La vita è un cantiere

Pubblicato: 22 febbraio 2008 da massitutor in la vita è un cantiere, viaggio
Tutti i post che il nostro Giovanni (detto Gianni e rinominato qui Selvaggio63) metterà nella betoniera di questa nuova rubrica saranno tesi a dimostrare questa semplice ipotesi: la vita è un cantiere. Perchè la vita sarebbe un cantiere? Perchè ci vuole un progetto prima di iniziare a costruire; poi ci vuole tempo e pazienza in un cantiere, sia per costruire che per demolire; due attività ugualmente importanti, nel cantiere come nella vita. Nel cantiere ci sono tanti oggetti, strumenti, materiali e soprattutto ci sono gli altri: in un cantiere non si è mai soli, nel bene e nel male come nella vita; qualunque progetto o lavoro va condiviso con gli altri e spesso questo è motivo di conflitto. I materiali della vita sono le relazioni, gli aiuti, le strategie, le idee e tanto altro. Insomma se ci pensate il cantiere edile viene spesso preso ad esempio e porta con se delle metafore sulla vita e sui comportamenti umani che sono quasi naturali: si pensi solo all’importanza delle fondamenta, poi si dice Mai costruire sulla sabbia; Non si comincia a costruire dal tetto e via dicendo. Ci si potrebbe chiedere: Ok e uno che si fa chiamare Selvaggio a che titolo parla di tutto ciò? Si da il caso che Gianni di strada ne ha fatta tanta, ha fatto tanti lavori dove bisognava usare mani e cervello, è stato un grande viaggiatore, un cacciatore, un pescatore. Insomma una specie di Indiana Jones di strada.. E’ quindi un esperto di cantieri e un esperto di vita. La vita è un cantiere e se non siete d’accordo fatevi sotto.

verso la Spagna

Il Matrimonio

Il matrimonio è una pietra di questo edificio molto importante, poi se questo passo è fatto da ragazzi molto giovani, Gianni e Vittoria questi sono i nostri interpreti. Tutto parte con tutta la prassi iscrizione alla lista nozze in comune di residenza il tempo di affissione è di 20 giorni, poi il fatidico giorno. Io, Gianni e Vittoria nell’anticamera del sindaco, come si sa l’abbigliamento dovrebbe essere abbastanza elegante invece io e la mia futura moglie: io in tuta da lavoro classica da metalmeccanico, Vittoria in tuta da ginnastica da cui si capisce che dei gran soldi… pochi o niente. Siamo seduti in questa anticamera, a un certo punto si affaccia un signore da un ufficio e guarda a desta e sinistra e rientra in ufficio, la cosa si ripete per qualche volta, dopo si avvicina verso noi, esclama “sto aspettando una coppia di futuri sposi ma non li vedo” a sto punto io mi alzo e chiedo qual è il nome di questa coppia, lui rispose con i nostri nomi, io dissi siamo noi due e rispettivi testimoni , lui fece una faccia vedendo in quel ‘abbigliamento. Premetto che io ero in permesso dall’officina e la Vittoria doveva andare in una fabbrica di calzature per una traduzione in lingua. La cerimonia prosegui con firma documenti, scambio delle fedi nuziali, bacio della sposa. All’uscita dal comune andammo nel primo bar per bevuta di auspicio. Ovviamente dopo un matrimonio così la luna di miele fu rimandata a bensì 3 anni dopo in un viaggio in Spagna. All’inizio del nostro matrimonio all’incirca i primi mesi abbiamo vissuto ognuno a casa dei propri genitori, fin quando successe che mio zio cambiò il camper, un bellissimo ford transit superaccessoriato: completo di servizi igenici e doccia all’interno. Così con un colpo solo avevamo un mezzo e casa (nido d’ amore). La prima fatica è stata il varcare la soglia di entrata con mia moglie Vittoria in braccio difatti facemmo una caduta per fortuna senza causare rottura di nessuna ossa di ambedue. Dopo qualche settimana decidemmo finalmente di partire per la luna di miele destinazione la Spagna. Il nostro programma era di stare in giro per la Spagna più o meno una ventina di giorni e invece ci siamo stati la bellezza di centoventi giorni.

commenti
  1. simpit ha detto:

    ma si dài questi sono i matrimoni più belli, vuoi mettere! in confronto a quelli sfarzosi, banchetti e regali super inutili e costosi.La vita è un cantiere è vero ma a proposito di metafore, però, porca la miseria, che sfiga,troviamo sempre le fondamenta argillose e i materiali scadenti solo noi ?e oramai non c’è un pezzo di terra libero

  2. Clai ha detto:

    La storia di Gianni e Vittoria l’ho ascoltata dalla voce di uno dei due protagonisti. Mi è piaciuta da subito. Per come si è svolta, perchè è uno spaccato di Romagna verace, perchè è originale e soprattutto perchè è stata raccontata bene.
    In attesa di altre storie dal cantiere di Selvaggio 63 concludo augurandogli “in bocca al lupo!”

  3. massitutor ha detto:

    in effetti questa rubrica ha rischiato di chiamarsi anche Romagna meccanica.
    Poi hai ragione Clai: noi abbiamo avuto il privilegio di vedere Gianni dal vivo, che è un discreto spettacolo, ma presto metteremo in video anche lui. ‘Che, come si dice a Bologna, ha la cartola.

  4. balza73 ha detto:

    chissà su cosa sarà la prossima storia.

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