Un pomeriggio in Porto. Quartier generale contro il degrado (prima)
Già perchè in città si attivano dei tavoli dove si cercano i problemi, si valutano, si studiano strategie, si fanno valutazioni sociologiche e ci si confronta implicitamente sui valori fondamentali che riguardano l’accoglienza, il sociale, i servizi. Questo è un resoconto personale di un operatore.
Un palpabile e diffuso senso di esasperazione… quanti e quanti tossici e spacciatori e stranieri e barboni e ‘mbriaconi e delinquenti e puttane, in giro per la stazione e dintorni, in tutta la città… migliaia e migliaia che si direbbero milioni e milioni di crimini a tutte le ore…
Tanto che si avverte inconfondibile il senso, ma soprattutto l’olezzo di insicurezza sociale individuale politico-culturale, di insofferenza, di frenesia, di intolleranza, di arroganza, quasi esaurito lo slancio verso ogni forma di rispetto (nel senso che se ne vede e se ne sente di ogni) e ahimè di ignoranza, ma tanta…
E allora la città insorge, scatta la voglia di riscatto, affiorano ambizioni estetiche, una certa voglia di prestigio… ecco! una città prestigiosa, pulita, sicura, trasudante cultura da ogni sanpietrino lucido a nuovo… una città, dove di problemi (Di che tipo? Di chi? Quali interessi?…), se ne vedano il meno possibile, in particolar modo in stazione… ma non solo… (la polvere?!… meglio sotto il divano, o sotto il portone di qualcun altro). Diversi quartier generali, impegnati nella stessa lotta, contro il degrado.
Così si ronza intorno ai tavoli, dissertando delle diverse letture del problema, di vision e mission diverse, sicuramente di interessi diversi, ed infine dell’arte dello spostare i problemi, nonché le soluzioni… così si passa dalle presentazioni alla comprensione condivisione mediazione controllo dissuasione repressione bonifica canalizzazione deportazione
Il servizio (Di che tipo? Con quale finalità, obiettivi? Con quali risorse?…) al tossico (Chi? Con quale storia?…) glielo sposto, così si sposta anche lui, (che il tossico è più facile da canalizzare), se no, glielo porto con la forza (Di che tipo? Con quale finalità, obiettivi? Con quali risorse?…), lo deporto… e magari bisogna ricordarsi di deportare in zona anche lo spaccio, altrimenti chi gliela dà la robba?! Gliela dà il servizio?! E chi glielo dice agli spacciatori?!
Il servizio (…) al barbone, alcoolista e/o chi con altra problematica (…) glielo sposto, così si sposta anche lui, (tenendo conto che il barbone, alcoolista e/o chi con altra problematica è meno facile da canalizzare), se no, glielo porto con la forza (…), lo deporto…
…ma allora, perché non chiedere al sindaco di emettere un’ordinanza anche per gli spacciatori? …del tipo… spaccio e/o attività criminose consentiti fino alle ore 21.00… i trasgressori sono passibili di sanzioni amministrative… tipo ritiro della licenza… oppure emetterne un’altra per i delinquenti e i male intenzionati o altre ancora per i giovani spacca maroni, appendendo apposite segnaletiche, in lungo e in largo, a partire dalla stazione e dintorni, divieti di sosta per barboni, alcoolisti… e perché no? corsie preferenziali per tossici e stranieri… vietata la sosta a minori, in vena di divertirsi e/o spaccare i maroni, se non in presenza dei genitori che se colti in flagranza, saranno puniti in piazza, sul crescentone, additati al pubblico ludibrio come genitori incapaci di educare i loro figli…
I nostri figli, sì, magari quelli che si lamentano di come va il mondo, delle ipocrisie dilaganti, delle guerre ingiuste; figli di una società che comincia seriamente a fare i conti con gli “scarti del benessere”; figli con un bizzarro e preoccupante senso della sperimentazione del tempo libero, con particolari problemi nella sfera emozionale-relazionale, figli che il mondo a volte li manda giù in pillole, altre li sputa contro un muro e altre ancora li vomita per strada.
Gian Maria Vallese
Non so che dire, la prima cosa che mi viene da pensare è che forse sono più importanti i deprezzamenti
degli immobili del centro storico e i danni all attività commerciali che le problematiche degli esclusi dei più deboli ,degli ultimi.Ma diciamolo che buona parte del ”degrado” nel centro storico è causato dai figli stessi (molti giovani)dei proprietari dei stessi palazzi, e sù dài, molti provenienti magari dai centri storici di altre città (e se no come fanno a permettersi degli affitti così cari!)che la sera ,come tutti i giovani,fan bisboccia fino a tardi.Alcuni se ne renderanno conto più avanti negli anni quando dovranno rivolgersi inevitabilmente ai servizi,che forse buttare la polvere sotto il tappeto non è stata una buona idea.
chiedete alla polvere, perchè nelle strade c’è la polvere, ed è una polvere da cui non cresce nulla, è una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di gente persa e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere ….non cercate risposte attorno ai vostri tavoli, chiedetele alla polvere, non nascondetela più sotto il tappeto!
stefi (…Fante)
LA GESTIONE FEUDALE DEL SOCIALE
Innanzitutto finalmente, un benvenuto sentito agli operatori sociali per così dire esterni al nostro gruppo, questo blog è nato anche per questo. E grazie a Gianmaria per la coraggiosa testimoniamza.
Qui il punto è la comunione fra POLITICA ED ETICA. Cos’è la politica senza etica? E’ AMMINISTRAZIONE, gestione dell’esistente e delle urgenze. Senza ETICA cosa sono i campi di concentramento? Sono un EFFICENTE risposta ad un problema sociale di DEGRADO (anche in quel caso). Dunque la politica senza un’etica che da valore alle azioni non ha senso e può arrivare all’assoluta follia.
Poi è veramente ridicolo come le politiche cittadine si chiudano sempre di più in se syesse, in un pollaio chiuso che al mondo d’oggi non ha più senso: ogni giorno facciamo colazione con biscotti della scandinavia, beviamo acqua che proviene da 700km da noi, leggiamo la nostra posta custodita in un computer a Nuova Delhi e poi pensiamo di poter gestire le persone sul nostro territorio come se fossimo in una cittadella medievale? Pazzesco!
La miopia che porta un’amministrazione a colpire lo spaccio pensando di colpire i 4 cani randagi che infestano Piazza Verdi è assolutamente sconcertante. Forse perchè punire i consumatori reali vorrebbe dire aggredire i figli legittimi o adottivi (studenti) di questa grassa e ipocrita città.
Ma poi quale democrazia è rappresentata in questi tavoli? Chi sono queste persone? Dei tecnici? Ok. Degli esperti? Ok. Ma decidere che il degrado va colpito con la repressione non è un compito della politica? Decidere che l’idea di RIDUZIONE DEL DANNO è definitivamente morta, non è una questione morale e politica? La quale cosa meriterebbe quanto meno un dibattito allargato.
E’ da tempo che questa città cerca di togliersi di dosso il velo ipocrita dell’accoglienza e della tolleranza e finalmente (si fa per dire) ci sta riuscendo. Il bolognese si sta riscoprendo ignorante, ottuso, pieno di paure e cattivo… ha trovato un suo degno rappresentante, che inoltre proviene dal suo amato mondo di Feste dell’Unità e compagnia bella, così non ci si sente nemmeno fascisti.
Già…
concordo….
cos’è la politica senza etica?
Cos’è se non quella risposta che la maggiorparte dei cittadini “bene” si aspettano?
Il brutto è che la stessa politica (forse!) ne è consapevole… siamo tutti consapevoli delle mancanze, della scarsa etica, ma allo stesso tempo siamo tutti inermi davanti a noi stessi… davanti alle nostre debolezze e mancanze…
E’ vero che siamo governati da una politica senza etica, ma anche da domande quali “E che possiamo fare?”… si sbatte sempre il muso contro a bilanci, regolamenti, impedimenti vari, oggettivi e soggettivi…
E’ vero è una lotta… una lotta continua….
Ma non è forse anche scarsamente etico promettere più di quanto uno possa e sia in grado di fare e/o dare?
Siamo persone, tutte diverse, tutte con le nostre debolezze e i nostri difetti, nessuno di noi è infallibile ma tutti insieme, conoscendoci, rispettandoci, aiutandoci, possiamo andare verso la perfezione, che mai raggiungeremo perchè continuerà a cambiare ma l’etica del gruppo sarà confermata…
E’ vero, siamo governati da una politica senza etica, ma non guardiamo sempre e solo fuori e/o sopra di noi, l’etica comincia dentro di noi…
Tanto manca, tanto si potrebbe fare… ma tanto è anche stato fatto e si continua a fare…
Saper lottare significa anche saper accettare sé stessi, i propri limiti, perchè solo così potremo capire (e non solo vedere) i limiti degli altri, altri visti come persone governate da altre regole e non solo come i detentori del potere… spesso e volentieri le persone meno libere di tutti…
L’etica esiste solo nel trattato di Thomas More, Utopia, datato 1500… lontano nel passato e nel futuro… un’utopia da perseguire ma irraggiungibile…
Quello che può esistere è una continua analisi di sé stessi, un rispetto continuo delle leggi morali e fisiche nel nostro piccolo… il contesto, la sovrastruttura, cambierà…. senza che ne accorgiamo… il nostro sguardo cambierà….
piano…. per passi…. per tappe…. con rispetto…. analisi… completa….
Ho scritto la mia stupidaggine… ho fatto la mia autoanalisi….