Il muro del pianto

Pubblicato: 21 dicembre 2006 da massitutor in colletta

bjork2How does it feel?
How does it feel?
To be without a home,
Like a complete unknown
Like a rollin’ stone (Dylan)

Come ci si sente? Come ci si sente ad essere senza una casa? Come una completa sconosciuta, Come una pietra rotolante.

Ero sotto i portici della mia città ieri sera e l’ho vista piangere. Non avevo mai visto nessuno piangere così tanto in pubblico. Seduta sui gradini di una banca, verso piazza Otto Agosto una ragazza bionda e spettinata chiedeva soldi ai passanti (scollettava si direbbe qui in via del Porto) con un bicchiere di latta e un cartello. Ne ho viste talmente tante di persone fare l’elemosina… quel giorno stesso almeno tre in cento metri, di questi tempi si sa, ma qui è un’altra cosa. Piangeva talmente disperatamente da non stare neppure ferma sui gradini, squoteva il capo, si contorceva nei singhiozzi e con una penna presa come un pugnale scriveva con rabbia qualcosa su un cartone da esporre. Le guance rigate da fiumi di lacrime specchiavano le luci delle vetrine e del traffico nei giorni prima di Natale. Gli occhi così annegati sembravano cercare qualcosa qualcuno nel flusso di persone che passa. C’è talmente tanto rumore che non riesco a sentire il suo pianto mentre le passo vicino. Lo so che sembra una tipica storia pietosa di Natale, ma la dimostrazione del fatto che è vera sta nel come questo incontro finirà.
pianto3E passavano tutti, di fretta, nel freddo, con i sacchetti in mano e un appuntamento dove andare. Passavano tutti e passiamo oltre anche noi. Mi fermo dopo qualche passo per vedere se continua a piangere, per vedere se fa finta… vorrei che fosse così ma non è così. Una specie di istinto mi spinge a tornare da lei e cercare di aiutarla, sapere che succede, ma come ho già detto questa non è una storia di Natale: passavano tutti e passiamo oltre anche noi. Noi… che c’è qualcuno che ha bevuto troppo e mi si appoggia addosso in piena paranoia, qualcun’altro è troppo vicino o troppo lontano dalla sua sostanza, altri devono seguire i propri sentieri piazza-diurno-piazza-caritas-dormitorio. Noi, come gli altri, passiamo oltre… che c’è qualcuno che ha troppa fretta che deve andarsene via lontano e qualcun’altro che allunga il passo perchè vuole tornarsene nel proprio mondo caldo e pulito.
pianto1Chissà per cosa era quel pianto? Forse per l’astinenza, forse per una depressione, per un abbandono. Forse era il suo primo giorno di "colletta" ed è un perdita della verginità dolorosa alla quale seguiranno forse solo tanti giorni uno uguale all’altro a chiedere soldi a chi passa. Allora che fare? Tornare indietro? Costruirsi il giusto alibi? Cercarla per la città di notte, dal caldo di un abitacolo? Oppure mettersi a scrivere questa storia… magari solamente per cercare di capire come e perchè non ho ascoltato quel mio istinto di chiedere "che succede?", "che cos’hai?" che sentivo così semplice, naturale e umano.

commenti
  1. Soundd ha detto:

    ..forse è solo che dire “stronzo” agli altri è semplice, dire che lo si è stati è + difficile.
    Probabilmente anche io sarei passata oltre…
    …o forse NO…

    Mary

  2. stefi71 ha detto:

    Quante volte il pianto è arrivato improvviso, il pianto ti purifica e ti alleggerisce. Molti sono passati senza neanche vedermi, altri si sono fermati, ma l’istinto non li ha accetati, altri ancora mi hanno chiesto di poter fotografare un attimo vero di vita. C’è però chi con semplicità è riuscito, con un sorriso e con poche parole, a darmi un attimo di serenità e la forza di continuare!

  3. anonimo ha detto:

    non ti devi sentire in colpa per non esserti fermato. a chiedergli che cosa aveva.perche piangeva.e gia molto bello quello ke hai fatto scrivere la sua storia

  4. Concin ha detto:

    forse normali e non siamo vittime di un grande fraintendimento pensiamo che l’amore sia come qualsiasi altro bene: se quello che ho lo divido ne ho meno, è matematico se no non capisco la “prorietà”. Invece per l’amore ciò non vale, provate a immaginare cosa avrebbe avuto in meno o in più balza73 se si fosse fermato a regalare un abbraccio a quella ragazza e lei cosa si sarebbe trovata nella scatola di latta in più o in meno? Nulla, dopo l’abbraccio l’astinenza, la depressione, la vergogna, la tristezza di balza73 nella sua stanza al caldo con l’odore delle lacrime nelle pieghe della memoria, nulla…o no?

  5. ghiaccioblu ha detto:

    l’ho vista anch’io. era pomeriggio. lei era bionda. con i capelli corti. una ragazza con un viso bellissimo. una ragazza e basta. anch’io ero di fretta, anch’io avevo le mie cose da fare, i miei posti in cui tornare. le mie gambe si sono fermate. (insieme al cuore) poi hanno ricominciato a muoversi. avrei voluto andare da lei e parlarle, ma la paura ha vinto. e non ho ancora smesso di pensare a lei. e a questa stronza paura che ci fa morire in gola le parole, i gesti, l’ impulsi ad avvinarci a chi forse avrebbe bisogno di noi. questa paura che ci rende brutti.

    forse, la prossima volta ci comporteremo diversamente. sì.

    s.

  6. anonimo ha detto:

    Sono barbona , da poco. Ho già l’esperienza di chiedere l’elemosina, ma era un’altra cosa. Mi è capitato da ragazza, a Londra, dopo il furto di tutti i miei soldi…cambiati tutti insieme, per inesperienza ed immediatamente rubatimi con destrezza. Lo facevo allegramente. Usavo il mio viso pulito, i miei modi distinti , il mio inglese scorrevole da studentessa per bene . Riuscivo a racimolare molto, anche 100.000 lire in poche ore ed immediatamente telefonavo a Ginevra, la mia amica svizzera, per dirle che, sì, potevamo andare a cena fuori. Il pensiero che l’indomani avrei dovuto ripetere la mia performance, non mi turbava affatto. Era – tra noi, anzi- motivo di ilarità. Oggi, la faccenda , è ben diversa. E’ ansiogena , fino al panico. Non scolletto per la strada. Non ne sono capace. Vado per parrocchie. L’ unico che mi accoglie mettendomi a mio agio, è Padre P. e l’altro giorno un frate ha sclerato urlando e provocandomi un tremore incontenibile, pianto a singhiozzi ed un forte dolore ad un occhio, preoccupante, dato che soffro di glaucoma. Sono dovuta correre al P.S. dell’ospedale Maggiore. SI, FERMAREVI SE UNA RAGAZZA FA CLLETTA E PIANGE! Puo’ essere un momento terribile! Grazie. Teresa

  7. azzurra bianca ha detto:

    Dopo anni da quando è accaduto questo fatto, non so chi dei protagonisti leggerà il mio commento…in ogni caso a chiunque capiti fra questi scritti, vorrei dire che mi ha emozionata, e che ci vuole davvero un abbraccio

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