Archivio per gennaio, 2009

FORZA ZIA!

Pubblicato: 30 gennaio 2009 da massitutor in assistenze e bisogni, morte

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Ok capita di fare degli errori: ci scusiamo perchè avevamo dato un’informazione sbagliata sulla sorte della Zia, che è ancora fra di noi, anche se molto malata. Cogliamo l’occasione dunque per mandarle un grande augurio per la sua vita e la sua salute.
Non vogliamo assolverci, ma non siamo giornalisti e, si sa, le voci in strada viaggiano incontrollate. Comunque parlando di cose così delicate cercheremo di stare più attenti.
Qui di seguito comunque lasciamo il resto del post di Anarcom: che diventa così un modo per raccontare, ancora una volta, l’attività degli Zii, rendere omaggio al loro impegno e proseguire coi commenti.
Beo88 e Massitutor.

<<Noi qui di Asfalto ne avevamo già parlato in un post, questa donna è la "zia" conosciuta da tutta la gente di strada con cani al seguito che negli ultimi dieci anni (perché è da allora che io la conosco) si è trovata a passare da Bologna.
Lei insieme a suo marito si prendono cura di tutti i cani della gente di strada e, tutti i santi giorni, portano da mangiare riso e scatolette comprati di tasca propria.
Questa coppia ha passato non pochi problemi nel corso degli anni: ricordo ad esempio le multe che hanno preso in piazza Verdi perché erano costretti a parcheggiarsi in posti scomodi o le intimidazioni ricevute da vigili e polizia in quanto si radunavano troppi  punkabbestia.
Molta gente pensa che il loro buonismo derivi dal fatto che non abbiano potuto avere figli, ma io credo che era il grande rispetto per gli esseri viventi in generale che muoveva il loro istinto di aiutare. La zia è una persona diretta: non di rado la sentivi dire "come? i soldi per la birra ce li hai e non puoi comprare una scatoletta al tuo cane?!!!!!"
Il suo nobile scopo era non far soffrire gli animali più di quanto non soffrano già stando in mezzo alla strada.
Da parte nostra va tutto l’affetto sincero a una persona che ha nell’animo una grande solidarietà e ci auguriamo che qualcun altro possa prendere il suo esempio perché l’umanità ha bisogno di gente come lei.>>

Eroi d'inverno

Pubblicato: 29 gennaio 2009 da massitutor in amicizia

Russia_ritirataIn questi giorni si sta scrivendo molto sul freddo che sta mietendo vittime: oggi le persone più a rischio sono quelle di strada, ma il freddo in ogni era ha mietuto vittime, vi sto parlando di un freddo terribile di un periodo "durante la guerra" dove le persone citate nella storia oltre a soffrire già una situazione tragica della guerra stessa si son trovate sole perché la guerra aveva il quel momento fatto il resto, e il fatto di non avere più un battaglione o una truppa, cannonate e travolte a suon di cannonate oltre il fiume Don, e costretti a tornare spesso da soli verso la propria patria con tutti i rischi del freddo peggiore il freddo della Siberia, la mia espressione poetica ricostruisce il momento grazie ai racconti del signor Domenico mio datore di lavoro in una pelletteria in DESENZANO SUL GARDA:

EROI DI GUERRA O AMICI PERSI

heroesRitornò dal freddo
l’uomo che poi
era andato alla ricerca
del suo dire di uomo che sapeva.

In casa quando aprì la porta
lo aspettava un camino acceso
e una donna che gli corse
incontro, felicitando
come un pinguino contento.

Finalmente dopo sei mesi
di lungo cammino,
partito dal lontano don in Russia
e arrivato qui lungo l’Adige
Verona casa sua,
tanto per sorridere e dire
sono ancora vivo.

A fan culo la guerra
tra il freddo peggiore
che uccideva più di un fucile

dice non sa, durante e lungo il tragitto
racconta
dei dispersi o dei morti
e fece suonare per 3 notti le campane in tutta la città, come ricordo

poi gli arrivò la notizia
che il suo amico di Genova Domenico Barabino
compagno per molto del suo tragitto,
era vivo e fece gran festa.

A guerra finita
coi pochi rimasti si incontrò
e i suoi occhi espressero una felicità innata

pianse i dispersi
che poi non tornarono
mai indietro.

Eroi di guerra
o amici persi
ora è tutto da ricostruire
la guerra è finita
la guerra è finita.
A fan culo la guerra
tra il freddo peggiore
che uccideva più di un fucile.

E portò fiori ai morti.

…e io ci vado

Pubblicato: 28 gennaio 2009 da massitutor in amicizia, asfalto fuoriporta, assistenze e bisogni, week end a scrocco
MILANO CENTRALE
DAL 29 GENNAIO NUOVI CENTRI ACCOGLIENZA IN STAZIONE
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SOS della Fondazione Exodus e City Angels festeggiano l’apertura dei due nuovi centri di accoglienza per senza tetto, alla stazione di Milano, realizzati grazie al contributo di Grandi Stazioni e delle Ferrovie dello Stato. I servizi sono situati uno di fianco all’altro nel sottopasso fra via Tonale e via Pergolesi.
Qui si terrà la conferenza stampa, giovedì 29 gennaio dalle 10 alle 12,con interventi di don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus, Mario Furlan, presidente dei City Angels e Maurizio Rotaris, responsabile di SOS Centrale.
Le due associazioni di volontariato impegnate nello scalo milanese, presenteranno i progetti rivolti alle persone in difficoltà per migliorare la condizione di vita nella zona circostante la stazione.
In oltre quindici anni di attività a Milano Centrale, SOS e City Angels hanno contribuito a togliere tante persone dalla vita di strada ed a migliorare le condizioni della zona.
Nel pomeriggio del 29, dalle 14 alle 17, nei locali di SOS Stazione Centrale – Sottopasso Tonale Pergolesi, ci saranno diversi momenti di arte e spettacolo che avranno come tema la vita di strada: gallerie di immagini, installazioni fotografiche e multimediali, cortometraggi e documentari.
Venerdì 30 gennaio, invece, dalle ore 20.30 alle 23 è la volta della musica realizzata dai senza tetto e dai volontari della stazione con il concerto della Bar Boon Band (ingresso gratuito, 100 posti a sedere).

Per approfondimenti e dettagli sull’evento (programma, partecipanti, installazioni, artisti e autori): www.retecivica.mi.it/stazionecentrale

sosPer contatti rivolgersi ai responsabili dei servizi

Maurizio Rotaris
Responsabile SOS Stazione Centrale
Tel 0266984543 – 3207203125
maurizio.rotaris@rcm.inet.it

Mario Furlan
Presidente City Angels
Tel 0226809435 – 3492517924
info@cityangels.it

Ma quanto sono bravi!?

Pubblicato: 26 gennaio 2009 da massitutor in lavoro
Clicca sull’immagine per vedere tutta la galleria —————- Da Lab Arte 2008

Non mi stanco mai di ricordare al mondo quanto siano bravi questi ragazzi che lavorano al Laboratorio Artistico animato dalla Fraternal Compagnia, qui al Centro diurno di via del Porto. La quotidiantià a volte nasconde quanta eccellenza ci sia in questo lavoro, partendo da un posto che tutta la città considera fonte inesauribile di degrado. Ma non è storia da polemiche questa: questa è arte e lasciamo che sia lei a parlare.

Gaza e Guernica

Pubblicato: 23 gennaio 2009 da massitutor in politica

Maledette le religioni
chiese e minareti hanno lunghi artigli
che dilaniano i cuori e dividono i popoli.
Good blessed america
Che dio ci benedica

Stregoni sangunari
scagliano uomini contro uomini,
gli zoccoli dei cavalli
calpestano croci e mezzelune,
le tonache si intridono di sangue
il colore della fede.

Maledette siano le religioni
e le madri che sorridono
ai figli ghermiti dagli artigli dell’aquila,
maledetti i padri che ripongo le loro membra dilaniate
nelle bandiere che alzano al cielo.

L'Omino dei bagni

Pubblicato: 22 gennaio 2009 da massitutor in assistenze e bisogni, droga, estate, libertà, morte, radio asfalto, rielaborazione
 

A grande richiesta eccolo qua! Rimanendo in tema di BAGNI ho l’onore di pubblicare questo straordinario lavoro, che ha visto la collaborazione di Stefano Bruccoleri e Massimo Macchiavelli: il testo del nostro Stefano "Bici", come già era successo altre volte, è stato preso e interpretato da questo grande uomo di teatro e gigantesco amico che è Massimo, che ha lavorato questa volta anche al montaggio, alle musiche e agli effetti audio. E’ un progetto che risale ai mesi estivi dell’anno scorso; è rimasto nel cassetto fino ad ora solo perché avevamo in mente di montare questa elaborazione audio su un video. Fino ad ora non è stato possibile per vari motivi, comunque chissà: puo darsi che proprio l’ascolto collettivo di questo testo possa far nascere idee e collaborazioni nuove per costruire un piccolo corto.
E’ un testo che sporca i sensi e fa sentire la puzza delle vite underground, sotto il livello dell’asfalto. La voce di Massimo dona forza ad un testo già straripante di vita vissuta. E’ una voce che diventa un patrimonio, uno strumento, ma soprattutto è voce che conduce perché conosce.
Buon ascolto.

Sesso droga e gabinetto

Pubblicato: 21 gennaio 2009 da massitutor in dormire, droga, felicità, sogni

Buongiorno a tutti. Oggi possiamo raccontare per una volta una storia d’amore consumata in quel di Piazza Verdi, ai Bagni pubblici, che ogni tanto frequento. Non è solo il bagno dei tossici come si dice, ma anche del sesso veloce: "Dai ho voglia, facciamolo qua dai che è strano", non curanti dell’operatore che tanto assorbe tutto quello che fanno nei bagni, anche queste sferzate di Amore, ma va benissum meglio il sesso che il "buco", ma quello che è strano è la semplicità e il modo in cui è avvenuto. Arrivati giù ai bagni entrano nel bagno lui forse timoroso entrava e usciva, deciso a restare chiuso con la propria donzella in bagno, da prima la Droga, poi due chiacchire e infine quei lamenti di libidine dovuto al mix di droga, sesso e lo scarico del cesso che, usato a mo’ di sedia, è servito a qualcosa. Lo scarico è rotto, ma la carica è tanta.

  A quel punto ho preferito uscire dal bagno e andare a prendere un po’ d’aria aspettando che i due finissero l’amplesso godereccio verdiano, finito il loro momento di sesso, andando via, con gentilezza mi rivolgono il "grazie, buona giornata" e mi viene spontaneo "alla prossima".

Meglio momenti di sesso, anche imbarazzante, che il buco e quindi viva il sesso ovunque, anche nei bagni di piazza Verdi.

Lavoravo con gli anziani…

Pubblicato: 21 gennaio 2009 da massitutor in lavoro, morte
si torna dalla guerraQuattro anni di assistenza anziani mi hanno aiutato nella raccolta di molti materiali utili, quasi come se dovessi fare un lavoro per loro, uno dei lavori più belli svolti da me se non il migliore, a tutti gli anziani che hanno vissuto certe cose dove le guerre spesso hanno tolto i loro cari e altro, un grossissimo grazie.

PER TUTTA LA SUA VITA
PER TUTTO IL SUO AMORE

Ieri l’altro hanno sparato
senza saperne il perchè
e chi fu il colpito
noto come soldato nemico,
cadette sul campo
senza filo di speranza

e chi a casa lo aspettava
trattandosi di Maria
il suo amore,
ne fu delusa e pianse

al propio amore mai
tornato pensava ogni notte
accendendo una candela
a fianco sul comodino

come se il suo soldato vivesse
ancora col propio orgoglio
e il propio sorriso.

come quando la prendeva
a braccetto per portarla
alla festa, su una vecchia moto
per farla felice

ma lui, il soldato
che non tornò mai indietro
gli rimase solo nel cuore

versando lacrime di disprezzo
e di amore,
mentre sul campo
rimaneva solo il vento
che spazzava parole
e rompeva questo dolce amore

di una donna chiamata Maria
che nonostante le preghiere
non servite a niente, si disperava
perchè non ne poteva più

rimase sola col ricordo nel cuore
del suo soldato che non tornò più

per tutta la sua vita
per tutto il suo amore.

il Diario

Pubblicato: 18 gennaio 2009 da massitutor in alkoliker - il diario, amicizia, assistenze e bisogni, libertà, morte, salute, viaggio

Prosegue il racconto di una vita che scivola verso la strada: è Alkoliker, il diario in forma di romanzo del nostro amico Stefano "Bici" Bruccoleri.
Nel post precedente lo avevamo lasciato alle prese con uno sfratto esecutivo dopo aver scoperto la solitudine, l’abbandono, la malattia. Queste le sue parole: "Nell’arco di quattordici mesi ho perso madre e  padre di tumore, un fratello di overdose, scoperto di essere sieropositivo, perso casa lavoro e visto sfumare una relazione.
Una sola di queste cose in passato mi avrebbe piegato le ginocchia, tutte insieme hanno migliorato la mia vita."
Avvertenze: contiene un dosaggio elevato di vita allo stato puro, aprire con cura. Massitutor

alkoliker

venerdì, 24 settembre 2004
Caro diario, i miei Cd 4 si sono alzati e la carica virale si è abbassata, questo lo definirei un sollievo.
Al medico infettivologo ho fatto l’unica domanda che avrei dovuto tenere per me, e cioè quale prospettiva e qualità della vita mi attendono. La risposta è arrivata come una spietata condanna “Una decina di anni, sig. Bruccoleri, e non tanto per l’HIV ma quanto per la combinazione con l’epatite C di cui noi medici non sappiamo ancora molto. Negli ultimi anni le terapie farmacologiche per l’HIV invece sono divenute di facile assunzione e con una percentuale di sopravvivenza non immaginabili solo fino a dieci anni fa, siamo lontani dalla guarigione e dal vaccino, ma la qualità della vita dei malati sieropositivi è nettamente migliorata. Diciamo che conducono una vita normale, con la sola differenza che devono assumere la terapia farmacologica per tutta la vita e fare controlli regolari cercando ovviamente di non strapazzare l’organismo con sostanze stupefacenti e soprattutto alcol”
Cazzo dieci anni possono essere tanti, o un alito di tempo.
Dieci anni! Dieci anni! No sto sognando! Non può essere capitato proprio a me. No, no no. Adesso mi sveglio, strizzo gli occhi come facevo da bambino per risvegliarmi dai brutti sogni e mi ritrovo nel letto, magari spaventato a morte e sano. Andrebbe bene anche risvegliarmi in un letto d’ospedale uscito dal coma dopo un incidente stradale.
Nulla. Sono già sveglio.
Merda.
Traccio una linea come quando si fanno i conti della serva, foglio di carta e penna in mano, gli spiccioli sulla tavola per capire quello che posso ancora fare. In attivo metto il fatto di non dover cominciare la terapia. Il passivo già lo conosco.
Birra Birra, adesso ci vuole una Birra.
Birra fino a raggiungere l’assenza della coscienza.
Viaggio nell’incredulità, la percezione di quello che mi sta accadendo mi allontana dalla realtà conosciuta fino ad oggi. E’ la follia della percezione, il concetto della morte, della fine ultima e inappellabile non si era mai presentata con una percezione fisica così netta, limpida assoluta. No non ci posso credere, Cristo Madonna.
Poi, altre volte penso di essere assolutamente sano e quello che mi sta accadendo sia frutto del declino delle mie facoltà, della scarsa o assoluta capacità di leggere la realtà, dunque malato in questa condizione irreale e immune dall’AIDS ma folle nel mondo reale. Non so cosa sia peggio. 
Sono momenti in cui cerco di ancorarmi almeno a una delle due realtà, quantomeno per semplificare. Esplodo, birra birra, eroina birra, merda, birra e assenza.

11 novembre 2004
Questa mattina è arrivata la lettera dell’Inps per liquidare la mia pensione di invalidità, mi spettano un anno di arretrati, un sacco di soldi, circa mille Euro secondo i miei calcoli, questo vuol dire che posso andarmene da questa città. Potrei riparare l’Ape e  riprendere il vecchio progetto di fare il giro d’ Europa, oppure rimettere in strada la bicicletta e spostarmi con quella.
A diciotto anni sognavo di fare il giro d’Italia in bicicletta, un giro invernale. L’onnipotenza dei diciotto anni e il desiderio già marcato di distinguermi da chiunque altro. Anche quelli dove sono finiti?
Partire in bicicletta vorrebbe dire attrezzare la bicicletta in modo da avere una buona autonomia, dovrò rifarmi all’esperienza Scout: montare una tenda, comperare un fornellino da campeggio ed organizzare una cucina ridotta, non potrò permettermi di andare al Bar o in pizzeria tutte le sere. Dovrei avere a disposizione sette Euro al giorno che se ben amministrati dovrebbero essere più che sufficienti. Sono abituato ad ottimizzare il nulla, da questo punto di vista non dovrebbero esserci problemi. Vino in cartone e anche i vizzi sono garantiti. La mia tenuta con l’alcol è veramente vergognosa, solo l’anno scorso riuscivo ancora a fare sessanta chilometri e poi spararmi sei otto birre e qualche bicchiere di vino e poi il giorno dopo ripartire, ovviamente mi porto dietro un pancione da bevitore appassionato e la pedalata certo non è quella di dieci anni fa, ma per essere una spugna con sindrome depressiva direi che faccio ancora la mia sporca figura.
La bicicletta mi obbligherà a darmi un limite, non posso certo mettermi a bere alle due del pomeriggio con davanti trenta o quaranta chilometri.
Sarà bello bere la sera, i muscoli indolenziti da una giusta dose di acido lattico si combinano perfettamente con una moderata dose di alcol creano uno sballo superiore a tutti quelli conosciuti sino ad oggi.
Ma qui si tratterebbe di pedalare tutti i giorni e come se non bastasse si avvicina l’inverno e non saprei come affrontare questa sorta di viaggio, anche se la sfida la trovo entusiasmante.
Ho una gran voglia di mandare tutti a fare in culo, assistenti sociali, psicologa e gli educatori del centro diurno: la loro arte terapia da circolo parrocchiale con annessi complimenti per ogni porcata si faccia con i colori, le interpretazioni sull’uso del colore speso, degli spazi lasciati vuoti, ma la cosa più triste sono io che alimento questo giochetto dell’utente talentuoso che dipinge cadaveri e muri, consapevole di nutrire il loro narcisismo  di educatori affamati di successi, mi sento una puttana.
Alcolista psichiatrico lo accetto perchè mi appartiene fino in fondo, ma puttana impotente non riesco ad accettarlo. Cazzo pensavo di valere un po di più, non mi vedo a scodinzolare davanti all’assistente sociale oltre quello che ho già fatto. Sono qui a fare l’utente modello, talentuoso dal pensiero raffinato, adeguato, oltremodo consapevole e pronto a disciplinarsi per un trionfale reinserimento nel mondo della normalità. Mi sto condannando da solo e con dentro la sensazione di poter ancora fare molto per la mia vita.
Ma dove sono finiti i miei sogni, la mia voglia di giustizia e di contribuire alla costruzione di un mondo meno peggiore di come l’ho trovato? La passione per la  chitarra, lo sport e tanto altro ancora.
C’è poi quell’antico progetto che misi in cantiere quando avevo sedici anni in cui mi ripromisi di arrivare a quarant’anni sollevato dalle mie angosce per diventare un bell’uomo con al seguito una piccola truppa di donne innamorate? Ci ho creduto in quel progetto, ero convinto che sarebbe stato possibile liberarmi della  bruttezza della mia vita, ero fiducioso che sarebbe dovuto passare del tempo ed ora alla soglia dei quaranta non ho intenzione di fare l’animale addomesticato dei servizi sociali. Guardo questi professionisti del benessere altrui e spesso nelle loro facce non trovo felicità o soddisfazione per il lavoro che hanno scelto, mi pare che questi facciano persino fatica ad assistere se stessi figuriamoci un un cicloturista bipolare con una storia complessa come la mia. Ed è da questa considerazione che credo di dover ripartire, non è ancora tempo di delegare le mie sorti alle generosissime scollature della psicologa, direi che dopo il terzo litro di sperma versati su quella pelle dotta e levigata siano sufficienti e che tocchi a me almeno il tentativo.  Per quanto affaticato e spaventato non riesco a mollare adesso e se mai dovessi non farcela allora farò altro, in un mondo nuovo.
Era l’estate del 1997 e di quel mondo nuovo che avevo cercato conservo queste immagini a cui ho voluto dare un titolo. Una piccola strategia per consentirmi il giusto distacca da quella giornata.

Di freddo si muore ancora

Pubblicato: 16 gennaio 2009 da massitutor in asfalto fuoriporta, assistenze e bisogni, civiltà, morte

Edizione Online de Il Giornale di oggi, 16 gennaio 2009

milano_freddo_2009MILANO. Emergenza freddo, in Santo Stefano clochard muore d’infarto. Il Comune aggiunge 225 posti letto nel dormitorio di via Ortles. Il responsabile: «Visita medica e vaccino anti tubercolosi per tutti»
Un freddo così non lo si pativa da tempo a Milano. Ma a soffrire più di tutti sono i senzatetto. Che ieri hanno perso un altro compagno di strada. Stroncato da un arresto cardiaco in piazza Santo Stefano, a due passi dall’università Statale. Nel tardo pomeriggio l’uomo, un africano di 35-40 anni, ha cominciato a rantolare sul marciapiede, in preda a un terribile malore. Aveva un infarto in corso. Il clochard è stato soccorso dal 118, grazie alla segnalazione di un passante, e portato al Policlinico, ma una volta giunto in ospedale è morto. Tra le prime ipotesi il freddo intenso di questi giorni, capace di stroncare anche un cuore giovane.
Per evitare altre tragedie, al dormitorio di viale Ortles, oltre al classico piano antifreddo che dura 5 mesi all’anno, è scattata anche l’emergenza umanitaria per ospitare anche gli stranieri senza permesso di soggiorno. Sono stati predisposti 225 posti letto in più rispetto al normale a cui gli homeless possono accedere tramite iter per così dire «abbreviati». Gli ospiti vengono visitati e vaccinati contro la Tbc, schedati, ma non hanno diritto all’assistenza socio-sanitaria di cui usufruiscono gli altri utenti della struttura. (…) È sufficiente rivolgersi al centro aiuto della stazione Centrale per ottenere un posto letto, che può diventare fisso, una volta entrati. «Gli ospiti del dormitorio, che ha una capienza complessiva di 472 posti, sono in egual misura italiani e stranieri – spiega la responsabile Stefania Zanzi -, in prevalenza uomini e molti over 65. Ci sono alcolisti, tossicodipendenti, ex carcerati, disoccupati e la nuova "categoria" dei separati con alimenti da pagare e figli da mantenere e che non riescono a permettersi un affitto». Il posto è fisso e nominale, assegnato per un periodo di sei mesi, ci sono poi alcune stanze singole per casi di patologie psichiatriche particolarmente gravi. L’infermeria è attiva 24 ore al giorno, c’è anche uno spazio diurno dove gli ospiti vengono seguiti da un animatore e presto anche da un educatore per l’avviamento al lavoro e il reinserimento nella società.
In estate nel centro si svolgono vengono varie attività: gli ospiti della struttura, ad esempio, hanno il compito di curare il giardino e l’orto. Con i prodotti raccolti i senzatetto organizzano pranzi e cene all’aperto. Due assistenti sociali li seguono con colloqui periodici, mentre i casi più difficili, come alcolisti e tossicodipendenti, vengono affidati ad assistenza comunale specializzata. Il costo del posto letto è di un euro e mezzo così come per la cena offerta da Milano Ristorazione, ma è possibile alloggiare gratuitamente o a credito in casi di particolare indigenza. Nel corso del 2009 sono previste operazioni di rinnovamento del dormitorio con la costruzione di un locale docce molto ben attrezzato, una lavanderia e un locale guardaroba in cui depositare e distribuire gli indumenti provenienti da donazioni.