Un ponte di comunicazione

Pubblicato: 16 settembre 2009 da massitutor in Uncategorized
prove
Già dal manifesto iniziale di Asfalto ci siamo riproposti di far diventare questo spazio virtuale un luogo di incontro e comunicazione fra diverse realtà sociali presenti in città, con l’idea che l’incontro e la reciproca conoscenza siano la base per una concreta solidarietà e una convivenza sostenibile.
Per tenere fede a questo impegno abbiamo accolto decine di persone interessate alla nostra realtà e ad approfondire i temi dell’esclusione da vicino. Sono passati studenti, ricercatori, scrittori e semplici amici e curiosi della vita.
L’incontro con Lorena ed Arianna si inserisce in questo solco e ci racconta di un’interessante esperienza fra ricerca, conoscenza, teatro e storie di vita. Ne abbiamo parlato con loro in una piacevole chiaccherata.

lorena&arianna2
Ciao. Ci raccontate il progetto al quale state lavorando? Di cosa si tratta?
LORENA: Il nostro lavoro è cominciato a gennaio scorso quando ci siamo chieste se avesse senso sviluppare un percorso di teatro sociale con persone che hanno vissuto la vita di strada.
La città di Bologna ci mette quotidianamente in contatto con persone senza fissa dimora, durante lo scorso inverno ci siamo domandate chi fossero e quali storie si nascondevano dietro a questi volti.
Decidiamo quindi di raccogliere le loro testimonianze con la prospettiva di farle diventare materiale per un successivo spettacolo.
Nasce così il progetto "EX", nome che sottolinea l’esistenza di una vita precedentemente all’arrivo in strada.
Il fenomeno delle nuove povertà è stato poi individuato come tema di lavoro utile al percorso didattico di alcune classi delle scuole superiori della città di Bolzano, che seguite da esperti professionisti, svilupperanno percorsi laboratoriali sulla base dei racconti di vita dei senza dimora intervistati.
Gli studenti saranno dunque stimolati al dibattito e allo studio di questo nuovo fenomeno sociale attraverso una forma di didattica creativa.
Sono stati organizzati tre diversi percorsi che permetteranno ai ragazzi di trasformare i temi di studio in materiale artistico. Gli studenti parteciperanno a percorsi di musica, di scrittura creativa e di fotografia.
Obiettivo dei laboratori è dare forma al dibattito emerso dagli studenti, attraverso i linguaggi performativi, con l’esito di uno spettacolo finale che vedrà coesistere i lavori fatti dagli studenti con le testimonianza reale di chi ha vissuto la strada.
La musica diverrà quindi colonna sonora dello spettacolo, i testi degli studenti accompagneranno i racconti dei senza tetto, la fotografia diventerà scenografia multimediale, per un percorso che permetta a mondi così diversi di dialogare tra loro, attraverso l’arte del teatro.
Lo spettacolo sarà presentato in diverse città italiane (attualmente sono state organizzate repliche a Bolzano, Bologna, Milano) per cercare di diffondere una nuova cultura della povertà e per accrescere nella comunità di spettatori un senso di solidarietà e partecipazione a problemi sociali oggi così presenti
 
Diteci qualcosa di voi. Come siete arrivate fino a qui?
ARIANNA: Ci siamo conosciute un anno fa lavorando insieme al progetto di teatro nel carcere minorile di Bologna. Veniamo entrambe da un percorso teatrale che coniuga la pratica artistica con l’impegno sociale. Sia io che Lorena condividiamo l’idea di un teatro che lavora in contesti non convenzionali, spesso con non attori, in realtà marginali o ignorate. Il nostro incontro è stato fecondo di nuove idee e progetti che ci hanno portato fino a qui e che svilupperemo anche in futuro.
LORENA: Fin dal principio ci siamo rese conto che avremmo avuto bisogno di qualcuno che ci introducesse alle persone senza fissa dimora che volevamo intervistare. Ci siamo quindi rivolte a Jacopo Fiorentino, di Avvocato di strada che lavora a Piazza Grande e che ci ha parlato del vostro laboratorio. Grazie all’appoggio di Massimiliano Salvatori è stato possibile organizzare svariati incontri, o meglio appuntamenti e caffè. Si è instaurata così, prima una relazione amichevole, facendoci conoscere e raccontando del nostro progetto, per poi procedere con la raccolta delle interviste.
 
Avevate un’aspettativa diversa da quella che è stata poi la realtà?
ARIANNA: Fin da subito abbiamo cercato di non avere alcun tipo di aspettativa per entrare nell’esperienza senza pregiudizi ingombranti.
E’ stato un percorso di scoperta che ha coniugato la conoscenza diretta delle storie di alcune persone con lo studio del fenomeno nuove povertà. Ci sono stati tanti momenti di stupore, sia per le storie che abbiamo ascoltato che per le circostanze in cui ci siamo trovate.
Certamente un’esperienza che ci ha fatto crescere.

teatro-BN
Il blog Asfalto che ruolo ha avuto nel vostro orientamento?
LORENA: Il blog è stato un vero strumento di aiuto. Nella prima fase di lavoro ci siamo chieste quali fossero le tematiche più sentite dalle persone che vivono in strada, per orientare le nostre interviste e per conoscere le loro richieste, il loro punto di vista sulle varie problematiche sociali che vengono trattate nel blog. Non solo: è stato molto stimolante leggere i testi, le poesie, i commenti elaborati. Ci ha fatto comprendere come il "mondo dei senza dimora" sia composto anche da persone che hanno un proprio spessore, idee importanti e coerenti, spesso espresse con un’alta padronanza e originalità.
 
 
Con quali altre realtà che operano in strada avete avuto a che fare?
LORENA: Oltre al Centro diurno di via del Porto e all’associazione Amici di Piazza Grande ONLUS, abbiamo lavorato con l’unità mobile di Piazza Grande. Abbiamo avuto la possibilità di esplorare le strade durante la notte, portando coperte e viveri, prendendo coscienza della realtà nuda e cruda della vita di strada, spesso romanzata dal senso comune. L’uscita notturna ci ha davvero permesso di comprendere le reali condizioni di vita di chi non ha una casa e vive adattandosi agli spazi della città.
Infine abbiamo messo in contatto Piazza Grande con un’associazione bolzanina che lavora con cittadini senza fissa dimora: Volontarius ONLUS. L’obiettivo è creare delle reti di collaborazione per sviluppare altri progetti futuri.
 
Qual’è stata la difficoltà più difficile da superare?
ARIANNA: Diciamo che l’allenamento più grande è stato quello di sottrarsi e rivedere i propri stereotipi mentali. A volte ti rendi conto che tu stesso sei, volente o nolente, portatore di giudizi sia negativi che positivi che, in ogni caso, vanno rivisti o annullati alla luce della realtà.
 
L’emozione prevalente?
LORENA: Siamo state costantemente animate dal bisogno di scoprire, anzitutto come cittadine, la realtà della strada. Poi c’è stato l’entusiasmo per le relazioni di fiducia che nascevano dai dialoghi con le persone che abbiamo conosciuto.
Chiaramente ci sono stati momenti difficili, persone che si sono trovate in situazioni di grande difficoltà e hanno abbandonato il percorso. Forse il sentimento prevalente è stato ed è tuttora, la tenacia.
 
La cosa che vi ha sorpreso maggiormente.
ARIANNA: La tragicità di alcune storie e la solitudine di chi si è raccontato. Scoprire che in strada c’è un vero popolo di persone in seria difficoltà, che si confondono con i cittadini di "prima classe", ha cambiato il nostro sguardo su Bologna.
 
E’ cambiato quindi il vostro approccio alla realtà?
LORENA: Siamo certamente più realistiche di prima! Più informate e consapevoli di quella che è la realtà di chi sta in strada, ma anche coscienti della complessità estrema di questo contesto sociale.
Ora si tratta di comunicare a un pubblico di spettatori queste storie, che possono aiutare a far saltare gli stereotipi che sovrappongono al senza fissa dimora l’immagine pregiudizievole del delinquente, dello svogliato, dell’ignorante.
Ci rendiamo conto che il teatro non cambierà il mondo ma per lo meno può far risuonare certe tematiche pubblicamente e attraverso un canale emotivo che avvicina.
 
lorena&arianna1 
Quali saranno gli sviluppi di questo progetto?
LORENA: Come dicevo precedentemente il progetto si svilupperà anche nelle scuole di Bolzano, poiché l’Istituto Pedagogico di Bolzano, un ente di ricerca sulle attività pedagogiche e didattiche della Provincia Autonoma di Bolzano, ha finanziato il progetto.
A settembre cominceranno i laboratori nelle scuole per la creazione di musiche, scenografie e testi da inserire nello spettacolo. Qui a Bologna invece cominceremo le prove la prossima settimana. Ci saranno 4 attori e speriamo nella partecipazione di alcuni senza fissa dimora che vogliano dare un contributo creativo al percorso. Se poi decidessero di partecipare allo spettacolo e alle prove che lo precedono sarebbe anche possibile dargli una retribuzione, come giusto, per il lavoro svolto.
Avremo un autunno impegnativo per poi debuttare il 14 dicembre al Teatro Cristallo di Bolzano e portare lo spettacolo a Bologna e Milano successivamente.
A Bologna ci piacerebbe presentarlo in un luogo non teatrale, più accessibile ai cittadini senza fissa dimora, forse in strada, comunque in un luogo che ci permetta di avere tra il pubblico anche le persone che si sono raccontate per restituire in forma teatrale le storie raccolte.
 
Tre aggettivi per definire le persone ai margini
ARIANNA: Imprevedibili, pazienti, fragili
 Ci teniamo a ringraziare tutte le persone che hanno dato un contributo a questo progetto così complesso, dalle persone che si sono raccontate a coloro che ci hanno dato un aiuto per comprendere, adattarci, creare relazioni e crederci, senza farsi male!
Grazie anche a te Massimiliano per l’aiuto di questi mesi e per la possibilità di raccontare questa bella avventura.
commenti
  1. laertetranquilo ha detto:

    ciao massimiliano come stai?
    ti starai chiedendo ma chi è …e sii sono io proprio io .allora come va?a quanto vedo il sito è comunicativo bene mi fa piacere spero che in tutto questo tempo sia stato utile a tante persone.Ti vorrei contttattare meglio per salutarti stò dando un’occhiata per vedere come perchè ho dimenticato tutto..ciao

  2. anonimo ha detto:

    Si sta muovendo molto,nuove linfe di vitalità e lavoro,saranno contenti in molti,perlomeno chi potrà raggiungere queste bellissime cose,giusto studiarle e poi sono in molti che hanno bisogno di qualcosa di retribuito,incomincio ha capire che qualcosa lassu’ allora c’è e benvenga a darci una mano anche perchè molti sono stufi di avere i calzini bucati e le dita dei piedi fuori dalle scarpe.MONTRESORI CARLO

  3. massitutor ha detto:

    Ciao Beppe!
    Certo che mi ricordo di te! Ho una buona memoria, questo sì, ma come si può dimenticare il gigante buono del laboratorio informatico?
    Mi fa molto piacere risentirti e ti ringrazio per aver utilizzato Asfalto come luogo di ritrovo.
    Mi puoi contattare però, anche privatamente, cliccando in alto a sinistra sulla busta CONTATTACI, che rimanda all’indirizzo email viadelporto@gmail.com
    Saluti e mille auguri.

  4. analkoliker ha detto:

    Ciao Max,
    ho letto a pezzi.
    Ma lo sai che sto lavorando con alcuni amici ad uno spettacolo Teatrale tratto dal Libro.
    Il titolo provvisorio è “C’era una volta un restauratore di mobili”
    Sottotilo ” Barboni in affitto”.
    Sottotitolo provvisorio ” Venire al mondo è un comportamento a rischio”.
    Faremo la prima fra tre settimane qui presso una sala messa a disposizione dal comune di Exsilles e solo dopo valuteremo come e se procedere.
    Faremo un video per Youtube.

  5. massitutor ha detto:

    Grandiose novità Stefano!
    Bene. Il testo lo merita sicuramente.
    Non darlo in pasto troppo facilemnte a sbarbati spesso troppo carichi di entusiasmo e curiosità.

    “Il titolo provvisorio è “C’era una volta un restauratore di mobili”
    Sottotilo ” Barboni in affitto”.”

    sostituirei titolo con il sottotitolo.
    Fammi sapere. Ciao

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