La sigaretta, nella vita di strada, è molto più di una dipendenza, di un vizio portatore di un misero conforto: la sigaretta è una merce di scambio per le piccole cose e un bene simbolico attorno al quale si giocano relazioni ed amicizie. Sta appena al di sotto della moneta, la sigaretta, è la prima cosa che si offre o si chiede quando ci si conosce e un non fumatore è pericolosamente messo fuori da un circuito relazionale fragile e instabile, ma assolutamente codificato.
La sigaretta genericamente si fuma e basta no? Invece per strada, al Cantro diurno, la sigaretta è sottoposta a tantissime altre azioni: la sigaretta si regala, si scambia, si presta (!), si fuma insieme, si scrocca fuori. Se non fumi sei fuori insomma: rifiutare una sigaretta fumata insieme mentre si parla di assistenti sociali incapaci, piuttosto che di quell’infame dell’altra notte è un gesto di indipendenza visto di sbieco. Allo stesso tempo non si contano le liti e le risse che nascono attorno ad una sigaretta rifiutata o ad un "ultimo tiro" non lasciato.
Le persone vengono rigidamente classificate in base al fatto se sono persone "che offrono" o "che non offrono": se sei una persona "che offre" sicuramente godrai di un certo rispetto, ma non ti bastano due pacchetti da 20 fumandone appena una quindicina. Se sei uno "che non offre" ok, all’inizio sarà dura, ma se riesci a limitarti nel scroccare sigarette piano piano ci si dimentica di te e cerchi di fumarti le tue paglie più in solitaria che puoi. Per occultare il misero bottino c’è poi anche la tattica del doppio pacchetto: consiste nel tenere nascosto un pacchetto nuovo o comunque rifornito di sigarette scroccate ed averne sempre pronto uno "civetta" da esibire davanti alla fatidica domanda "Ce l’hai una sigaretta?" con dentro una o al massimo due paglie. Così da poter allargare le braccia e…l’altro capirà. Una via di mezzo per non negare del tutto una sigaretta è fare la scandalosa e promiscua proposta: "te ne lascio qualche tiro". Questa soluzione di compromesso è spesso delicata arma a doppio taglio per entrambe le parti: intanto non si sa mai se questa contro offerta significa lasciarne metà o un po’ meno e questo porta spesso a liti sulla valutazione di quanti tiri ne rimangono, inoltre non ti godi mai fino in fondo una paglia perchè l’altro è lì che aspetta e ti osserva. Dall’altra parte anche accettare o meno questa offerta è problematico: se dici di sì devi stare lì come un palo ad aspettare che l’altro si fumi beato la sua sigaretta, se dici di no può sembrare che ti schifa ciucciare dallo stesso filtro dell’altro e quindi, bene che vada, fai la figura del frocio.
Non tutte le paglie valgono allo stesso modo e la sigaretta scroccata là fuori, nel mondo reale, non vale certo meno di una comprata: anzi viene caricata di un valore aggiunto dato dallo sbattimento che uno si è fatto in giro per ottenerla, per cui scroccare una sigaretta per qualcuno ha un alto valore relazionale.
Un’altra variabile da mettere in relazione con la disponibilità di sigarette è la paga o la borsa lavoro che uno ha: quelli che abitualmente chiedono sigarette agli altri riescono praticamente a memorizzare in testa una vera e propria agenda di scadenze, per cui sanno qual’è il giorno di paga di almeno 7, 8 persone. Così da poter andare a chiedere a colpo sicuro.
Il bello di questo giro vorticoso di sigarette è che nessuno si sottrae del tutto a questo gioco, per cui in realtà non c’è nessuno che vince, che ottiene più sigarette! Per cui se ognuno si fumasse le sue ognuno fumerebbe sempre la stessa quantità! Ma vuoi mettere il gusto?!
ps: La domanda "ce l’hai una sigaretta?" è talmente un intercalare diffuso che c’è anche chi ci ha intitolato un disco. sul quale è stato fatto poi uno spettacolo teatrale.
commenti
completamente d’accordo.
ho conosciuto uno che ha fatto un c d che si intitola così : mi dai una sigaretta , ma non mi ricordo dove forse mi sbaglio ?.
Vorrei aggiungere qualcosa al post di balza.
Sono d’accordo su quel che ha detto approposito dello scambio di sigarette, ma come accade per molte altre cose, in strada c’è chi cerca di arrangiarsi da solo, e chi spesso si “adagia” sulle spalle degli altri..il guaio e che gli altri sono quelli che come lui si sbattono ogni giorno per ottenere le primarie necessità.
Per esempio, ci sono persone che si fanno tutti i giorni…ma mai un giorno che si comprano un pacchetto di sigarette o un panino..e puntualmente scoccano, e sempre da chi sanno che è messo male come male come loro..è più “difficile” chiedere a persone estranee alla vita di strada. A volte, quando ti vedono, ti salutano e si avvicinano solo per chiederti una sigaretta o perchè vedono che stai mangiando o bevendo qualcosa…altrimenti non ti considerano proprio!!
E vi dico un’altra cosa..provate a chiedere una sigaretta a chi di solito non ne ha e che scrocca sempre…se un giorno ha per caso un pacchetto di sigarette e gliene chiedi una..se le tiene ben strette e si incazza pure..mi chiedi una sigaretta proprio a me?? Vai a chiederle a qualcun’altro!!..scordandosi di tutte quelle che ha chiesto lui.
Quando poi la sera torni in dormitorio, è difficile vedere gli altri che fumano, e invece tu non ne hai..per me non è mai stato facile chiedere qualcosa, magari pensando di essere giustamente mandata a fanculo. Prima di rientrare mi facevo un bel giro alla stazione e chiedevo senza fumarle, un po’ di sigarette…prendevo un pacchetto vuoto e le conservavo lì per la notte. Non era così difficile!!
C’è chi si premunisce, c’è chi non riesce a scroccare nulla, c’è chi ci riesce benissimo, c’è chi non ha voglia nemmeno di scroccare prima di entrare al dormitorio,chi fa il furbo ecc. ecc.insomma ognuno si arrangia come può, e ognuno si prende le risposte che ottiene dalle proprie azioni.La storiella delle sigarette l’ho vissuta anch’io per un sacco di tempo,anche io ho fatto il furbo,lo scroccone, il generoso, e lo stronzo;Ma è un mondo così particolare il nostro che in qualche modo il “furbo delle paglie a scrocco” è una comparsa inevitabile, forse utile per conoscere/si in situazioni difficili di sopravvivenza.
oggi 26 febbraio mi trovavo nell’ambulatorio del sert, avevo bevuto e attendevo un amico che finisse di parlare con il dottore per poter prendere l’autobus e rientrare in citta’. Stavo fumando la sigaretta classica del fumo dopo che ho preso il metadone quando si avvicina un tipo e mi chiede una paglia. Potrei definirmi come una persona che, nonostante il limitato budget a disposizione, generalmente risponde si ma in quel momento realizzare il desiderio del tipo era impossibile poiche’ la sigaretta era l’ultima, cosi’ ho detto di no e ho fatto finta di niente. L’errore che ho commesso e’ stato di dirgli che era l’ultima cosi’ lui mi ha chiesto se gli lasciavo due tiri di quella che stavo fumando e in quei 10 sec che sono trascorsi tra la mia possessione e la sua ho rivisto mentalmente il tuo articolo e ho riso tra me e me per la semplicita’ dell’animo umano e sulla veridicita’ del tuo scritto. Bella e’ la vita.