L’altro giorno è tornato un amico. E’ tornato Andersen. Da alcuni mesi ha deciso di intraprendere un percorso di comunità e ci siamo salutati pieni di speranze e qualche timore, come è giusto che sia. Ci aveva lasciato qualche commento qui sul blog tempo fa, una grande sorpresa, poi più niente: nessuna lettera. Ma si sa che questo è normale: l’assenza, in un percorso di comunità, è il primo boccone da ingoiare. Poi qualche settimana fa è arrivata una telefonata, finalmente. Fino a che ce lo siamo visti arrivare nel vialetto che porta all’ingresso del laboratorio, pochi giorni fa, ed è stato veramente bellissimo ed emozionante. Stava bene, era bello pulito e profumato. Con gli occhi aperti e lucidi che, adesso sì, rispecchiano il flusso dei suoi pensieri.
Finalmente abbiamo risentito la sua parlata partenopea. Raccontandoci delle cose che sta facendo, del ritrovato senso di dignità e libertà che andava cercando; del lavoro, che finalmente ha ripreso a svolgere. Insomma: ogni tanto una storia che sta andando bene fa piacere raccontarla. Nei suoi post ci raccontava spesso di storie di riscatto e di ricerca della dignità perduta. Speriamo proprio che sia sulla strada giusta.
Purtroppo la mia memoria fa schifo gli avatar di splinder mi ingannano ma se ricordo bene siamo andati insieme in un cinema a un convegno tempo fa.Spero di non sbagliarmi.Cmq lo stesso ben tornato.E saluti carissimi
Bravo Pietro! Eravamo insieme a Naufragi!
ho letto il ritorno di andersen e mi vedo un pò nei miei panni.la realtà è quando si ritorna nella società,al primo momento sembra facile ma poi ci si ritrova ancora a lottare,e qui che si deve ricorrere alle persone che il quel momento ti devono stare molto vicine.grazie.