Ciao, volevo brevemente raccontarvi un paio d’episodi vissuti negli ultimi tempi, ke potrebbero efficacemente rappresentare una finestra sulle condizioni in cui versa quella fetta de l’apparato sanitario bolognese preposto all’assistenza dei nullatenenti esenti ticket.
La mia condizione di italiano senza domicilio fisso, disoccupato, non integrato mi dovrebbe, in via teorica, far rientrare nella categoria degli aventi diritto a tale assistenza, per cui non avendo un medico di base lessi con sollievo una mail nella quale Max ci informava de l’esistenza a Bo de l’associatione “Sokos”, dicendomi qualcosa come "ecco la svolta". Febbrilmente (in tutti i sensi) mi recai sul loro sito web (http://www.sokos.it) dove, cito testualmente, era scritto:
"Scopo primario dell’Associazione è garantire assistenza gratuita agli immigrati senza permesso di soggiorno, alle persone senza fissa dimora e a chiunque viva in una condizione di esclusione sociale nel territorio di Bologna"
Frase ke interpretai come inequivocabile invito a contare su il loro servizio per ciò ke concerne la mia situazione sanitaria.
Il caso volle ke una ragazza di nazionalità americana, trovandosi in condizioni simili alle mie,mi kiedesse consiglio, ovviamente io le proposi di venire con me presso la sede di Sokos per registrarsi. Una volta in loco ci rivolgemmo a l’impiegato magrebino ke, alla reception, era preposto ad accogliere le domande di registrazione.
"DOCUMENTI" disse
"ECCOLI" risposi
"QUESTO NON E’ UN POSTO PER TE" lui ribattette
"PERKE’ ?" kiesi io …
"PERKE’ NO, DEVI ANDARTENE" fu la sua adirata risposta
Con notevole sforzo riuscii a mantenere la calma e ad insistere con diplomazia, ma il receptionist sapeva solo dirmi “vattene”, solo quando la gente dietro di me iniziò a protestare per l’attesa nella quale il nostro scambio di battute li costringeva, io ebbi l’inatteso onore di vedere arrivare al mio umile cospetto niente poco di meno ke la responsabile generale della sede di Sokos ke, molto politically correct, esibiva un bellissima pelle+scura della mia e, senza mezzi termini disse:
"QUESTO SERVIZIO E’ SOLO PER STRANIERI EXTRACOMUNITARI, TU SEI ITALIANO VA NE I POSTI PER L’ITALIANI ALTRIMENTI KIAMO LA POLIZIA"
Lasciando lo stupore il posto alla rabbia, in un fiato raccontai per filo e per segno come ero venuto a conoscenza de l’associazione ke le dava lavoro e soprattutto le rammentai ciò ke era scritto ne la pagina di presentazione del sito web di Sokos.
Non ci furono cazzi io: non solo non avevo diritto al servizio a causa de la mia nazionalità, ma dovevo anke sgambare.
In quel momento subentro la mia amica ke, passaporto americano a la mano, molto educatamente, da brava extracomunitaria qual é fece la stessa rikiesta d’inscritione ke avevo fatto io. Io intanto, senza uscire dalla stanza, m’ero fatto da parte, trasformandomi da postulante in spettatore.
In maniera decisamente arrogante the big boss intimò a la mia amica ke non poteva fare niente per aiutarla, suggerendogli di kiedere aiuto a l’ambasciata o al consolato, oppure di kieder a non meglio precisati servizi per l’italiani… ?….!??!!!!!…..!…..? Stupefacente ma vero. Mi viene in mente quel detto popolare ke recita: “gli dai una mano e ti si prende tutto il braccio”. Si perkè questo episodio è un eclat
ante esempio di discriminazione razziale e culturale di cui io come italiano emarginato sono stato vittima.
Devo aggiungere ke in passato+di una volta ho visitato paesi de il cosiddetto terzo mondo: paesi dai quali sicuramente provengono i ragazzi/e a i quali è stata delegata la gestione de i servizi di Sokos, ebbene una delle costanti ke+mi ha colpito in quei luoghi è la gerkarizzazione de la società in base a la situazione economica de li individui in maniera molto+aggressiva e violenta di come avviene qui in Europa. In tali paesi il nullatenente è veramente nulla, a stento viene riconosciuta la sua umanità.
Evidentemente gli operatori di Sokos applicano qui il sistema di valori in uso ne i loro rispettivi paesi d’origine, oppure forse stanno esperimentando un innovativo modello d’integrazione: invece di integrare gli ospiti ai valori de il paese ospitante si integra il paese ospitante a i valori degli ospiti.
L’altro episodio di malasanità ve lo racconterò un’altra volta.
Non ho ancora nessun tipo di tessera sanitaria. Stando in strada è difficile capire tutte le pratiche che si devono seguire per avere i documenti, il tesserino sanitario, ecc, poi uno può conoscere anche poco la città, i servizi. Penso che almeno il Sokos avrebbe potuto darmi una mano in questo, darmi qualche indicazione su come risolvere in altro modo il mio problema, dovrebbero lavorare in una rete di servizi e indirizzare le persone. Penso questo. Grazie anke agli impiegati del Sokos non sono riuscito a regolarizzare loa mia situatione sanitaria, ma grazie a…non so, Dio forse, la febbre di quel giorno mi è passata, sto bene e in genere mi ammalo raramente!
Ciao!
TROPPO KIARO
Pubblicato: 31 ottobre 2006 da massitutor in assistenti sociali, operatori dispari, salutecommenti
non ho parle sul menefreghismo di alcune persone posso solo augurare a costoro di non passarla liscia.
A volte basta cercare e un po di aiuto si trova sempre.
riguardo al “troppo Kiaro” vorrei incontrare la persona che ha scritto su Sokos non sono parole nostre quelle riportate, nè nostri atteggiamenti c’è qualcosa che non è proprio per niente chiaro…
riguardo al commento n.2 su “troppo kiaro” dove chiedo un incontro ho dimenticato di dire che sono Natalia Ciccarello, direttore sanitario di Sokos
non ci sono impiegati magrebini in Sokos, nè responsabili con la pelle più scura della tua e Sokos non dà da lavorare a nessuno dal momento che sono tutti volontari,nè si accolgono domande di registrazione .Mi sorge il dubbio che tu sia andato a sbattere chissà dove o che ti sia inventato tutto non so con quale fine.Tra l’altro di Sokos c’è solo una sede ed è a Bologna in via de’ Castagnoli n. 10,
Ciao,a Natalia Ciccarello vorrei dire:
sono absolutamente d’accordo a rispondere positivamente a la tua rikiesta d’incontrarmi kiedo solo di posttiucipare la cosa a la proxima settimana,da il 1411 in poi,xkè prima non posso.
X kiunque vollia leggere:
prima d’aver letto i commenti di Natalia io non sapevo se le persone a la reception di Sokos fossero volontarie o meno,non mi sono neanke posto la questione,ora so d’aver sballiato definendoli lavoratori in quanto ora so ke sokos non da lavorare a nessuno,ho imparato ke un impegno ,un servizio portato avanti da un volontario non può esser definito lavoro,ma,ripeto questo lò imparato solo ora,quindi kiedo scusa x l’errata definitione,probabilmenti anke ki avevo preso x il big boss boss non lo era,ignorante è colui ke ignora e io ignoravo,idem x l’ infelicie pressapokismo ke mà fatto kiamare le mie rikieste”domande di registrazione”li arcani de la semantica sono a il di là de le mia portata,almeno x ora,quindi ancora scusa.Riguardo la presunta origine magrehbina o il tenore in melanina de la pelle de i volontari non credo d’
essermi del tutto sballiato :la tipologia medioorientale(etnicamente,storicamente parlando dovrei farne parte ankio)comprende svariate nationalità e culture,probabilmente ho peccato di fretta e non ci ho azzeccato…pardon.X la melanina e la consequente sfumatura cromatica non posso ke appellarmi ke ad un’eventuale defaillance des miei okki o ad un possibile temporanea crisi di daltonismo.Ciao