la città, mettendo in luce la mobilità sotterranea e spesso ignorata di coloro che hanno come dimora la città stessa. Scopriremo diverse percezioni della città e differenti modi di usufruirne, ma anche significati condivisi e programmi comuni.
Partenza:
h 16.00-18.00 Sala Borsa, Piazza Nettuno
Percorso:
* Sala Borsa: partenza con letture di impressioni dalla strada “La Piazza del Sole”
* Bagni Via IV Novembre: un crocevia, una sosta veloce
* Via Nosadella 34 (Congregazione "Sorelle dei poveri"): l'inizio della giornata, la Prima Colazione
* Via Santa Caterina, di fronte al civico 59 Mensa serale della fraternità (Caritas): un traguardo importante, un'accoglienza per chi ha girato e sperato
* Via Petralata 58/60. Sportello Sociale Quartiere Saragozza: la risposta istituzionale ai bisogni
* Il tour si concluderà con un aperitivo in Piazza S.Francesco 4 al Bar "Dè Marchi"
EXTRA festival: l'appuntamento OFF della giornata bolognese è la performance multimediale
“Diario di un operatore di merda” al "Club66", in via del Pratello 66 alle 22.00
Ci allieteranno musicalmente:
Diego D'Agata: Voce-basso
Michele Freguglia: beatbox-basso-samples
Maxmanz: Live Drawing
http://www.myspace/operatoredimerda – www.operatoredimerda.splinder.com
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Vedi anche le altre mappe di Asfalto
Vagabond Geographic
La mappa dei servizi di Bologna (2009)
I luoghi della vita (io sono stato qui)
http://picasaweb.google.it/s/c/bin/slideshow.swf
si ringrazia Gloria per le foto
metadone..che libidine!!!!!
Pubblicato: 28 aprile 2010 da massitutor in assistenti sociali, assistenze e bisogni, droga, hiv, inchieste, metadone, tutto cominciò così
droga di stato, una vera porcheria, in meno di 20 giorni sei assuefatto, e non riesci più a farne a meno, e quando vai al Ser.T. a chiedere aiuto ti rifilano lo sciroppo, ma non ti dicono certo gli effetti collaterali: dipendenza( per smaltire l'eroina bastano 72 ore, per il meta ci vogliono dei mesi!!!), problemi al fegato, ai reni, ingrassi come un pallone, sudorazione infinita, problemi di calvizie, forfora, diabete, ed in certi casi impotenza…dici niente? Ma qualcuno ti avvisa? Ma certo che NO!
ai servizi sociali fa troppo comodo averti lì per anni e anni, così prendono le sovvenzioni dallo stato per ogni paziente che hanno in cura, per cui più pazienti……!
All'inizio ti raccontano che ne basta poco, poi, in breve tempo, aumenti la dose giornaliera , fino ad arrivare a numeri veramente alti, e togliertelo non è affatto facile, da solo difficilmente ci riesci, e allora ecco che ti mandano a “Villa Igea” o “Villa ai Colli”, che in un mese ti tolgono il metadone. Il problema è che un mese non basta, infatti il 98% di chi va in quei posti ci ritorna più volte, e comunque, quando esce, si ritrova da solo a combattere i soliti demoni e con un niente ci ricasca!
Forse sbaglio, oppure ho troppa immaginazione, ma sono convinto che al giorno d'oggi, con le conoscenze che abbiamo, esista già la pillola magica, che in pochi giorni ti togli tutto senza soffrire, ma purtroppo ci sono troppi interessi dietro, per cui comoda molto di più avere un esercito di gente che beve il “meta”, piuttosto che guarirli veramente, è come con l' AIDS: guarda caso il famoso giocatore di basket americano, credo Jhonson (o Jordan: gradirei il vostro aiuto su questo!!) che guadagnava centinaia di milioni di dollari all'anno, (tra ingaggio e pubblicità) si è ammalato di HIV, ma in un solo anno è guarito!! altri esempi simili con il cancro per cui la morale è semplice: se hai i soldi guarisci da tutto, altrimenti……!!!!!!!!!!
IO sono uno dei tanti che è andato in una di quelle bellissime case di cura senza, però, alla fine risolvere il problema. Sono partito nove anni fa con 20 mg, ed ora mi ritrovo a dover ne bere 100 mg al giorno, dividendolo in due volte, altrimenti lo vomito, ,sono ingrassato 40 kg, (quando ero a “Villa Igea” in soli 3 giorni di “subutex”, farmaco sostitutivo, ho perso 10 kg!!) prima del metadone non arrivavo a 60 kg e mangiavo tre volte quello che mangio ora!! Non posso fare 100 metri senza sudare, per mia fortuna non ho altri problemi, ma sono veramente stufo: del metadone, di dover andare al Ser.T ogni settimana (quindi essere schiavo e non poterti allontanare da Bologna!) e per fortuna che ho l'affido, pensa se ci dovessi andare tutti i giorni!! Rivedere la solita gente che, al solo vederli, ti fa venire voglia di sgarrare!! E allo stato comoda averci tutti lì, così ci tengono d'occhio meglio, e non andiamo in giro a fare danni!!!
Immagino sorga spontanea la domanda : "ma se non ci fosse il metadone?" Ricordiamoci che 20 anni fa non esisteva, eppure la gente tirava avanti ugualmente, certo, qualcuno c'ha lasciato le penne, è vero, e c'erano più scippi e rapine, sono daccordo, ma non credo che poi si stesse così tanto peggio, almeno avevi una sola dipendenza, e non anche quella dello stato!!
Parliamo di luoghi di vita
Pubblicato: 9 aprile 2010 da massitutor in assistenti sociali, assistenze e bisogni, dormire, famiglia, lavoro, pensieri in libertàParliamo di dormitori, centri diurni, laboratori, mense pubbliche. Luoghi dentro e attorno ai quali scorre un'intera giornata e spesso una parte della vita. Spesso si sente dire che questi sono luoghi di passaggio, o che dovrebbero essere così considerati da chi li utilizza. Come se questo fosse sufficiente per rientrare in uno standard di vita diverso o servisse per essere più indulgenti verso le condizioni nelle quali si presentano queste strutture. Rimane il fatto che una parte della vita di una persona può trascorrere in queste strutture pubbliche,che portano con se una complessità fatta di regole, convivenza, relazioni, percorsi, tentativi.
Essere utenti di un dormitorio o di una mensa non è la stessa cosa che essere utente di un benzinaio: gli abitanti delle strutture di accoglienza sono quanto meno la metà di questa storia che coinvolge amministratori, tecnici, esecutori e operatori del settore. Vogliamo, con questi documenti e queste testimonianze, smettere di lamentarci e cominciare a progettare insieme un modo diverso di vivere, lavorare e condividere.
Matteo, ospite del dormitorio di via del Gomito, dell'età di 30 anni ha collezionato numerose esperienze di lavoro, a partire dai 14 anni, in campi anche molto diversi tra loro: stage con la scuola presso aziende di impiantistica, periodi di lavoro o borsa-lavoro in una fabbrica di ghiaccio, come muratore, saldatore, elettricista, lavapiatti, lavori stagionali nell'agricoltura e come bagnino. Tra queste esperienze, che dimostrano come la mancanza di volontà non sia un suo problema, va incluso un periodo di quattro anni in comunità terapeutica nel tentativo di risolvere il suo problema con la tossicodipendenza, che si trascina da quando aveva 19 anni. Attualmente è in carico al Sert, assume regolarmente il metadone ed è impegnato in un progetto di borsa-lavoro terapeutica presso il laboratorio informatico del Centro Diurno. Queste sono le sue parole:
"Posso dire una mia opinione dei fatti nella mia esperienza specialmente nella strada: è molto difficile al giorno d'oggi avere un lavoro quando non si ha un attestato di qualcosa in mano da presentare ad un'azienda, oggi viviamo in un'era tecnologica, che si basa soprattutto sulla comunicazione e i social network, con internet nella sua piena forza.. per questo servirebbero corsi di formazione perlomeno che si possano pagare con il reddito. Dato che tutti hanno il diritto ad una istruzione complementare lavorativa ed umana.. Occorrerebbero dunque più corsi gratuiti o che si pagano a seconda del reddito..
FESTA in Scuderia
Pubblicato: 22 marzo 2010 da massitutor in arte, assistenti sociali, civiltà, comunità, cultura, film, week end a scroccoSabato 20 marzo la festa di "Porte Aperte" che si e' tenuta nel famoso locale di Piazza Verdi "la scuderia" la festa cominciava alle 17.00 con la favolosa "Tavola Rotonda" durata per ben due ore, nella quale sono state lette delle storie di vita quotidiana vissute nelle varie strutture dagli utenti, seguito da un dibbattito, e per concludere con delle poesie scritte da Carlo Montresori; c'era un buffett ben assortito con tanto di ben di "DIO". Verso le 20.45 c'è stata la proiezione di un video prodotto dalle varie associazioni chiamato per l'appunto "Porte Aperte" durante la serata c'è stata anche la presentazione di Diego un operatore del centro diurno; che presentava " diario di un operatore di merda " il suo gruppo è formato da due persone Diego al basso e l'amico fa dei rumori che sembrano degli effetti non si capisce bene, ma comunque molto bravi. Per concludere la serata un concerto musicale con il gruppo di Massimiliano & company. La serata e' stata a dir poco magica con un sabato pomeriggio come inizio di primavera sfavillante che meglio di così non poteva essere.
FESTA FINALE
Pubblicato: 19 marzo 2010 da massitutor in arte, assistenti sociali, cultura, film, inchieste, musica, pensieri in libertà
Sabato 20 Marzo 2010
La parola alla strada. I servizi visti da chi li usa.
PORTI: ore 17.00
@ “La Scuderia” in Piazza Verdi
La parola alla Strada Festa di fine Festival
Operatori e utenti: storie di vita (con interventi e letture di Massimo Macchiavelli)
ore 19.00 – happy hours con poesie e canti dalla strada
ore 19.45 – Proiezione del video "Porte aperte: un ponte sulla città" (a cura di Alessandro Stefanelli)
ore 20.30 – saluti e ringraziamenti
ISOLE:
ore 20.45 – La Ricerca dell'infelicità – Tragedia rock in quattro atti (Merry go round)
ore 21.15 – Diario di un operatore di merda ( Diego Dag )
ore 21.45 – Gnawa Mogador (musica berbera)
ore 22.30 – STOP.
La parola alla Strada: I servizi visti da chi li usa. Operatori, utenti, storie di vita A volte, nella storia, accade che qualcuno si fermi a pensare al perché le cose sono così come sono. Succede che la parola diventa un'importante strumento di condivisione delle idee. Ci si guarda, ci si incontra e si comincia a pensare che le cose potrebbero andare diversamente.
E forse potrebbero davvero andare meglio, per tutti.
OFFRE IL COMUNE
Pubblicato: 30 novembre 2009 da massitutor in assistenti sociali, comunità, mangiareNovità dal fronte "iniziative per il sociale" dal comune di Bologna.
Abbiamo appreso da un articolo pubblicato dal Corriere di Bologna che il Comune ha annunciato lo stanziamento di un fondo di ben 10.000 euro per finanziare una serie di appuntamenti presso quattro centri sociali che si occupano di assistenza agli anziani:
il piatto forte, in questo caso letteralmente, saranno delle "allegre tavolate" dove le pietanze saranno accompagnate da "tombola, giochi e passatempi vari".
OK, anche a noi una cena+tombolata in un circolo per anziani può sembrare tutto fuorchè allegro, ma siccome una delle intenzioni del Comune è quella di promuovere quella che chiamano "socializzazione intergenerazionale" pare di capire che le suddette cene siamo aperte a chiunque voglia partecipare, quindi in pratica si tratta di scroccare un pasto aggratis e magari ci scappa pure una vincita alla tombola (che so, magari un porta-dentiera o qualcos’altro di altrettanto utile&simpatico…).
Ovviamente non sono mancate le polemiche, inevitabili quando si tratta di spendere i soldi dei contribuenti.Un certo signor Bruno Pizzica del sindacato dei pensionati ha fatto notare che forse si potevano impiegare meglio questi fondi, richiamando l’attenzione sulle numerose controversie che hanno coinvolto ultimamente i servizi sociali.
Mancano i soldi per il programma di integrazione delle badanti, tanto per dirne una, e c’è lo spauracchio dell’ondata di cosiddetti "nuovi poveri" in arrivo.Da registrare a questo riguardo l’uscita della Lazzaroni (l’assessore ai servizi sociali) che ha proposto di dare la precedenza per i posti letto nei dormitori ai residenti (e te pareva…)
Tempi duri quindi, e il peggio deve ancora arrivare…se siete proprio alle cozze, noi ve l’abbiamo detto, un pasto caldo vi aspetta nei circoli di villa Bernaroli (Borgo Panigale), Croce Coperta (Navile), Pilastro (San Donato) e Barca (Reno). I pranzi si svolgeranno due volte a settimana nei mesi di dicembre e gennaio;di più non siamo riusciti a scoprire.Tra l’altro, non si sa mai che ci scappino due chiacchiere con qualche personaggio particolare: l’ultima volta che abbiamo avuto a che fare con degli anziani era gente che aveva fatto la Resistenza ed è stata una giornata veramente interessante…da qualche parte ci sono anche le foto, e presto verrà postato un video dell’incontro.
Inoltre siamo curiosi di sapere se davvero faranno accomodare chiunque o se magari ci saranno delle storie…dopotutto quel che danno da una parte lo tolgono dall’altra e per una volta, invece di starsi sempre a lamentare, si potrebbe pure aprofittare…o no?
Bologna, città a misura di homeless
Pubblicato: 24 giugno 2009 da massitutor in assistenti sociali, assistenze e bisogni, civiltà, inchieste, vagabond geoghaphicRiportiamo un articolo dal periodico online Vita.it, nel quale si afferma che, secondo una ricerca del Ministero delle politiche sociali su cinque città italiane, Bologna sarebbe un polo attrattivo rispetto alle persone ai margini della società. A quanto pare Bologna sarebbe un’eccellenza nei servizi sociali e nell’accoglienza per i senza tetto.
Ma sarà poi vero? O meglio: cosa ne pensate? Rispetto alla vostra idea di città, all’esperienza personale o rispetto al lavoro che fate dentro o attorno ai servizi.
Se non qui, dove?
Il Ministero delle politiche sociali presenta oggi una ricerca sui senza dimora in 5 città italiane
Addio, homeless. Addio, soprattutto, a una visione che li definisce in termini di mancanza, "less". Il rapporto degli homeless con gli spazi urbani e con l’offerta cittadina di servizi, infatti, è caratterizzato da un utilizzo competente e strategico delle limitate risorse accessibili. Gli homeless cioè oggi sono "ispettori dell’accoglienza". Tant’è che girano mezza Italia e poi cercano tutti di approdare a Bologna, dove ci sono i migliori progetti per il reinserimento sociale.
A dirlo è una ricerca che verrà presentata oggi dal Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali: gli studi realizzati in cinque città – Bari, Bologna, Genova, Milano e Roma – hanno osservato che dagli homelss viene una domanda di beni che va ben oltre lo schema semplificato della ricerca di cibo e di rifugio notturno. Essa si concretizza, per esempio, nell’esigenza di accedere alle biblioteche e fruire dei loro servizi o in quella di disporre dei mezzi pubblici in modo regolare per organizzare i propri spostamenti nell’area urbana.
Davanti a queste richieste, che si collocano al di fuori della definizione per difetto degli homeless, gli operatori sociali e i servizi sembrano in difficoltà e agiscono spesso in modo poco flessibile. Le regole delle strutture rischiano infatti di determinare un loro utilizzo rigido che mal si concilia con l’effettivo perseguimento dell’indipendenza degli utenti, imponendo una griglia di intervento che rischia di soffocare la capacità di avvalersi in modo autonomo e creativo delle poche risorse disponibili. Il pericolo allora è quello che si produca come effetto, involontario ma non per questo meno reale, la gestione della vita dei soggetti assistiti secondo i principi di una economia di semplice sussistenza, da cui non potranno mai emanciparsi.
Bologna
Bologna rappresenta un’eccellenza nei servizi sociali e nell’accoglienza per i senza tetto, una sorta di approdo per tutti coloro che si spostano da una città all’altra in cerca di condizioni migliori. D’altra parte, però, il luogo di accoglienza, (il centro d’accoglienza Beltrame) sembra essere vissuto solo come luogo di passaggio dal quale uscire con un progetto individuale di "reinserimento". Questa impostazione crea distanza tra gli ospiti, che rifiutano i rapporti tra loro, tutti protesi all’uscita dal centro in una sorta di competizione interpersonale. La ricerca mostra come invece sarebbe opportuno rafforzare la funzione residenziale di un centro simile, promuovendo la dimensione coabitativa.
Bari
La ricerca narra dei vissuti e delle storie di 22 persone senza dimora che vivono nell’area metropolitana di Bari e mette a fuoco come l’avere o meno un riparo presso una struttura di accoglienza non risolva l’emarginazione e l’esclusione sociale di cui gli homeless sono destinatari. La ricerca, attraverso l’analisi condotta con t.lab (software per l’analisi quantitativa di dati qualitativi) mette in luce la rappresentazione polarizzata e differenziata delle forme di exit e di nuove politiche sociali suggerite dai diversi stakeholders.
Genova
La ricerca ha come oggetto le modalità di produzione dell’immagine del senza fissa dimora, con i suoi tratti stereotipi, prendendo in considerazione il ruolo giocato dalla stampa locale con l’analisi di articoli usciti tra la fine del 2007 e il 2008 e del materiale promozionale di uno degli enti genovesi, mostrando i meccanismi di discorso attraverso i quali gli homeless sono ridotti a non-persone.
Milano
La ricerca si è concentrata sui modi attraverso cui le persone senza dimora possono difendere il proprio sé, gestendo la frattura tra auto ed etero attribuzione identitaria che colpisce le persone segnate dallo stigma e da processi di inferiorizzazione. Il secondo aspetto chiama in causa la diversa declinazione dei bisogni e delle priorità da parte del sistema di intervento locale e da parte delle persone senza dimora.
Roma
La ricerca intende indagare i rapporti delle persone senza dimora con la città, nella prospettiva di suggerire ipotesi operative di intervento per una riconfigurazione dei servizi che li renda più aderenti alle istanze, alla soggettività e al desiderio di emancipazione degli "homeless". L’indagine ha smentito, attraverso l’analisi sia delle storie di vita sia delle interviste a stakeholders e rappresentanti dei servizi, lo stereotipo di una marginalità vissuta come scelta o rottura rispetto a un contesto di vita "normale" e posto in rilievo la dolorosa condizione di invisibilità sociale dei senza dimora.
Vivere all'emergenza freddo
Pubblicato: 22 dicembre 2008 da massitutor in amicizia, assistenti sociali, assistenze e bisogni, dormire, droga, mangiare, pensieri in libertà, stampa
L’Emergenza freddo è un capannone messo a disposizione del comune in via del Lazzaretto 15, è diviso in tre stanze due per uomini e una per donne, per un totale di circa 47 posti letto. Non proprio letti, ma brandine, infine due bagni.
Comunque vi dico che se non ci fosse l’emergenza freddo molti ragazzi che vivono in strada sarebbero nella merda più assoluta, sarebbero in mezzo alla strada al freddo e, come è successo a Napoli, potrebbe scapparci il morto per ipotermia, quindi dico a quelli che vengono all’Emergenza freddo di adeguarsi e di dire solo grazie al comune e a chi si occupa dell’Emergenza freddo invece di venire solo a rompere i coglioni alla gente che vuole riposare, è solo un’emergenza freddo non è un dormitorio.
"NAPOLI (9 dicembre) – Il cadavere di un uomo, dell’età di 45-50 anni, senza documenti addosso ma ritenuto dalla polizia un clochard, è stato trovato in strada, nei pressi della stazione centrale di Napoli.
Sul posto, richiamata da alcuni passanti, è arrivata una volante della polizia che ha sollecitato l’intervento dell’ ambulanza del 118. Il medico che ha tentato di prestare i soccorsi ha constatato che l’uomo era già morto. Secondo la polizia, ad ucciderlo potrebbe essere stato il freddo della notte. La salma è stata portata all’obitorio del Secondo Policlinico dove verrà effettuata l’autopsia".
Questa è la breve notizia pubblicata da Il Mattino di Napoli il 9 Dicembre. Dalla lettura dell’articolo non vi è notizia se il clochard fosse in contatto con associazioni che si occupano del sociale, o Caritas, o i servizi sociali o se fosse lui a non volere aiuto non si sa, ma resta il fatto che una persona non può morire di freddo in una città come Napoli o per meglio dire la stazione dove a tutte le ore la gente prende il treno. Quindi mi chiedo veramente nessuno ha visto il clochard o lo hanno lasciato morire di freddo sapendo che era un clochard? Che parola antica questa…
Perché spesso sui giornali si parla di Invisibili: mi chiedo come fa a essere invisibile un clochard o una persona qualsiasi buttata in strada? Come fa ad essere invisibile? Forse è arrivato il mago Copperfield a Napoli? Ma Le persone non scompaiono. Forse i clochard sì.
"Hanno i braccioli sia alle estremità e sopratutto in mezzo: sono le nuove panchine che il Sindaco di Verona, Flavio Tosi, sta facendo sistemare in città. Spariranno quindi le classiche panche, dove sbandati, barboni e poveri, si sistemavano per riposare. Il prototipo, scrive oggi il quotidiano diretto da Ugo Savoia, il «Corriere del Veneto», è stato installato ieri nei giardini di piazza Indipendenza, in quella che diventerà un’area pic nic legalè vista l’ordinanza che in città vieta di mangiare in molte aree storiche, per questione di decoro". Notizia pubblicata dalla stampa della scorsa settimana, aggiungiamo giusto due paroline. Il Sindaco ormai famoso per alcune ordinanze bizzarre vomita la sua ultima nata "panchine anti-barbone" che dire? Da un sindaco leghista possiamo aspettarci di tutto, ma questa è proprio il top. Primo, tutti si sdraiano sulle panchine e non solo i barboni, non capiamo da dove arrivi la frase anti-barbone allora tutte le persone che si sdraiano sulle panchine sono barboni, poi se i barboni si riposano che male fanno? Non hanno casa, non hanno un posto dove andare. Invece di togliere le panchine potrebbe dare un posto dove poter andare a queste persone, o per Natale potrebbe regalare un letto a qualcuno che ne ha bisogno, sicuramente non gli mancano le possibilità.