Il nuovo anno si apre in modo duro e inesorabile. Roberto, il nostro Underbridge, non è più fra di noi: se n’è andato proprio l’ultimo giorno dell’anno vecchio, come fosse un alieno in missione segreta nel nostro mondo e che, assolutamente entro il 2007, avrebbe dovuto terminare la sua missione sul nostro pianeta. A Robertone sarebbe piaciuta questa storia e sarebbe andato avanti a costruirci sopra storie per mezza giornata, con sprazzi anche nel giorno successivo. Quando ho saputo della morte di Roberto ho pensato a tante cose… tipo: dove saranno finite ora tutte quelle idee pazzesche che transitavano nella sua mente? Che strada avrà preso il suo Stile? E i suoi disegni, i progetti? E infine Come farò a scrivere un saluto a Roberto che gli sarebbe piaciuto? Come è possibile raccontare la personalità complessa e sfuggente di un personaggio (nel vero senso della parola) come Roberto? Parlando di questo, Clai mi suggerisce che forse il modo più giusto sarebbe quello di immaginare un racconto costruito inseguendo gli schemi mentali e i collegamenti avventurosi tipici di Robby. Sì è vero. Non sarà facile, ma ci voglio provare.
Sapete cosa sono le cover no? Sono quelle interpretazioni di canzoni, più o meno famose, da parte di altri artisti. A volte cercando di copiare maniacalmente l’originale, altre volte stravolgendo completamente l’originale stesso. Ecco quello che vorrei riuscire a fare ora, per Roberto e per chi non l’ha conosciuto, una cover del suo pensiero o più umilmente di quello che è rimasto dentro di me. Già sapendo che un sacco di roba rimarrà fuori e spunterà qua e là, in qualcosa che dico o che faccio, mentre scelgo il colore di una maglia o la forma di un occhiale. Perché Roberto aveva uno stile di vita tutto suo e in questo caso la parola “stile” ha veramente un peso importante.
Sì, tu dici “bicicletta” caro Andrej… si fa presto a dire bicicletta ma tu sai che storia c’è dietro alla “bicicletta”? I romani la chiamavano “biga”, era di legno e non aveva i freni. Col tempo l’hanno portata anche qui in Emilia, dove c’erano i Galli boys, ed ecco perché anche oggi, qui a Bologna si dice Prestami la Biga!
Che poi è tutta una leggenda quella della gara delle bighe! Ma sì Max! Che ne sai te? c’erano dei cavalli che facevano un gran polverone girando e tutti lì con ‘sta biga a correre di qua e di là. Poi, sempre a proposito della Biga, dopo la caduta dell’Impero romano, nel medioevo un frate toscano, dopo un pellegrinaggio in Cina, è tornato qua con un sacchetto di piccole biglie di ferro che lungo il tragitto usava per cuscino: da cui il nome Cuscinetti. Me lo potresti cercare su Internet?
Che poi anche ‘sta storia dei Cuscinetti la raccontava anche Herzog in un vecchio film distribuito solo in oriente, ma non so se lo si trova più…magari faccio una ricerca in Sala Borsa e se c’è te lo porto che era bello: dei gran colori, belle luci. In realtà infatti era un film sul colore Rosso, non tanto sui cuscinetti o su ‘sto frate. Potremmo fare anche un cineforum qui no? Che dici Max? Cosa? Wim Wenders? Te l’ho già detto che non capisce un cazzo di cinema quello! Wenders una volta gli è rimasta la videocamera accesa mentre viaggiava in macchina nel deserto, da quel video ha tratto un film, da lì è nato il suo successo ed eccolo lì che va in giro per Lisbona.
No, dai, veramente: possiamo fare questa rassegna di cortometraggi di registi lituani di cui ti parlavo ieri, la chiamiamo Stra-Cult al Porto, oppure ViadelCult… insomma poi a questo ci pensiamo. E poi, alla fine della rassegna proietteremo il nostro film “The Movie” che per allora sarà già finito. Ma come “Quale film” Max? Quello che faremo qui al Centro diurno. Quella storia di quel tizio che sogna di due ragazze operatrici che vengono qui per la prima volta, una è bionda e l’altra di colore, noi seguiamo tutta la loro giornata… Che poi in realtà, l’hai capito no? è un film sulla figura della Vergine Maria nel nostro tempo. Che ne dici?
Ok Roberto. Non so se ho capito, ma lo faremo questo film, lo faremo… In qualche modo.
Robby Underbridge ha vissuto circondato dallo stile, dall’idea della parola giusta, del gesto giusto al momento giusto. Spero sia stato il momento giusto per lui e spero di aver reso omaggio a quello stile che tanto cercava e che in parte ci ha insegnato a cercare. Ciao Roberto.
l’eterno riposo dona a lui o Signore, splenda a lui la luce perpetua, riposi in pace, amen.
non conoscevo tanto bene roberto anche se è una vita che lo vedevo in giro ma per quel pò che ci ho parlato a lui sarebbe piaciuto cosi. bella massi mi è piaciuto il tuo cover. a te robbi dico chissa se tornerai in quei tempi che a te picevanotanto non so come è la di là ma io penso personalmente che si stia meglio di quà non so quando succederà e dove andro io ma lo scoprirò quando arrivera il momento tanto non ho paura di morire mi dispiace solo per chi mi vuole bene che starà male e basta. addio robbi
E così è finita anche per te. Ti ho conosciuto che stavo bene, ti ho incontrato che stavo male, ti ho ritrovato al laboratorio di maschere che stavo di nuovo bene. Ehi ti ricordi, qundo abbiamo iniziato ci si faceva si ascoltava musica,ah ma di quella seria, si parlava per ore e via con l’illusione che c’è stato un tempo in cui ci si faceva per qualche motivo. E quello, ah è morto…e coso lui ha smesso ma poi sai era distrutto non ce l’ha fatta. Che tristezza il tempo che passa e l’antico gioco che si trasforma in dramma. Ciao amico ho i braccialetti che hai fatto per la tania ho sul computer tutte le musiche che mi hai fatto scaricare, rompendomi non poco le scatole. cosa stiamo facendo, dove stamo andando? Cosa ci rode? Sto guardando una maschera che hai fatto e alcuni disegni demenziali, pieni di riferimenti mistici. Dove sei? Ti immagino in un paradiso di banchettari che ascoltano musica a tutto volume e parlano di filosofia. Io non credo ma se esiste un paradiso deve essere giusto e se esiste un inferno tu hai già dato, perchè non deve essere molto diverso da questo pazzo mondo che viviamo.
Ciao massimo
Un po mi ero dimenticato di tutto questo,bello questo racconto su Roberto.Non ci si abitua mai a vedere le persone che hai amato anche solo per un minuto, tornare sul proprio pianeta.
Stefano
Ciao Roberto e passa te la bene.
Se esistesse un luogo oltre la morte e vi si ritrovassero le anime che hanno abitato la terra, allora attenti a voi filosofi della Magna Grecia, registi (fratelli Lumière compresi!), musicisti dei mitici anni ’70 e tutti voi che avete lasciato un segno nella storia: Roberto è arrivato!!
Già Clai… mi pare di vederlo, come in questa foto, mentre pontifica e discute di cinema con Jim Morrison, di poesia con Cassius Clay e di musica con Picasso.
All’inaugurazione pubblica di Asfalto, nell’ottobre del 2006, Roberto c’era.
Blog molto interessante, complimenti
Grazie!… a renderlo interessante ha contribuito, a suo modo, anche Roberto. Il quale avrebbe sicuramente apprezzato l’ultimo post del tuo blog… A presto. Ciao.
Roberto ne ha dette e fatte tante, sicuramente mi verranno fuori così, ogni tanto, senza neanche sapere perchè… Ma questa la voglio ricordare. Mi ricordo che una volta stavamo parlando di SECOND LIFE…se entrarci o no, cosa voleva dire, che curiosità scaturivano, ecc. Ad un certo punto Roberto saltò su e disse: Ma io ne conosco già tanta di gente che vive due tre vite diverse… e poi è già talmente incasinata questa prima vita! perchè dobbiamo andarci a creare dei problemi anche in una seconda vita?
Roberto era così: semplice (raramente) e geniale (spesso). Buona seconda vita Robby.
domattina (martedì) alle 9,30 andiamo a salutarlo alla chiesa della Certosa. Cercherò di essere la voce di tutti.