Assistenze e Bisogni

Pubblicato: 5 febbraio 2008 da massitutor in assistenti sociali, assistenze e bisogni, civiltà, libertà, operatori dispari, rielaborazione

Riprendo, in questo post, alcune parti di commenti che ho trovato molto intensi ed interessanti per una discussione che da un po’ di giorni sta strisciando su Asfalto e in questo modo è bene che proceda. Si è parlato di Sicurezza in rapporto (e contrapposta?) all’accoglienza in città; si è parlato di Modalità di accoglienza, di dormitori, di servizi e di Assistenti sociali. Il filo rosso che collega questi punti è la richiesta di aiuto. Il momento in cui una persona in difficoltà decide che l’unica cosa da fare è chiedere aiuto e accettare di intraprendere un percorso di relazioni decisamente a ostacoli.
Entriamo così nel cuore caldo di questo blog, perchè è anche per questo che è nato. Fatevi avanti e raccontate al "mondo" cosa significa avere a che fare coi servizi o, più in generale, alzare piano la testa e riuscire a dire Ho bisogno di aiuto.

Le assistenti sociali in una scena di Rom - vedi le altre foto

Analkoliker ha detto: il mondo che conosco io è fatto di povertà che avrebbero bisogno di interventi e strutture molto più imponenti. Io i dormitori li ho mandati aff…ulo da subito, cronicari cronicizzanti, se non sei ancora senza dimora in un dormitorio ti prendi la laurea. (…) Comincio col farvi notare che un Senza fissa dimora è un cazzo di senza fissa dimora, uno che dorme fuori e basta, questo non dovrebbe essere sufficente per dargli un letto? La dipendenza dagli assistenti sociali non è meglio di quella da eroina, farmaci o alcol.
Io non faccio l’operatore e tu non sai cosa significhi chiedere aiuto ai servizi: o meglio lo sai ed anche bene, ma ti manca l’averlo fatto per te stesso: perchè forse la rabbia che cogli nei miei post la comprenderesti più profondamente.

Massimo Macciavelli ha detto: Davvero pensi che ci sia qualcosa di peggio dell’eroina portata a livelli di strada? E’ vero tutti ci sfoghiamo tra di noi ma in fondo chi ci ascolta? E poi case popolari, donne, obblighi, firme, scadenze e tutta roba che viene da molto più in alto e allora ben venga l’operatore che scrive che si confronta anche con te.

Ant21 ha scritto: Quello che è cresciuto in modo esponenziale è la PERCEZIONE nella gente comune dell’aumento della criminalità per colpa dei mass media (l’ha detto Violante non io). Siamo manovrati ad arte: è meglio saperlo e regolarsi.

Kaberlaba ha detto: …io per esempio, la prima volta che sono andato ai sevizi, accompagnato da Massimo Zaccarelli, dopo due tre mesi di discussioni, mi sono reso conto che camminavo curvo, con gli occhi al suolo.
… ecco te lo dicevo, ancora prima di arrivare dall’assistente sociale cammino
con gli occhi a terra.
… da quando ti ho conosciuto sei sempre stato così, con gli occhi a terra, per questo
è importante che tu lo faccia…
Mettersi nudi di fronte agli altri ci fa vedere noi stessi, gli altri non contano mai nulla, noi siamo i giudici più severi con le nostre debolezze. Noi siamo il male e la terapia, soprattutto all’inizio, poi si impara a chiedere il meno possibile, per poi non sentirsi la sera da soli, ancora una volta una merda.
Tutti conoscono questi sentimenti, con la moglie, sul lavoro, a scuola, con la band, con lo spacciatore, col medico, con la madre, con i figli, con i compagni di partito ecc. ecc.

Sarebbe molto interessante leggere anche il punto di vista di operatori, psicologi, assistenti sociali ed esperti del settore.

commenti
  1. analkoliker ha detto:

    Comincio col dire che pur avendo mandato una mail alla Rupe, questi non intervengono ne sul loro e neppure su questo blog.Ma noi ci siamo, gli assenteisti sono loro.Questo del blog è uno strumento strano, se non lo conosci pùò farti paura.Posso, come chiunque altro ad esempio raccontare di tutte le schifezze e i disservizi che da utente ho visto e che solo fino a qualche mese fa potevo solo tenere per me.Ora invece con un solo clik posso raccontarlo.Ho la sensazione che la controparte non sia attrezzata per questo tipo di confronto o preferisca evitarlo:E li capisco, pensate se tutti dovessimo metterci a raccontare del nostro rapporto con i servizi sociali e questi facessero l’errore di risponderci, si creerebbe un precedente per loro catastrofico.Rispondere a tutti sarebbe un casino.
    Con che faccia rispondi? Si in effetti..Lei ha pienamente ragione…Cosa vuole che le dica, è che non abbiamo fondi…Ma ha visto da chi siamo governati…
    Nella vita reale mi sono sentito anche dire: “Guardi le liste per il dormitorio sono chiuse,per cui è inutile che vada dall’assistente sociale perchè quella la rimanda da noi.Per il pranzo in mansa purtroppo la situazione non è molto diversa.provi a ripassare tra quindici giorni.Dimenticavo mi darebbe l’indirizzo del suo Blog?
    Allora ero forse l’unico senza dimora ad avere un blog “Alkoliker” per cui questa dello sportello non solo non aveva un cazzo da darmi ma chiedeva a me qualcosa da leggere.

  2. analkoliker ha detto:

    bellissima.Poi una volta ti racconto dei paramatri per entrare nei servizi.
    Stefano

  3. massitutor ha detto:

    non so se avete notato che cliccando sull’immagine si possono vedere alcune foto dello spettacolo Rom-il viaggio millenario di Massimo Macchiavelli, in scena al Dehon l’altra settimana. Per chi c’era e chi non c’era.
    Ok non c’entra del tutto col posto, ma chi lo ha visto sa che un po’ c’entra.

  4. anderlet ha detto:

    Stefano sono daccordo che una volta racconti come entrare nei servizi. Un guida per le persone svantaggiate e perchè no in modo positivo. Mi è piaciuta questa cosa e la apoggio.

  5. massi9 ha detto:

    MI faccio un pò di domande, una di queste é; come cazzo si fà ad essere una
    città accogliente se arrivi a Bo e trovi tutto chiuso? E se é tutto chiuso, la gente così detta “bene” dove cazzo và a sperperare i propri danari? é chiaro che l’imposizione degli orari é controproducente per la città, perchè invece di avere una città più sicura, ne abbiamo solo una più vuota, qiundi una parvenza di sicurezza c’é.
    Il degrado c’é e c’é sempre stato. Vi ricordate in piazza Verdi ai tempi del totem?! C’erano almeno 200 persone fisse che tutti i giorni rollavano un infinità di cannoni, una distesa di studenti e non sdraiati a cazzeggiare tutto il giorno, non c’erano i cani ma i punk si, quindi il degrado si é sempre visto qui a Bo, non é né aumentato né diminuito, secondo me é l’intolleranza che é cresciuta a dismisura. Non credo che mettendo dei divieti e degli orari si possa risolvere la cosa.
    Tanta gente che viveva qui in strada é stata costretta a non venire piu’ in città solo perché ha un cane, chi si é beccato un foglio di via perche dormiva sotto il portico. Nel circuito dei punkkabbestia, passatemi il termine si dice che a Bologna non si può più stare. Cazzo se andiamo avanti così, la città rimarra isolata, svuotata da tutte le persone pericolose ed inquinanti (a detta del comune), e da oggi, dopo l’incidente di Simone,(chi conosce sà)ce n’hè una nuova…la tassa sui cani pericolosi, una specie di patentino che devi avere se sei un cosi detto “punkabbestia”. BOH, e chi ci capisce più niente…speriamo almeno che ci rimettano il totem in piazza.

  6. simpit ha detto:

    la guida o i parametri per entrare nei servizi interessante fatemi sapere, analkoliker qual’è il blog della Rupe?!?!

  7. simpit ha detto:

    I servizi che ho trovato a Bologna nel ’94 purtroppo non erano un granchè, si prospettava una ”casa famiglia’ come soluzione al mio problema, quando una famiglia già l’avevo ma chiaramente non poteva convivere con le problematiche di un tossicodipendente. Vabbè mi faceva molta tenerezza quell’assistente carina giovane alle prime armi, con strumenti a disposizione un po’ antiquati forse ma che appartenevano probabilmente a quei tempi, ma certamente molto + avanti di altre città che avevo visitato precedentemente. Mi gira ancora oggi la testa per l’incubo vissuto per l’eterno viavai dormitorio,viadelporto,piazza dei martiri, montagnola dormitorio,viadelporto,dormitorio,viadelporto, ma tutto cambiò improvvisamente con un giornale Piazza Grande e mi fermo qui per non ripetere la storia già postata su Asfalto E’ chiaro che una piccolissima attività lavorativa,due spiccioli guadagnati insieme a un gruppo di persone affiatate un’associazione, hanno rotto il l’assuefazione, che dapprima sembrava perenne, ai servizi sociali . Così è stato per me, così è stato per altri, e non è detto che lo sia per tutti. Ma le domande che mi pongo oggi sono sempre la stesse: Le risposte dei servizi sociali ai bisogni sono inadeguate ? , non esistono sufficienti risorse da destinare ai bisogni dei “rifiuti umani della società” o la rete dei servizi sociali è ingabbiata in direttive politiche destinate al risparmio?

  8. anonimo ha detto:

    Dal basso della prospettiva di un’operatrice di un dormitorio, è questa l’idea, approssimativa, che mi sono fatta dei servizi bolognesi. Il circuito puo’ essere utile a chi ha già parecchie risorse e si trova in una situazione di difficoltà temporanea. In questi casi un posto letto, un buono pasto, un accompagnamento possono arrestare la deriva e fornire un po’ di respiro ad una persona a cui, all’improvviso, è venuto a mancare un ambiente sociale ed affettivo di riferimento. Il tempo di riorganizzarsi, orientarsi, ritrovare gli agganci giusti per rimettersi in moto: e (con reciproca soddisfazione) addio servizi. Altro discorso per le persone con problemi complessi, di ogni tipo – solitudine, abusi, fragilità psicologica -. Il questi casi i servizi non sono assolutamente attrezzati; interventi estemporanei, sovrapposti, mancanti, tanta buona volontà – nei migliori dei casi – ma scarsa professionalità. I servizi diventano il cronicario di situazioni che sembrano irrisolvibili. Il racconto di Pietro – e quello di molti altri operatori pari – fa intendere l’importanza di un contesto non paternalistico, stimolante, in cui recuperare la fiducia in sé e negli altri, e praticare l’autogestione. Non mi sembrano vocaboli usati di frequente nei tremila corsi di formazione a cui ci sottoponiamo. Del resto, il sistema non puo’ lavorare per la propria disgregazione…

    Marina

  9. kaberlaba ha detto:

    Marina mi dà l’assist per dire che è giunto il momento di dare un nome a questa discussione, che ve ne pare di “ACCOGLIENZA IN FRANTUMI”
    Notare prego il multilateralismo dello slogan.

  10. analkoliker ha detto:

    Marina Cara
    che ne pensi di “Accoglienza dissuasiva “?
    Della serie, “signori siamo certo pronti ad accogliervi, siete pur sempre cittadini Italiani portatori degli stessi diritti che hanno gli italiani più fortunati di voi.Ma sappiate che non abbiamo nulla ( Un cazzo ) da offrirvi.”
    Accoglienza dissuasiva un modo elegante per dirci “Andate affffffffffffffffffffanculo”
    Alkoliker

  11. simpit ha detto:

    Esatto Analkoliker nulla da offrirvi, a volte mi chiedo di cosa stiamo parlando, di quali persone più ”fortunate di voi” quando già non hanno nulla da offrire a un lavoratore medio,un’impiegato medio alla Fantozzi, una famiglia media che non riesce ad arrivare a fine mese,pagare l’affitto/mutuo e mandare i bimbi a scuola e avere una sanità discreta.Per quello che secondo me bisogna alzare il tiro, è realtà di oggi Kaberbala non è allarmismo

  12. simpit ha detto:

    Qualcosa da offrire c’è ma è solo una fettina di torta e c’è chi sostiene che viene distribuita male,chi non viene
    razionalizzata in parti uguali,chi dice che non sa di un cazzo,chi se la vuole cuocere da sè e chi la rifiuta e fa il broncio,ma sempre di briciole stiamo parlando.

  13. kaberlaba ha detto:

    C’e ancora tempo, il Festival delle fragilità Metropolitane si terrà tra il 28 marzo e il 4 aprile.
    Noi abbiamo avuto l’incarico dalla Consulta, di organizzare il Convegno sull’accoglienza di persone senza fissa dimora, produrre 50 video/interviste sul tema, organizzare dei focus group in città.
    Purtroppo per il momento vedo che siamo in 4/5 a parlare dell’argomento,ripeto è una grande occasione di crescita per gli operatori pari, per chiarire il loro ruolo, i contenuti che vogliamo rappresentare, nel merito dell’ accoglienza, vi ricordo che abbiamo, convenzioni, facciamo parte del sitema, e abbiamo tutti anche responsabilità di ruolo, oltre che di opinione, non nascondiamoci dietro i luoghi comuni.
    PS. Penso che abbiamo anche una storia e una cultura da rivendicare

  14. massitutor ha detto:

    Esattamente qui a Bologna è stata chiamata “Accoglienza disincentivante” e non lo dico io, ma è stato proprio detto a livello istituzionale. Comunque accoglienza in frantumi è più appropriato per noi, per questa discussione. Anche perchè è proprio una realtà il fatto che esistono dei frammenti di accoglienza, dei frammenti di risorse che vengono date qua e la. Io non credo che sia esattamente vero il fatto che a Bologna non esiste NIENTE, che non viene dato assolutamente niente. Ci sono delle zone del sociale nelle quali si spende di più: bambini ed anziani. Per quanto riguarda noi, la nostra utenza il discorso appunto è in frantumi: sembra quasi che si stia accettando il fatto che il nostro territorio può assorbire un verto numero di “cronici”, gli altri che se ne vadano in un’altra città. In più questo popolo di cronici (dei quali ormai sappiamo nome, vita e miracoli da molti anni) viene mantenuto lì in una specie di STAGNO di prima accoglienza, di bassa solgia: dormitorio, documenti, residenza, pasto, terapia, borsa lavoro. Da qui ad un reale reinserimento nel mondo ci stanno non uno ma 10 gradini, ma si fa fatica a farne fare solamente uno. Manca un rapporto serio fra aziende e servizi sociali; il lavoro delle cooperative sociali rimane lì a gestire le briciole di una marginalità residuale; il mondo accademico è su un altro pianeta; i politici…lasciamo stare. E in mezzo a questo mare la nostra barca va e vaga sempre più lontano. A meno che non si riesca a ritrovare la forza di cercare se c’è ancora qualche risorsa dentro di noi.

  15. simpit ha detto:

    Grazie Max, l’ultimo tuo commento è in sintonia con i miei pensieri, hai fatto un pò di ordine, se non ci fossi bisognerebbe inventarti, se ti smontassero bisognerebbe ricostruirti.Very good Jonny!!.Kaberlaba: nei prossimi giorni stiamo aumentando di una postazione internet al Gomito,(manca solo il monitor) avremo così la possibilità di aumentare i commenti e i post.Bisogna solo pazientare stiamo lavorando per voi…

  16. anonimo ha detto:

    E’ un bell’argomento quello che si sta trattando e le dinamiche che ne sono venute fuori sono molto interessanti.
    Da quello che vedo come operatore del Centro Diurno e del dormitorio Zaccarelli/Emergenza Freddo è che ci sono persone che con i servizi vorrebbero avere un rapporto privilegiato, forse anche a seguito dell’aver subito un menefreghismo reiterato. Poi gli assistenti sociali mi dicono che di queste persone sanno pochissimo oppure che gli hanno già proposto un po’ di cose che sono finite in nulla. Sono d’accordo con Marina (che saluto calorosamente) quando dice che il migliore rapporto che si dovrebbe avere con gli ass (da vedere anche la traduzione in inglese) sociali è quella più breve, poi cercare altre soluzioni per i fatti propri. C’è dunque chi cerca la cronicizzazione per svogliatezza o paura o qualsiasi altra cosa o è il sistema dei servizi che appiattisce le aspettative delle persone?
    Io credo che siano da tenere in considerazione entrambe.
    Ed il lavoro lo vedo come una delle poche vie di fuga, ma il rapporto tra servizi e aziende (come ha detto Massi) manca e ci si ritrova a fare lavoretti poco stimolanti, e magari si continua a fare qualche altro lavoretto illegale per arrotondare.
    Senza uscire dal pantano.

    [Da “Deliri, desideri e distorsioni” di Lester Bangs, decidete voi di cosa parla: “quando sono entrato in quel posto ho visto le prove più tangibili di quello che la società può fare alla gente, e di quanto questa società apparentemente libera può diventare totalitaria quando un qualche amministratore decide arbitrariamente che non sei idoneo a mescolarti con il resto del gregge…Quello che voglio dire è che lì dentro ho visto un gruppo di persone che aveva una paura folle, e che ne aveva ben donde. Ci sono persone che sono come cani che in vita loro hanno ricevuto solo botte, tanto che c’è da stupirsi che gli sia rimasto qualcosa”.

  17. anonimo ha detto:

    Il commento di cui sopra è stato postato da Omar

  18. analkoliker ha detto:

    Per kaberlaba
    è un po che pensavo di fare un video da postare su Tube, può interessarti? Hai un tema ho te lo propongo io?
    In linea di massima pensavo ad una testimonianza sulla mia esperienza di strada e servizi.Io in ogni caso lo faccio poi vedrete voi cosa farme, intendo anche Massimiliano.

  19. kaberlaba ha detto:

    Tu, che racconti
    te e la strada.
    Non solo,
    qualcos’altro,
    paesaggi sonori,
    vita lungo il bordo
    in frantumi
    stanze
    qualcuno dice:
    non hanno saputo fermare la fortuna
    mentono
    la fortuna non passa da quelle parti
    troppa forza nei loro passi

  20. anonimo ha detto:

    Ci tengo a raccontare la mia esperienza attuale dopo essere uscito da una vita di tossicodipendenza. Sto lavorando e sto aspettando un contratto dal datore di lavoro,senza l’autorizzazione del giudice del tribunale di sorveglianza del mio paese non potrei spostarmi da Bologna per Sasso Marconi dove si trova l’azienda, e nemmeno quindi stipulare il contratto di lavoro,
    perchè non ho l’autorizzazione da Bari.Ho fatto un buon percorso
    e come tanti altri sto uscendo da situazioni di vita difficili.Si sà che la burocrazia è lenta e potrei perdere il lavoro, e per non perderlo ci sto andando lo stesso con il rischio che in caso di fermo risulterei infrangere una delle regole della sorveglianza speciale.Tutto questo mi complica la possibilità di avere la residenza ,senza è tutto + difficile.
    Spero che questo mio racconto sia utile sul tema bisogni, accoglienza,permanenza e percorsi.
    Gianni C.(gomito)

  21. anonimo ha detto:

    non posso dire male della assistenza che ho avuto: mi hanno cacciato da casa dopo la morte di mia madre intestataria del appartamento ACIP e non avevo diritto solo perche’ ero ospite in casa mia.A quel punto ho fatto da parte il orgoglio di uomo e ho trovato altri uomini e donne che mi hanno insegnato come chiedere aiuto ed ora ho un posto dove dormire io e la mia ragazza al “Zaccarelli” e in via del porto un pasto. Dulcis in fundo sono 1 mese che ho trovato lavoro grazie a tutti gli operatori che anche senza dir parola mi hanno fatto sentire a casa e in famiglia e ho trovato la forza di reagire e pensare al fituro come un periodo da organizare e pensare al positivo!!!

  22. anonimo ha detto:

    Dormitori, Servizi sociali, ecc.ecc. Non dico che non funzionano ma purtroppo le risorse economiche sono destinate ad altre istituzioni e con il poco che arriva si fà quel che si può. Ma è anche vero che le condizioni (imposte) a noi disagiati, senzacasa, tossici, alcolisti ed ex lavoratori (Poveri di oggi) sono assurde. Mi spiego meglio, arrivi da una situazione di vita diciamo (Agiata) e da un momento all’altro ti trovi senza più niente, nè famiglia, casa, soldi, lavoro e ti rivolgi ai servizi, ok. ti danno x modo di dire un aiuto ma quando credi di aver superato il (Fosso) ti ritrovi nello stesso. Xkè? IO volevo uscirne ma non posso non ho residenza, casa, lavoro e non mi resta che affrontare il resto della vita alla men peggio oppure aspettare la morte con un sorriso . (Andersen)..

  23. massitutor ha detto:

    Ragazzi sto rileggendo tutti questi commenti per un lavoro che devo fare e mi sono reso conto ancora una volta del grande spessore che hanno. Veramente grazie a tutti. Alle toccanti testimonianze di chi ha il coraggio di testimoniare con la propria vita e alla lucidità di operatori come Marina, Omar, Pietro ed altri che hanno avuto non meno lucidità e coraggio nel trasformare in pensiero il loro lavoro. Di cuore. Massimiliano

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