Cresce la povertà nella Diocesi di Milano, un territorio che comprende il capoluogo lombardo, Lecco e Varese oltre alle rispettive province. E’ quanto emerge dal settimo rapporto della Caritas ambrosiana presentato martedì mattina. Ricerca che «non ha la pretesa della completezza» – è stato spiegato – ma che punta su un solido campione: quasi 16 mila persone che si sono rivolte a 61 centri di ascolto nel 2007. Fra le principali preoccupazioni di chi è in difficoltà permangono l’occupazione e l’abitazione e in questo senso si parla proprio di «precari della casa», tanto che il rapporto è stato chiamato «Case senza abitanti e abitanti senza casa». Nella sola Milano – ha spiegato il direttore di Caritas ambrosiana, don Roberto Davanzo – circa 5.000 persone non hanno abitazione e si avvalgono di strutture di accoglienza e 85 mila, secondo una ricerca dell’Università Bicocca, sono da considerare vulnerabili, cioè basta poco per precipitarli in una condizione di bisogno.
Le criticità sono note: le giovani coppie non trovano alloggi a prezzi accessibili e si scontrano con la carenza di case in locazione, le famiglie non riescono a sostenere l’aumento delle rate del mutuo, i separati, soprattutto uomini, hanno difficoltà a trovare una nuova abitazione. E poi gli stipendi inadeguati e instabili. In due parole: la precarietà esistenziale. «Il problema della casa non riguarda solo gli stranieri, è una difficoltà trasversale – ha sottolineato Davanzo – tanto che si è ridotta significativamente la popolazione milanese, si è scesi a 1 milione e 200 mila abitanti da 1,9 milioni 20 anni fa. Siamo ormai una città senza abitanti, perchè la casa è diventato un bene speculativo. C’è un pendolarismo, il capoluogo si riempie di giorno e si svuota di sera». «Il problema abitativo – ha concluso – o viene governato a livello di pubblica amministrazione con la collaborazione del privato e del privato sociale oppure non se ne esce».
I poveri del territorio sono per il 70% donne, hanno in media 40 anni e per i tre quarti sono rappresentati da stranieri. «La forte rappresentanza femminile – spiega Angela Signorelli dell’Osservatorio Caritas Ambrosiana – si spiega col fatto che sempre più spesso sono le donne a farsi carico dei problemi della famiglia: dietro una donna che si rivolge a noi molto spesso c’è un intero nucleo familiare in difficoltà». Il 75% di chi si è rivolto ai centri Caritas lo scorso anno sono stati stranieri: Perù, Romania, Ecuador, Marocco e Ucrania le nazionalità maggiormente rappresentate. Gli stranieri hanno un’età media di 37 anni (contro i 48 degli italiani) e un livello d’istruzione più alto (sono laureati il 7,2% e hanno un diploma il 26,2%), ma spesso i loro titoli di studio non sono riconosciuti nel nostro Paese.
Tra i bisogni che hanno spinto i componenti del campione a rivolgersi alla Caritas il problema dell’occupazione (58,9%) è al primo posto seguito da un redditto non sufficiente (33,3%) e, come già ricordato, dal disagio rispetto all’abitazione (15%). A fronte della difficoltà in cui versano sempre piu famiglie, Caritas e Fondazione San Carlo (che ha contribuito all’indagine) denunciano la presenza a Milano di moltissime case di proprietà tenute vuote. «Sappiamo che non sono i privati a poter rispondere all’emergenza – ha detto Giuseppe Sala della Fondazione San Carlo – ma se molte famiglie cogliessero l’invito del Cardinale Tettamanzi nella sua lettera pastorale a "mettere a disposizione le loro proprietà dandole in locazione a prezzi accessibili", qualcosa potrebbe cambiare».
La Caritas
Il faro dei senza dimora.
la povertà si sa quando e troppa storpia anche perche non sempre si riesce a farne fronte,caritas chiesa e quantaltro iniziano la gara dallo sparo e chi vince lo si sa solo all’arrivo del traguardo ma non basta ci vuole altro e poi ancora altro per risolvere tutto un autentica olimpiade cosi per il lavoro e gli alloggi non basta mai e poi la fiaccola si spegne e le olimpiadi finiscono ci vuole sempre di più e speriamo almeno in lassu’ visto che quaggiu le cose non bastano per tutti perchè non ce ne sono per tutti e allora se siamo in troppi perche non ci fermiamo con questa emigrazione e incominciamo a prendere cio’ che era destinato a noi,e per noi perche tutti devono venire a bere l’acqua del mio pozzo e dopo cosa mi rimane da bere del fango” O DELLA CACCA O PORCA VACCA SE I NOSTRI AVI C’IAVEVAN LASCIATO L’EREDITà E IL MALLOPPO PERCHE NON POSSO SPARTIRLO CON UN MIO COMPAR ITALIANO? PERCHè DEVO DARLI AD ALTRI IN QUESTO CODESTO REAME PERCHEè DAI DIAMANTI NON NASCE NIENTE E DAL LETAME NASCONO I FIORI? MONTRESORI CARLO SUI SENTIERI DEL CAPIRE ATTUARE E RICOSTRUIRE
E’ UN TRUCCO DI FIX
Ciao, vorrei rammentarti che il 4 e 5 Ottobre, è possibile, acquistare l’orchidea UNICEF o comunque versare una donazione per fornire alimenti, vaccinazioni, vitamina A, zanzariere e altri strumenti essenziali per la sopravvivenza dei bambini.
Auguri di serenità.
cazzo! se non ce lo dicevano non ce ne saremmo accorti