Archivio per dicembre, 2006

I FATTI del 2006… anzi Fattissimi

Pubblicato: 28 dicembre 2006 da massitutor in operatori dispari, pensieri in libertà

Cani e Porci

Pubblicato: 28 dicembre 2006 da massitutor in dormire, salute, sogni

lettini2

EVVIVA!!!!!!!!   Il Comune ha dato il via libera all’apertura dell’emergenza freddo. Io ci dormo… Entro e guardando stupefatto mi chiedo: ma dove cavolo ci hanno mandato? La prima risposta che mi sono dato è stata quella di una stalla, anzi peggio. Come letto hanno messo le sdraie da mare, per giunta da fare schifo, che dopo la prima notte non sapevo più dove finiva la schiena e iniziava il culo, le ossa che ancora brontolano, e non ti dico dopo una settimana. I bagni, non ne parliamo, 4 latrine messe li, con il freddo che mentre caghi ti entra nel buco del culo. La doccia perchè c’e ne solo una, fa proprio schifo, è con il grande pericolo di prendersi un fungo se va bene. Per quello che mi riguarda non vedo l’ora che la notte passi il più veloce possibile, per il semplice ma importantissimo fatto, che così esco subito da quel posto. Che dire, io penso che hanno aperto un "lagher" del genere per pulirsi la coscienza, è così che almeno possono dire di essersi adoperati anche per noi. Io onestamente mi sarei vergognato solo a pensare di aprire un posto del genere, eppure prima che aprisse se ne parlava in un modo, come se doveva aprire il grand hotel. Un desiderio che ho in testa (anzi due) e che prima di tutto in un posto così lurido ci andassero a stare Cofferati e la sua giunta, e per ultimo ma non meno importante, (ANZI) che chi ha il potere in mano si rimbocchi un pò le maniche, e faccia in modo che anche i più bosognosi abbiano un posto dove dormire un po’ più decoroso, perchè nelle stalle ci stanno le bestie,  (senza offesa per gli amici animali). CIAO

Andrej lontano

Pubblicato: 27 dicembre 2006 da massitutor in comunità, droga, felicità, libertà

A_lontanoDopo una considerevole frequenza delle droghe che usavo, sono arrivato alla conclusione che la droga è usata per sfuggire alla realta, per dimenticare i problemi, per rilassarsi. E, come per tutte sostanze stupefacenti, la sua pratica risulta devastante.
Se qualcuno vuole drogarsi, con le droghe è soltanto problema suo. Le conseguenze di atti saranno migliori o peggiori sulla base di quello che la persona ha scelto per se stesso. "Io ho scelto vivere". Al contrario di quello che ho pensato, non è possibile praticare uso di droge in qualsiasi momento. Chi ama se stesso non ha bisogno dell’uso di droghe per sentirsi felice.
Ogni cosa che fai è importante. Una persona che vive intensamente la propia vita gode ogni attimo e non sente mancanza di droga. Quando fa uso di droga, è un sovrappiù, solo in quel momento riesce a perdere il controllo. "Io non voglio perdere piu niente…"

Ps: Ho apena riletto cio che ho scritto. Sto diventando troppo intellettuale!

servizio pubblico, che pubblico non è

Pubblicato: 22 dicembre 2006 da massitutor in gite, pensieri in libertà, politica

davide e coffiIeri leggevo il giornale, è quando ho visto l’articolo che riguardava l’operazione che ha dovuto sottoporsi Silvio Berlusconi, mi è salito un gran nervoso misto a schifezza. Infatti ripensavo a quando era presidente del consiglio, e in particolare quando parlava della sanità italiana, di come era all’altezza, e il grado di efficenza degli ospedali, e dei medici che ci lavorano. Finchè lo dice mi può stare anche bene, anche se io personalmente ho molti dubbi, ma poi vedo che si deve lui operare al cuore, e se ne và negli Stati Uniti. Mi son detto ma che presa per il c…. Ma allora tutto quello che aveva detto fino a poco tempo fa erono tutte cazzate, che vergogna. Restringendo un pò il campo, penso a Cofferati e l’emergenza freddo. Tutte ste menate per aprire poi chissà cosa. Un capannone con al posto dei letti brandine della spiaggia che appena saputo la gente s’è fatta un sacco di risate, non la gente che però li è costretta a starci, ed è molto vergognoso. Tornando ad oggi, fortunatamente davanti ad una tavola molto imbandita per il pranzo alla caserma Mameli, tra il primo e il secondo arriva Cofferati. Sono andato a stringergli la mano solo per fede politica, ed a un certo punto volevo fargli le mie critiche per come è stata gestita questa emergenza freddo, ma poi mi sono detto che questo era un giorno di allegria è non penso che fosse stato il momento migliore. Spererei tanto che almeno Cofferati lo leggesse questo post e chissà che non ci sia l’occasione per parlarne, di come portano avanti tanti discorsi che però evidentemente, di tutte quelle cose che riguardano un certo tipo di persone come quelli di strada, a (loro) gliene frega veramente poco. E per ultimo ripenso all’incontro che abbiamo avuto ieri, rispetto al poco incazzamento che secondo il nostro tutor ci si mette nello scrivere tutto quello che accade intorno a noi. Sicuramente a ragione anche perchè io e poco che ho iniziato a usare il pc è ancora non è che ci capisco tanto, però vorrei che si sapesse di come mi sono rotto i coglioni di sentire solo parole è parole, rispondere parole è solo parole, senza che di concreto cambi nulla, e di come mi piacerebbe avercele davanti queste persone che sono nella stanza dei bottoni, e pensono solo per loro, verificare, e riprenderli quando promettono e non mantengono. Però non sono mai riuscito a fare questi passi. Come augurio di Natale me ne voglio fare uno un pò bizzarro: Se è vero che ci sono tante persone che seguono il nosto blog, spero che ce ne siano altrettante sopratutto nelle mie, e nostre condizioni, che si sono rotte di sentire sempre, si si invece niente, e che invece vogliono avere dei mezzi concreti, e fare in modo che (loro) ci debbono ascoltare per forza e che se per tagliare corto la conversazione promettono, tirare fuori palle e tigna, affinchè mantengono. Sarei contento se a questo post molti siano d’accordo e se fosse così, Riuscirne a parlarne, per trovare assieme, delle strade percorribili, per dare sempre più forza alle nostre ragioni. CIAO.

le mie fatiche

Pubblicato: 22 dicembre 2006 da massitutor in lavoro, mangiare, pensieri in libertà

Ajo’ !posate Salve,sono un operatore delle mense di S.Caterina e Antoniano,lavoro li’ da inizio Dicembre.
Incontro ogni giorno circa 120 130 persone di varie nazionalita’e con problematiche di ogni tipo. Questo lavoro credevo che fosse piu’ difficile ma mi sono reso conto che l’esperienza di lavoro che ho nella gestione  dei dormitori, mense e sopratutto VILLA SALUS mi ha aiutato molto.
In tutti questi posti la cosa piu’ difficile e’ sempre quella: FAR CAPIRE E FAR RISPETTARE LE POCHE REGOLE DI CONVIVENZA.
Dopo 3 anni di lavoro sono qui che mi chiedo com’e possibile che persone che hanno anche bisogno non riescano a rispettare quelle 4 regole per usufruire di un servizio. CHI HA UNA RISPOSTA???
IL VOSTRO SARDO PREFERITO

Il muro del pianto

Pubblicato: 21 dicembre 2006 da massitutor in colletta

bjork2How does it feel?
How does it feel?
To be without a home,
Like a complete unknown
Like a rollin’ stone (Dylan)

Come ci si sente? Come ci si sente ad essere senza una casa? Come una completa sconosciuta, Come una pietra rotolante.

Ero sotto i portici della mia città ieri sera e l’ho vista piangere. Non avevo mai visto nessuno piangere così tanto in pubblico. Seduta sui gradini di una banca, verso piazza Otto Agosto una ragazza bionda e spettinata chiedeva soldi ai passanti (scollettava si direbbe qui in via del Porto) con un bicchiere di latta e un cartello. Ne ho viste talmente tante di persone fare l’elemosina… quel giorno stesso almeno tre in cento metri, di questi tempi si sa, ma qui è un’altra cosa. Piangeva talmente disperatamente da non stare neppure ferma sui gradini, squoteva il capo, si contorceva nei singhiozzi e con una penna presa come un pugnale scriveva con rabbia qualcosa su un cartone da esporre. Le guance rigate da fiumi di lacrime specchiavano le luci delle vetrine e del traffico nei giorni prima di Natale. Gli occhi così annegati sembravano cercare qualcosa qualcuno nel flusso di persone che passa. C’è talmente tanto rumore che non riesco a sentire il suo pianto mentre le passo vicino. Lo so che sembra una tipica storia pietosa di Natale, ma la dimostrazione del fatto che è vera sta nel come questo incontro finirà.
pianto3E passavano tutti, di fretta, nel freddo, con i sacchetti in mano e un appuntamento dove andare. Passavano tutti e passiamo oltre anche noi. Mi fermo dopo qualche passo per vedere se continua a piangere, per vedere se fa finta… vorrei che fosse così ma non è così. Una specie di istinto mi spinge a tornare da lei e cercare di aiutarla, sapere che succede, ma come ho già detto questa non è una storia di Natale: passavano tutti e passiamo oltre anche noi. Noi… che c’è qualcuno che ha bevuto troppo e mi si appoggia addosso in piena paranoia, qualcun’altro è troppo vicino o troppo lontano dalla sua sostanza, altri devono seguire i propri sentieri piazza-diurno-piazza-caritas-dormitorio. Noi, come gli altri, passiamo oltre… che c’è qualcuno che ha troppa fretta che deve andarsene via lontano e qualcun’altro che allunga il passo perchè vuole tornarsene nel proprio mondo caldo e pulito.
pianto1Chissà per cosa era quel pianto? Forse per l’astinenza, forse per una depressione, per un abbandono. Forse era il suo primo giorno di "colletta" ed è un perdita della verginità dolorosa alla quale seguiranno forse solo tanti giorni uno uguale all’altro a chiedere soldi a chi passa. Allora che fare? Tornare indietro? Costruirsi il giusto alibi? Cercarla per la città di notte, dal caldo di un abitacolo? Oppure mettersi a scrivere questa storia… magari solamente per cercare di capire come e perchè non ho ascoltato quel mio istinto di chiedere "che succede?", "che cos’hai?" che sentivo così semplice, naturale e umano.


* Babbo Natale quel grassone,
   sta fumando un bel cannone…
   quella cecata di Santa Lucia,
   tira di coca in compagnia…
   e la Befana vecchia baldracca,
   si sta scolando 6 litri di grappa…
   Se un buon Natale tu vuoi fare,
   in compagnia lo devi passare.
   Se non lo passi in astinenza,
   del Natale e delle feste raccogli l’essenza. *

                          Buon Natale

Andrej / Dikko

Dateci una casa… anche eco-INcompatibile

Pubblicato: 20 dicembre 2006 da massitutor in dormire, gite

yurtaNomadizziamoci! Syusy scende in piazza con la "yurta". Dal 18 al 21 dicembre, chi passerà da piazza Santo Stefano a Bologna potrà vedere (ed entrare dentro) una Yurta, tenda usata come abitazione dalle popolazioni nomadi dell’Asia centrale. È una struttura auto-portante e completamente naturale molto grande: 9 metri di diametro! Ma, vi chiederete voi, cosa ci fa una tenda mongola in centro a Bologna sotto Natale? Cosa si sono inventati stavolta? Belle domande, per rispondere alle quali leggete l’articolo, con un’intervista a Syusy, animatrice del nuovo progetto "Nomadizziamoci".
E ci siamo stati ieri sera dentro alla Yurta. Un pezzo del gruppo Asfalto si è intrufolato nella grande tenda delle tribù nomadi della Mongolia montata in Piazza Santo Stefano: il calore e un dolcissimo profumo ci hanno accolto, avremmo voluto stravaccarci per terra per seguire il dibattito in corso, ma purtroppo il pavimento era umido, pazienza. Tutta l’iniziativa è finalizzata alla sensibilizzazione sui temi dell’abitare eco-sostenibile e anche nell’incontro di ieri si discuteva di alienazione delle città moderne, inquinamento, stagnazione dell’economia. I relatori discutevano di quanto ormai abbiamo già tutti-tutto, di come si sia perso il valore del vivere insieme e in comunità con gli altri cittadini e la Syusy nazionale si avventurava addirittura a denunciare l’arroganza fallocentrica dell’erezione (!) di grattacieli sempre più alti. Contrapposta alla forma femminile della yurta! Tutto molto interessante, ma siccome chi vive questo blog si è dato lo scopo di raccontare il vivere la città da un altro punto di vista: quello della strada, ricordiamo che:
1. vivere in comunione con altre 3, 4, 10 o 30 e più persone come negli stanzoni di certi dormitori non è certo una gran cosa ed è quanto di più lontano da una convivenza civile e pacifica.
2. vivere la strada e dormire alla stazione significa condividere la città con tutti, ma il sentimento che prevale è il freddo e l’isolamento. Dunque le radici dello stare insieme stanno da un’altra parte. Perchè, come diceva lo scrittore Federico Bonadonna vivere in strada è il massimo grado di libertà coniugata alla minore possibilità di esercitarla.
3. non è vero che a Bologna, oggi, tutti hanno tutto: perchè c’è un sacco di gente che non ha niente ed ha anche poche possibilità di avere qualcosa in futuro;
4. crediamo che ognuno abbia il diritto di vivere in una casa vera, dignitosa e non in un dormitorio dove vieni fatto sloggiare ogni 3 o 6 mesi. Una casa dove coltivare la propria vita e la propria intimità. Una casa che sia anche eco-INcompatibile, ma una casa! 

Comunque, a parte le polemiche, invitiamo tutti ad andarla a vedere la yurta: perchè è veramente molto bella e il contesto di Piazza Santo Stefano è veramente affascinante, come sempre.

Sani e salvi

Pubblicato: 15 dicembre 2006 da massitutor in famiglia, lavoro, salute

medicinaPer chi non ha seguito il diverbio che c’è stato tra noi di Asfalto e l’ associazione SOKOS. Dunque è nata una piccola polemica tra sokos e GIANLUCA. Dove lui sosteneva che è andato negli uffici di SOKOS per chiedere assistenza e questi gli avevano risposto in malo modo. E da qui è nata tutta una discussione che se vi può interessare la trovate TROPPO KIARO. Dopo tanto siamo riusciti ad avere un incontro con l’associazione di SOKOS. Abbiamo parlato direttamente con la responsabile sanitaria la sig. CICCARELLO, e con lei c’era anche un suo collaboratore il sig. RABIH CHATTAT, proprio qui nel laboratorio di informatica. Noi del gruppo di asfalto abbiamo esposto il problema dal nostro punto di vista con lei, e così è stato chiaro ciò che Sokos offre come servizio sia agli italiani che a stranieri, con permesso di soggiorno o senza. ANDREJ un nostro collaboratore straniero è andato per usufruire del servizio per via della tosse e di conseguenza per una visita. Alla fine è venuto fuori che qualcosa non è troppo chiara per quanto riguarda le informazioni che vengono date ai pazienti da parte dei volontari. Dire che c’è un problema di comunicazione fra servizi.
Andrej: Sono andato a Sokos perche avevo la febre a 38,2. Dopo una  lungissima filla sono arrivato dal dottore, mi ha visitato e mi ha fatto una prescrizione anche urgente per farmi la lastra. Dovevo andare in ospedale in via Montebello per fare la tessera sanitaria per poi poter fare la lastra. Pero a montebello non mi volevano fare la tessera perche sono slovako e la Slovacchia fa parte di EU dovrei richiedere la tesera sanitaria nel mio paese. Pero io a casa non ce lo la tesera percio non potevo farmi prenotare per fare la lastra. Un altro giorno in orari del Sokos sono andato a chiedere come posso fare per la tessera, e la  risposta era che devo riprovare praticamente la fortuna in altri ospedali di Bologna e magari mi fanno la tesera. Dopo la risposta mi e pasata la voglia fare la lastra e anche la tosse.
Gianluca: Sono colui ke ha scritto il post ke ha dato inizio a tutta questa storia… ke dire? Ke non mi sono inventato tutto, ke sono precisamente andato a la sede di Sokos in via Castagnoli e non da una qualke altra parte? Ke ad inventarmi la storia non mi sarebbe venuto nulla in tasca? Sono un tossico emarginato utente di un servizio sociale e tale connotazione va tutta a beneficio del dubbio di ki dubbi ha a proposito de la veridicità de i miei scritti quindi mi limito ad aggiungiere ke la possibibilità ke si sia trattato solo di un malinteso è da attribuirsi 50% a scarsa attenzione ed eccessiva animosità da parte mia, 50% poca kiarezza  ne la spiegazione da parte de i volontari stanki dopo una lunga giornata di lavoro non retribuito. Va bene così? Passo e kiudo. Ricordiamo inoltre che SOKOS è tra i nostri link, orari e visite.

il diavolo non è cosi brutto come lo si dipinge

Pubblicato: 14 dicembre 2006 da massitutor in Uncategorized

E che volevo ricollegarmi al post scritto ieri. Ancora una volta ho capito che ho un difetto è non riesco a cambiare. Mi riferisco al fasciarmi la testa non prima di rompermela, ma addirittura graffiarmela. E come dicevo ieri mi faccio avvolgere dall’angoscia anche quando non c’e ne motivo. Fortunatamente con l’aiuto dei ragazzi del centro sono riuscito a fare un bel passo in avanti. Infatti parlando dell’angoscia che stavo vivendo ieri , non mi sono tenuto tutto dentro come spesso nella mia vita ho fatto, é quindi mi hanno spronato ad andare al pronto soccorso a farmi visitare, è tutto il magone che stavo vivendo in poco tempo se ne andato. Un medico molto bravo, gentile è sopratutto divertente mi ha messo subito a mio agio, facendomi ridere mentre lui mi stava ripulendo la ferita. In mezz’ora ho fatto tutto, e il buon umore subito è tornato, e non vedevo l’ora di parlarne con qualcuno. Ma la cosa che più di tutte mi sento di mettere in risalto è l’importanza che hanno le persone che ti stanno accanto, che ascoltano i problemi degli altri a prescindere da chi sei. E anche di quanto è sbagliato, tenersi tutto dentro, pensando che sappiamo risolvere tutto da soli, quando invece,de i problemi che ti assillano, è  ne parli anche con gli altri e proprio vero che sono meno pesanti, infatti anche una parola di conforto a volte può avere una importanza speciale…. CIAO