E così il 17 gennaio scorso lo abbiamo seppellito nel suo piccolo paese di montagna Francesco, a Santa Sofia, provincia di Forlì. Quando aveva appena 26 anni. La chiesa era piena di gente e molti giovani piangevano e cantavano per quel ragazzo conosciuto alle elementari o le scuole medie, all’oratorio ai giardinetti, posti così. Poi se ne andò a Bologna che aveva appena diciotto anni; a cambiare vita, si diceva, a fare il “barbone”, il “punkabestia”, il vagabondo. Qualcuno sapeva qualcosa ma erano frammenti di discorsi che era meglio lasciar perdere.
E’ qui a Bologna che conosciamo Francesco, nel 2008, al Centro diurno di via del Porto, si fa notare subito per la sua esuberanza, il suo muoversi a scatti veloci, con passo da montanaro, il look raffazzonato da punk e soprattutto per la sua giovanissima età. Lo chiamano il “bambino”, il “Cinno” o cose così, poi impareremo a chiamarlo con il nome che si era scelto: lui Beo88 ed il suo cane Skrugno.
Dopo pochi mesi si fa coinvolgere, con una piccola borsa lavoro del progetto Prova & Riprova, nel laboratorio informatico. Con la sua presenza scenica, la sua sincerità e le sue parole a raffica animerà il blog Asfalto con molti video, che sono tra i più cliccati. La sua intervista è il video più visualizzato di tutti: più di dodicimila contatti e una valanga di commenti. E’ un concentrato di fragilità, consapevolezza, verità e voglia di vivere. In quei dieci minuti c’è tutto quello che bisogna sapere per capire quali possono essere i bisogni e le difficoltà di quel ragazzo. Non servono altri colloqui, valutazioni, schede: una volta innescato il meccanismo della fiducia Francesco ci dice già tutto quello che c’è da sapere su di lui e su quelli come lui. Ben poco viene lasciato alle parole a videocamera spenta, comunque la storia è questa: la catena delle conseguenze parte da un padre assente e perduto, morto prematuramente schiacciato dalle sue dipendenze, un rapporto conflittuale con una madre chiamata ad un compito forse troppo difficile. E’ appena il tempo delle prime sigarette e delle prime seghe, che è già ora per Beo di conoscere la Comunità prima e una famiglia affidataria poi. E’ già da un po’ quindi che Beo cerca di trovare il suo posto fra l’istinto di ribellione e le regole. Un braccio di ferro che lo porterà a lasciare tutto e partire, dentro ai suoi anfibi colorati, per Bologna. La grande città. E non è come pensano molti sociologi o tecnici dei Servizi sociali, basta parlarci un attimo con le persone per capire qualcosa: Beo non è che arriva a Bologna perché ci sono i dormitori, i Servizi, i Ser T, i centri diurni o il drop-in. Proprio no: a Beo quella roba lì interessa ben poco. Bologna attira Beo perché qui è facile trovare la “Roba” e se vai in giro con la cresta e una birra in mano nessuno ci fa caso più di tanto; perché si può svoltare con un po’ di colletta, perché si può vendere il Fumo ad una città di studenti con il portafoglio pieno, in Piazza Verdi come altrove. A Bologna ci sono altri come lui e si gira insieme, ci si sbatte e si ricomincia. Qui ci sono interi palazzi vuoti che sembrano messi lì apposta per essere occupati e si vive così. E poi ci sono le ragazze! Che belle ragazze a Bologna! E vengono qui a Bologna con bisogni e curiosità non molto diverse da quelle del giovane Francesco.
Beo conduce una vita a rischio, questo non fanno che spiegarglielo gli operatori dei servizi a “bassa soglia” che frequenta, lui lo sa ma riesce a gestire la cosa. Al futuro per ora non ci pensa, però lo vede: nelle sue parole e nei suoi occhi si intuisce che questa è una parentesi della sua vita. Una vacanza che vuole prendersi e su questo comincia a costruire il suo castello di promesse, alibi, progetti. Come tutti.
Ad un certo punto a Bologna si cominciano a chiudere o ridimensionare tutti i Servizi a bassa soglia, inizia il welfare da campanile basato sulla residenza. Ognuno a casa sua quindi. Non importa che cosa ti abbia fatto scegliere Bologna come posto dove determinare la propria identità, il proprio stile e le proprie possibilità; non importa che Bologna ti abbia chiamato qui con le sue luci, i suoi portici e le sue opportunità. I Tavoli tecnici, con le loro tabelle e i monitoraggi, hanno deciso che ogni Comune d’Italia ha i suoi “figli” e lì devono tornare, perché qui non ce n’è più per nessuno. Da qualche parte, in un ufficio, in un qualche file, al nome di Beo c’è una casella “obiettivi” dentro c’è scritto “Rientro a casa”. In quella casa fragile e conflittuale, in quel bel posto in montagna dove magari sarà anche bello andarci a mangiare le tagliatelle la domenica, ma viverci è un’altra cosa. E il Nostro eroe sì che si è fatto convincere a tornare a Santa Sofia, dopo che tutte le porte si erano chiuse a qualsiasi prospettiva ha portato il suo caro amico a quattro zampe, Skrugno, a scorrazzare sulle montagne e nei verdi prati, dopo che era cresciuto fra i rifugi da “squat”, le passeggiate in via Zamboni e la compagnia dei cani del gruppo, sempre a giocare e a leccarsi dappertutto. Poteva essere anche una buona idea, ma con quale progetto? Cosa lo aspettava a Santa Sofia? Qual era la sua quotidianità? Quali prospettive c’erano per un tardo-punk, con qualche piccolo problema con la legge e le sostanze, nella provincia di Forlì? Qualcuno dei Servizi alla persona del Comune di Bologna è mai andato a vedere sù in montagna come si sta? Come sta Francesco? A controllare se magari non si era chiesto un po’ troppo a questa famiglia già in difficoltà? Niente di tutto questo: era importante non avere più in carico Francesco e questo la città di Bologna lo ha fatto bene. Tanto che nel frattempo il Comune ha pensato di scoraggiare anche gli altri amici di Beo a venire a Bologna: chiudendo prima il Drop-in e poi i Laboratori del Centro Diurno di via del Porto. Francesco all’epoca aveva circa 21 anni. Nessuna prospettiva a Bologna per Lui in questa logica feudale nella quale il territorio è usato come filtro di accesso alle risorse.
Sì, qualcuno si è attivato anche lassù per aiutare Beo: forse il suo SerT, (a un’ora e mezza di corriera da casa sua), forse la piccola cooperativa sociale che lo impiegava in borsa lavoro. Sicuramente lo hanno fatto le persone che lo amavano, come potevano, con passione e speranza. Ma non c’è posto abbastanza lontano dove scappare quando la Signora ti cerca e non si sono certo fatti fermare dalla distanza da Bologna i “buoni amici” che non gli facevano mancare la roba per organizzare i suoi occasionali momenti di solitudine e perdizione. Come questa volta qui che ce lo ha portato via: quando l’ingranaggio si è inceppato e Francesco era lì da solo in casa. Già perché Beo non è morto vagabondando per Bologna, ma fra quattro mura e chiuso a chiave, magari fra una birra e un gioco alla Playstation.
Quindi se Santa Sofia era la città madre di Francesco, Bologna sicuramente era la città padre di Beo88 e in quanto tale dovrebbe prendersi qualche responsabilità.
Beo non era un ragazzo facile, ma era un bravo ragazzo e un buon figlio. Voleva vivere e amare, anche se vivere non era una cosa facile per lui, ma stare con lui era più entusiasmante che difficile.
Archivio per la categoria ‘laboratorio’
La catena delle conseguenze
Pubblicato: 31 gennaio 2014 da massitutor in amicizia, amore, assistenze e bisogni, droga, famiglia, laboratorio, morteTutto è cominciato in Via del Porto
Pubblicato: 19 giugno 2013 da massitutor in assistenze e bisogni, bologna sold-out, civiltà, inchieste, laboratorio, lavoro, politica, stampa, tutto cominciò cosìTutto è cominciato in Via del Porto
Il Blog Asfalto è nato fra le mura alte e decadenti del Centro Diurno di via del Porto, dietro al portone di ferro che da su via don Minzoni. Nei Laboratori Prova & Riprova collocati proprio nel Centro, per dare l’opportunità a qualcuno di tentare una piccola svolta ad una vita incastrata.
Certo che niente è immutabile, però questo modo di riqualificare i Servizi chiudendoli o “zippandoli” tutti al Beltrame ci pare un modo di procedere privo di idee quando non è cinico e devastante. Se la politica di questa Città non crede più in questo genere di assistenza alla persona, se ha un’altra idea di Riduzione del danno, se si ritiene che questa gente non meriti che la ghettizzazione… qualcuno deve allora avere il coraggio di dirlo ed assumersene la responsabilità. Tutto qui.
i ragazzi del cantiere
Pubblicato: 12 giugno 2013 da massitutor in asfalto fuoriporta, La CAVA, la vita è un cantiere, laboratorio, lavoro, tele asfaltoCostruendo LA CAVA
Procedono i lavori in via Cavazzoni
Su iniziativa della Fraternal Compagnia in via Cavazzoni 2/g a Bologna sta nascendo un nuovo laboratorio creativo dove si incontreranno arte, vita, studio, lavoro e poi corsi, serate, eventi, collaborazioni. Si chiamerà La Cava delle Arti e oggi è un cantiere capitanato dall’inarrestabile Massimo Macchiavelli e dove stanno lavorando un gruppo di ragazzi motivati all’impresa e al cambiamento.
Asfalto è uno spazio di comunicazione dal basso e siamo felici di buttarci a capofitto in questa storia, che va sicuramente raccontata e della quale speriamo di fare parte nel modo più attivo possibile, insieme a tutte le persone che vorranno seguirci.
Seguiamo gli sviluppi del cantiere di CAvazzoni Vita e Arte anche alla pagina che Asfalto ha dedicato alla CA.V.A. e su Facebook: sulla pagina della Fraternal Compagnia; sulla nostra pagina o sul gruppo Asfalto. Seguiteci e condividete.
Di questi tempi non capita tutti i giorni di vedere nascere qualcosa di buono.
Il blog Asfalto chiude. I tagli alle spese per il Sociale da parte del Comune di Bologna impediscono di proseguire l’esperienza dei Laboratori all’interno del Centro diurno di via del Porto (BO).
I più deboli pagheranno a caro prezzo questa “Crisi” e nelle casse comunali rientrerà una cifra con la quale si può acquistare a malapena un’auto di media cilindrata.
Il blog Asfalto è figlio di un’epoca che sta finendo, una stagione nella quale si pensava che produrre percorsi ed opportunità significasse dare un’opportunità alle persone e che il lavoro e la comunicazione fossero elementi che danno un senso alla vita. Assistiamo al ritorno dell’essere umano scritto dentro al triangolo cibo, branda e sussidio.
Il “tempo del racconto” sta forse finendo e noi di Asfalto sappiamo quando è tempo di andare, non vogliamo diventare uno dei tanti templi del sociale, un’istituzione vuota, una bandiera priva di popolo. L’idea che ha dato vita ad Asfalto non è morta, tornerà forse in altre forme e luoghi: c’è sempre più bisogno di accesso alla comunicazione e la realtà che ci circonda ci indica che eravamo sulla strada giusta. Ringraziando tutti i colleghi e gli amici che hanno creduto in un luogo virtuale come Asfalto invito a rimanere aggiornati sugli sviluppi attraverso l’omonimo gruppo su Facebook, oppure tramite semplice email.
Asfalto dal 2006 è stato il primo blog italiano con una redazione di strada. Con 760 post scritti da oltre 70 membri, centinaia di argomenti letti e discussi da una media di 60 contatti giornalieri (125 mila contatti in totale) abbiamo cercato di raccontare la strada e i margini della condizione umana.
Ci siamo riusciti solo a metà: nel senso che il “ponte di comunicazione verso la città” che abbiamo cercato di costruire si è interrotto a metà. Un ponte va costruito da due sponde e chi doveva costruire, farsi avanti, partecipare dalla parte della città, delle istituzioni, dei servizi non lo ha fatto fino in fondo.
Il progetto Prova & Riprova, dal quale nasce Asfalto, è stato cancellato da alcuni tecnici e decisori senza casacca politica. Nel silenzio pressoché generale dei politici e degli addetti ai lavori vengono buttati via oltre 10 anni di esperienza e di prassi sulla costruzione di percorsi di reinserimento sociale dalla bassa soglia. Siamo anche stati in piazza con le nostre povere quattro cose e, a meno di qualche pacca sulla spalla e sinceri attestati di stima da parte di colleghi e operatori del settore, è mancata una voce chiara e autorevole in difesa della riduzione del danno e dei “luoghi di vita” come i Laboratori.
Avevamo chiesto, attraverso l’Asp Poveri Vergognosi, un piccolo rimborso per proseguire l’attività fino a fine anno, in modo da poter riprogettare e trovare altri finanziamenti, ma ciò che sembrava possibile a luglio è misteriosamente svanito dopo la pausa estiva. Così, con un risparmio per le casse comunali pari al costo di un’automobile, una dozzina di persone in borsa lavoro vengono lasciate nell’incertezza per mesi; lavoratori e piccole realtà sociali impiegate vengono messe in seria difficoltà e alcuni prodotti di eccellenza come il Blog Asfalto e il Laboratorio di Maschere della Fraternal Compagnia vengono semplicemente cancellati.
A noi non piace buttare via le cose preziose. E’ per questo che decidiamo di dare un valore (anche se simbolico) a questo blog e lo mettiamo in vendita su E-Bay, allo scopo di poter proseguire con il laboratorio informatico e permettere l’esistenza del laboratorio di maschere nei propri spazi di via del Porto, almeno per quest’anno. Poi si vedrà. Cercheremo altre strade e altri alleati per portare avanti la nostra idea e il metodo che abbiamo applicato fino a qui. Anzi meglio.
Tante persone sono passate dal Laboratorio, e quindi da Asfalto, ma come fondatore e moderatore di Asfalto voglio dedicare tutto il lavoro fatto sin qui a tutti coloro che non ce l’hanno fatta. Ai perdenti, agli sfortunati, a tutti gli inadeguati cronici. Sia quelli che hanno provato una sola settimana che quelli che hanno tentato, insistito per mesi, anni eppure non ce l’hanno fatta. Ma tutti hanno fatto qualcosa di buono: dando un’altra possibilità a sé stessi hanno creduto di poter cambiare, hanno trovato il loro posto nel mondo e guardato sé stessi negli altri.
Amici come Fausto, Delvis, Roberto, Massimo… fratelli come Andrej ci hanno lasciato soli e confusi; oggi il nostro caro ed unico Simone sta combattendo la sua battaglia più dura proprio quando le cose stavano girando un po’ meglio. Forza Monne! A voi tutti è dedicato questo fiume di parole, immagini e umanità.
La strada è una bestia ferita
Salvate voi stessi
Fine
Il blog Asfalto si butta dentro alla pausa estiva stremato da tutte le botte ricevute quest'anno. Al momento non so se e come riusciremo a ricominciare a lavorare ai primi di settembre: dopo gli amici che ci hanno lasciato, i tagli che hanno azzerato i Laboratori, l'indifferenza generale e adesso questa assurda tragedia che ha coivolto un nostro caro amico. Forza Simone! Non possiamo che sperare, con tutte le nostre forze.
Intanto cerchiamo di fare cassa: vendiamo al miglior offerente il blog Asfalto così com'è, in modo da poter riprendere con entrambe i laboratori, qui nel Centro diurno di via del Porto. Forse, in agosto, potrebbe succedere qualcosa sull'omonimo gruppo su Facebook… per chi sarà connesso.
I Margini al Centro 28 giugno 2010
Pubblicato: 30 giugno 2010 da massitutor in assistenze e bisogni, bologna sold-out, laboratorio, operatori dispari, operatori pariIncontro al Porto
Pubblicato: 21 giugno 2010 da massitutor in bologna sold-out, civiltà, laboratorio, politicahttp://picasaweb.google.it/s/c/bin/slideshow.swf
Una delegazione del Centro Diurno e amici di Asfalto hanno incontrato la Commissaria Anna Maria Cancellieri presso il Quartiere Porto. Io e Marco siamo intervenuti in difesa del Centro diurno e dei Laboratori Prova & Riprova. Si è parlato anche di altri temi che interessano il Quartiere, però il presunto impatto del Centro diurno sul Quartiere è stato uno dei temi più "gettonati". Per fortuna, a parte qualche voce, è emersa la grande tolleranza degli abitanti di questo quartiere e anche gli interventi di alcuni amministratori e del Centro anziani Costa sono stati a nostro favore. Speriamo, in futuro, di riuscire ancora di più a fare sistema con loro.
Con sorpresa abbiamo conosciuto una Cancellieri molto più sensibile ed emotiva di quello che può apparire. Dietro a quell'immagine da lady di ferro si cela una persona di spirito e sensibile ai temi del sociale. Almeno, questo è quello che ci è sembrato da questo incontro. Speriamo di continuare a lavorare bene.
Video mappe #1
Pubblicato: 3 giugno 2010 da massitutor in inchieste, laboratorio, tele asfalto, vagabond geoghaphic
Questo video è la prima bozza, il primo mattone di un racconto collettivo in immagini per descrivere la nostra città: Bologna. Un luogo che ci accoglie, ci infogna, ci respinge… eppure è il posto nel quale viviamo. Quindi andiamo in giro con una videocamera e raccontiamo qualcosa di noi attraverso la città.
Così ha fatto Simone in questo primo video, che egli stesso ha montato e realizzato, andrà a costituire il primo tassello di un quadro collettivo, una video mappa fatta di parole e volti. Perché una città è fatta di persone e noi ci siamo dentro.
La conferma che siamo sulla strada giusta ci viene dall'invito dell'associazione Mappe Urbane a portare la nostra esperienza di blog Asfalto e Laborstorio Prova & Riprova ad un altro convegno dell'Istituto Gramsci, che si terrà oggi pomeriggio alle 15,30 all'Oratorio di Santa Maria della Vita in via Clavature, 8.
Questo è il nostro contributo alla conoscenza del territorio e al rapporto che questo ha con le persone. In una parola: il nostro contributo alla cultura, oggi.
mi piace Bologna…
Pubblicato: 9 febbraio 2010 da massitutor in amicizia, inchieste, laboratorio, morte, radio asfalto, tutto cominciò così
Nel 2006, alla nascita del blog Asfalto, Radio Città del Capo: la radio metropolitana di Bologna è venuta a fare un servizio in forma di chiaccherata con i membri del gruppo fonfatore di Asfalto. Andrej era fra di loro, fra di noi ed era quello che di più aveva speso e creduto in questo progetto.
Andrej era un grandissimo mago del pc, con un gusto speciale per la grafica e, proprio in quei giorni, lavorò sodo per costruire un ambiente virtuale accogliente, funzionale e fantastico.