Era il 1980, avevo appena compiuto 16 anni, non conoscevo niente, non avevo esperienza, l’unica voglia che avevo, era quella di andare via da casa il più presto possibile; dopo un lungo viaggio in nave, approdai a Roma, in un quartiere, che si chiama Ottaviano. Li conobbi Cosimo un ragazzo Italiano di origine pugliese, che lavorava in quel quartiere; ll padre aveva un distributore di benzina, e lui lo dirigeva. Quel giorno avevo fame, mi avvicinai al distributore, con il pretesto, di volere dei soldi per mangiare, il padre mi lanciò un secchio d’acqua, mentre mi urlava di andarmene, perché stava lavorando. Cosimo invece mi diede 10mila lire, di nascosto del padre; dicendomi che ci saremmo visti più tardi, non appena finiva di lavorare. Fu così infatti. Con i soldi, io andai in una pizzeria, e comprai di tutto, ricordo che dopo aver mangiato a sazietà, avevo ancora soldi da spendere, A quel tempo non fumavo, ma adoravo lo yogurt, ricordo che ne comprai una confezione da un kg, e la mangiai tutta. Cosimo divenne una bella conoscenza all’inizio, infine una grande amicizia. La sua casa, era diventata la mia casa, la mamma, mi adorava, quando il padre non era in casa per via del lavoro, io restavo in casa con loro tutto il tempo a giocare. Un paio di giorni dopo, mi propose questa escursione al Parco, che subito accettai.
Durante un’escursione al Gran Parco Nazionale D’Abruzzo, esattamente a Pescasseroli, su, per un sentiero, esistono delle abitazioni, detti rifugi; proprio come questo. Io non c’ero mai stato, era la prima volta, per il mio amico Cosimo non era così. Tutto per me era nuovo, non avevo mai visto un cervo prima d’ora e quel giorno, ne avevo visti diversi, alcuni di dimensioni notevoli. I cervi non erano la mia passione, ma non avevo paura, mentre per i cinghiali era diverso. In Sardegna ci sono le riserve; un pezzo di terra tutto per loro ma con un recinto,e tanto di cartelli, in modo che la gente sa che esiste un pericolo, e ci stà attenta.Il cinghiale è un’animale pericoloso solamente quando è ferito. Cosimo di questo era consapevole, Infatti mi aveva appena avvertito, che poteva succedere di incontrarne qualcuno, ma che non c’era da preoccuparsi, perchè alla presenza dell’uomo l’animale scappa. al Parco i cinghiali girano tranquillamente, camminando su e giu tra un sentiero e l’altro. Noi seguivamo quello che portava al rifugio il quale Cosimo usava tutte le volte che veniva qui al Parco. Lui non era esperto in fatto di cinghiali, però era a conoscenza delle varie scorciatoie per arrivare prima. Quando ad un certo punto, tra la fitta vegetazione, ci tagliò la strada una bestia di 100 e passa chili. L’animale correva dietro di Cosimo. Entrambi avevamo paura, Quando finalmente vidi l’animale, fare dietrofront, cominciai a respirare. Cosimo stava cercando di salire su un albero, con la faccia bianca bianca, madido di sudore, per lo spavento; io cercavo di nascondermi dietro un’albero molto fine, con la speranza che l’animale non potesse vedermi. Io ridevo per il pericolo scampato, ma anche per la sua faccia, disse:"non ho mai visto uno così."ma lo diceva tutte le volte, e questo significava che quello che avevamo appena visto non era il più grande. La prima mia reazione fu quella di dire che non è stata una bella idea venire fin qui per essere uccisi da un cinghiale, effettivamente, ripensandoci, ora andrei di corsa, perchè esperienze come queste vanno vissute fino in fondo.
fine episodio
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