"la Dozza" 13/07/2007
Ciao lettori del blog,
vi scrivo per portarvi a conoscenza delle condizioni che siamo portati a subire noi carcerati.
Da settimane sento parlare in tv della riforma della giustizia e di quelle che vengono definite come leggi ad personam. Quello che mi ha dato più fastidio è il sentir discutere della famosa legge Bossi-Fini sulle droghe, che a parer mio è un vero flop visto i dati in crescita sul consumo delle droghe (soprattutto cocaina che un tempo era definita come la droga dei ricchi e che oggi invece è alla portata di tutti, giovanissimi compresi). Fuori, così come in carcere, non esiste nessun progetto per aiutare il consumatore. Siamo destinati oltre che a scontare la condanna a rimanere persone disagiate. Un vero schifo! Io penso che progetti come quelli del centro diurno di via del porto e del drop in debbano essere più presenti sul territorio nazionale. Con questo non voglio giudicare quello che già esiste, ma vorrei far presente alle istituzioni di investire di più su questi progetti ed essere più diffusi con personale qualificato alla crescita dell’individuo. In poche parole: ridurre il danno!
Basti pensare che la mia condizione di carcerato potrebbe essere utilizzata per varie mansioni ma questo non accade. L’unica cosa che faccio è mangiare e dormire: ecco perché ho accettato di scrivere i post da dove mi trovo per impiegare il tempo nel modo migliore.
Piano piano sto cercando di coinvolgere altre persone in modo da mettere a disposizione anche a chi non conosce questa possibilità di trascorrere qualche ora non pensando a dove si trova ora ma piuttosto a quello che potrebbe scrivere. Non è facile coinvolgere le persone perché quando fai la proposta ti senti rispondere: "e io cosa ci guadagno?"! Non pensano al potenziale che hanno a disposizione. Si è vero! Per vivere un pò dignitosanmente devi avere quel minimo di soldi per comprarti e mantenerti quel vizio oltre al cibo, ma non tutti possono. Per esempio io non ho nulla e nemmeno nessuno a cui chiedere del denaro quindi mi tocca sopravvivere con quello che l’amministrazione mi da poi per il resto faccio senza. Mi accontento di poco e sono felice nel comunicare con voi.
Spero con il tempo di far capire all’amministrazione penitenziaria che ho bisogno di lavorare guadagnandomi quel poco per sopravvivere. Comunque non finirò mai di ripetere che il carceere non porta a nulla e non ti fa costruire nulla.
Ciao ragazzi,
con stima
Dario Monetti
Articolo Pubblicato sulla “Voce del Silenzio”,
I sogni
La detenzione non è solo privazione della libertà fisica, è anche privazione di espressione.
Di Certo non è possibile dire tutto quello che realmente ci passa per la mente, e allora i/le detenuti/e hanno la via del Sogno per cercare di sopravvivere in questa situazione restrittiva.
Il sogno non e solo quello che si la mentre si è abbracciati dal dio Morfeo, quel lo lo fanno tutti.
Il sogno per una persona ristretta è sinonimo di libertà.
Con l’immaginazione si può andare dappertutto e fare ogni cosa: viaggi infiniti , in posti dove magari non sei mai stato, incontri e dialoghi con le persone clic più ti piacciono.
Sognando riusciamo a superare anche momenti di crisi. E la cosa più bella è che il sogno non te lo può vietare nessuno in assoluto. La tua mente è libera di spaziare dove e come vuoi in ogni situazione. A volte ci si aggrappa fortemente a quest’ ancora.
Sogno come sinonimo di speranza, illusione di libertà. Vivere in cattività non è vivere, è sopravvivere, e il sogno ci da l’illusione di essere.
Dunque è questa l’importanza del sogno in questa situazione di chiusura.
A volte la rabbia, il senso di impotenza che proviamo ci possono portare fuori dai binari, Il sognare ci dà la forza di volare.,rimanendo con i piedi per terra.
Certo altre cose ci aiutano convivere con questa realtà: la posta, una risata con il compagno di cella, un avvenimento fuori dalla normale routine, i colloqui.
Ma il sogno è il vento forte che ti trascina fuori di qui.
ti seguo. sappilo
come mai che come uscite dalla galera vi dimenticate di tutto? conosco persone che lottano per i diritti dei carcerati da anni ,dopo aver solo assaggiato il carcere per qualche giorno.