Umberto Galimberti in un articolo del 14 agosto 2007, su repubblica, sostiene, seguendo teorie di Aristotele e Freud, che il nostro cervello sia fatto …”per godere dell’inerzia e della non curanza, assecondando le quali, non ci si cura di niente altro se non di quell’oggetto che pensiamo possa dispensarci da ogni cura.Tale è l’oggetto tossico, nevrotico, onirico, in presenza del quale la pulsione diventa insistente, implacabile e coatta, dove il desiderio è sempre vivo perchè insoddisfatto perchè il piacere che cerca è negativo, è uscire dalla pena dell’insaziabilità del desiderio. Per questo la droga che anestetizza fa invidia al sistema moderno delle merci”….”ma il prodotto con cui si tenta di placarlo si rivela di volta in volta sempre più insoddisfacente”…
…”Il piacere della droga non è la scelta di una maggiore intensità della vita al prezzo della sua brevità, è la scelta dell’astinenza dalla vita, perchè questa, una volta apparsa in tutta la sua insignificanza, prosegue pure il tracciato della sua insensatezza, ma risparmiando almeno il dolore. A questo tende il piacere dell’eroina, ossia il piacere dell’anestesia, a null’altro”.
Di Aristotele e Galimberti non so, Fred pare amasse la cocaina.
E voi altri che ne pensate?
Umberto Galimberti in un articolo del 14 agosto 2007, su repubblica, sostiene, seguendo teorie di Aristotele e Freud, che il nostro cervello sia fatto …”per godere dell’inerzia e della non curanza, assecondando le quali, non ci si cura di niente altro se non di quell’oggetto che pensiamo possa dispensarci da ogni cura.Tale è l’oggetto tossico, nevrotico, onirico, in presenza del quale la pulsione diventa insistente, implacabile e coatta, dove il desiderio è sempre vivo perchè insoddisfatto perchè il piacere che cerca è negativo, è uscire dalla pena dell’insaziabilità del desiderio. Per questo la droga che anestetizza fa invidia al sistema moderno delle merci”….”ma il prodotto con cui si tenta di placarlo si rivela di volta in volta sempre più insoddisfacente”…
…”Il piacere della droga non è la scelta di una maggiore intensità della vita al prezzo della sua brevità, è la scelta dell’astinenza dalla vita, perchè questa, una volta apparsa in tutta la sua insignificanza, prosegue pure il tracciato della sua insensatezza, ma risparmiando almeno il dolore. A questo tende il piacere dell’eroina, ossia il piacere dell’anestesia, a null’altro”.
Di Aristotele e Galimberti non so, Fred pare amasse la cocaina.
E voi altri che ne pensate?
Amen.
Burp.
e SAN GIOVESE chi è?! il protettore degli alcolisti!?
Antonio
bleaaahh