Dateci una casa… anche eco-INcompatibile

Pubblicato: 20 dicembre 2006 da massitutor in dormire, gite

yurtaNomadizziamoci! Syusy scende in piazza con la "yurta". Dal 18 al 21 dicembre, chi passerà da piazza Santo Stefano a Bologna potrà vedere (ed entrare dentro) una Yurta, tenda usata come abitazione dalle popolazioni nomadi dell’Asia centrale. È una struttura auto-portante e completamente naturale molto grande: 9 metri di diametro! Ma, vi chiederete voi, cosa ci fa una tenda mongola in centro a Bologna sotto Natale? Cosa si sono inventati stavolta? Belle domande, per rispondere alle quali leggete l’articolo, con un’intervista a Syusy, animatrice del nuovo progetto "Nomadizziamoci".
E ci siamo stati ieri sera dentro alla Yurta. Un pezzo del gruppo Asfalto si è intrufolato nella grande tenda delle tribù nomadi della Mongolia montata in Piazza Santo Stefano: il calore e un dolcissimo profumo ci hanno accolto, avremmo voluto stravaccarci per terra per seguire il dibattito in corso, ma purtroppo il pavimento era umido, pazienza. Tutta l’iniziativa è finalizzata alla sensibilizzazione sui temi dell’abitare eco-sostenibile e anche nell’incontro di ieri si discuteva di alienazione delle città moderne, inquinamento, stagnazione dell’economia. I relatori discutevano di quanto ormai abbiamo già tutti-tutto, di come si sia perso il valore del vivere insieme e in comunità con gli altri cittadini e la Syusy nazionale si avventurava addirittura a denunciare l’arroganza fallocentrica dell’erezione (!) di grattacieli sempre più alti. Contrapposta alla forma femminile della yurta! Tutto molto interessante, ma siccome chi vive questo blog si è dato lo scopo di raccontare il vivere la città da un altro punto di vista: quello della strada, ricordiamo che:
1. vivere in comunione con altre 3, 4, 10 o 30 e più persone come negli stanzoni di certi dormitori non è certo una gran cosa ed è quanto di più lontano da una convivenza civile e pacifica.
2. vivere la strada e dormire alla stazione significa condividere la città con tutti, ma il sentimento che prevale è il freddo e l’isolamento. Dunque le radici dello stare insieme stanno da un’altra parte. Perchè, come diceva lo scrittore Federico Bonadonna vivere in strada è il massimo grado di libertà coniugata alla minore possibilità di esercitarla.
3. non è vero che a Bologna, oggi, tutti hanno tutto: perchè c’è un sacco di gente che non ha niente ed ha anche poche possibilità di avere qualcosa in futuro;
4. crediamo che ognuno abbia il diritto di vivere in una casa vera, dignitosa e non in un dormitorio dove vieni fatto sloggiare ogni 3 o 6 mesi. Una casa dove coltivare la propria vita e la propria intimità. Una casa che sia anche eco-INcompatibile, ma una casa! 

Comunque, a parte le polemiche, invitiamo tutti ad andarla a vedere la yurta: perchè è veramente molto bella e il contesto di Piazza Santo Stefano è veramente affascinante, come sempre.

commenti
  1. freerigozz ha detto:

    Di base e vero che ognuno dovrebbe avere la propria casa, un luogo che davvero ti senti tuo. Però e anche vero che qualcuno come ad esmpio io che non la merita. Infatti con grandissimi sacrifici la mia mamma che purtroppo da 6 anni e scomparsa me l’aveva lasciata una casa, dove costruirmi un futuro, e di questi tempi avercela già una casa non è poco. Invece l’unica cosa che sono riuscito a fare è stato distruggere tutto questo, malgrado avessi un lavoro e stipendio, ho pensato solo al mio piacere, tralasciando quello che avevo veramente di importante e da non dover assulutamente abbandonare. Quindi se devo essere onesto con me stesso, non penso di essere una persona che abbia diritto ad avere una casa. Questo non vuol dire che n on debba averla in futuro, però anche se vivo in strada non credo di aver la precedenza su altri che forse non hanno avuto neanche la mia fortuna di aver avuto una mamma che gli abbia lasciato tanto.

  2. scortys ha detto:

    Salve io sono Massimo, e leggendo l’ultimo post fresco arrivato, sono molto incuriosito, da questa iniziativa, ceh marca che urla, e che è un pugno all’occhio alle varie gerarchie di palazzo, senza pretese vuole far capire in un modo non facile, ma per me di grande effetto. Io credo che se una persona costruisce una tenda (una o più di una), ci deve essere di base forti motivazioni per un gesto simile, poi farla nel periodo invernale, che a Bologna non’è certo facile, in tenda sono invitati tutti, (sembre in base alle dimensioni), e questo fatto che possono entrare tutti, curiosi ,gente che vivetutt’ora lrealtà difficile della strada. Problema, che ormai è diventato un tormentone, io faccio i miei migliori auguri, a chi ha ideato una iniziativa, e a tutti , anche quelli che ci sono entratiper un minuto, io spero che in futuro iniziative come queste siano più frequenti per dare uno scossone a quelli/e, che dovrebbero occuparsi di certe problematiche.

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