Ho letto un articolo sulle separazioni coniugali, grave problema sociale dei nostri tempi, e mi ha colpito soprattutto la situazione che vivono tanti padri, chiedendomi appunto se il loro disagio non sia un’ altra via verso la povertà, nel senso che ormai la povertà non raccoglie le sole persone indigenti ma anche persone che hanno sempre lavorato e che una volta separatosi dalla moglie vive un disagio che magari per lui era prima inimmaginabile. Ovvero di solito è il più penalizzato tra i due coniugi sia a livello economico che dal punto di vista familiare. In questo senso la provincia di Bolzano ha approvato un progetto che prevede la costruzione di case-albergo per padri separati dove si permette loro di vedere i propri figli in un ambiente tranquillo sia per lui che per i figli, nel senso che tante volte dopo la separazione, i padri si trovano a vivere in appartamenti fatiscenti, in macchina o addirittura in strada. Cosi facendo invece almeno dal punto di vista familiare il disagio è minimo. Ma dal punto di vista economico? A volte è un disastro. Purtroppo a volte si vengono a creare anche situazioni limite dove la fatica a tornare ad una vita normale ti porta anche ai margini, ad aver problemi di alcool o altre dipendenze per sfuggire da quelli reali. Questo aspetto, anche se in modo minore tocca anche le donne, senza dimenticare i figli, che sono i più colpiti da una separazione che è comunque un dramma per tutti e arriva a coinvolgere anche gli altri componenti della famiglia, zii, nonni, ed in generale la base compatta delle due famiglie. Si vengono a creare crepe e divergenze che in origine non esistono, a volte usando i figli come merce di scambio del proprio egoismo. E’ un problema serio dove le responsabilità, gli spazi con i figli e gli aiuti economici che la legge prescrive in questi casi, venga diviso equamente, e dove il genitore più disagiato venga aiutato e non lasciato a se stesso in una situazione difficile da gestire, perché sono situazioni non volute ma che accadono, perché ciò che fa più male è la rottura di affetti che non sono purtroppo sostituibili, ma possono essere aiutati in modo da non intaccare la sensibilità e la dignità di una persona.
Purtroppo è il fenomeno dei giorni d’oggi come vive una famiglia in uno stato di crisi e oltre,sicuramente i beni economici devono essere totali perchè i figli costano e per amore non si vorrebbe fargli mancare niente,ma le crisi e i probblemi di soldi spesso portano a litigi famigliari che vanno oltre le cose normali e quando i litigi aumentano di intensità diventono pericolosi e onde non farsi male ci si separa andando incontro ha qualunque situazione,la gravita il disagio la mancanza di una seconda casa,può portare ai probblemi del tuo articolo scritto da premiare l’iniziativa della provincia di Bolzano,io sono figlio di due genitori separati e quando mia madre si separò non aveva neanche una casa,arrivò a Bologna da Desenzano sul garda con pochissime cose e un figlio ha carico e da li ricominciò erano gli anni 70,fino a morire suicida nel 1994 per un ingestione di barbiturici a soli 45 anni due anni dopo mori di overdose mio fratello flavio ei da un anno e mezzo sono finito in un dormitorio,questa storia può darti un esempio essendo una storia vera MONTRESORI CARLO
Porca miseria Carlo. Che mattonata! Grazie per averci raccontato, in poche parole, l’intero arco di una vita e la fotografia nitida e limpida di un punto di rottura. Se solo da qui passasse qualche assistente sociale, quante cose avrebbe da imparare. E capire.
Purtroppo è il fenomeno dei giorni d’oggi come vive una famiglia in uno stato di crisi e oltre,sicuramente i beni economici devono essere totali perchè i figli costano e per amore non si vorrebbe fargli mancare niente,ma le crisi e i probblemi di soldi spesso portano a litigi famigliari che vanno oltre le cose normali e quando i litigi aumentano di intensità diventono pericolosi e onde non farsi male ci si separa andando incontro ha qualunque situazione,la gravita il disagio la mancanza di una seconda casa,può portare ai probblemi del tuo articolo scritto da premiare l’iniziativa della provincia di Bolzano,io sono figlio di due genitori separati e quando mia madre si separò non aveva neanche una casa,arrivò a Bologna da Desenzano sul garda con pochissime cose e un figlio ha carico e da li ricominciò erano gli anni 70,fino a morire suicida nel 1994 per un ingestione di barbiturici a soli 45 anni due anni dopo mori di overdose mio fratello flavio ei da un anno e mezzo sono finito in un dormitorio,questa storia può darti un esempio essendo una storia vera MONTRESORI CARLO
Porca miseria Carlo. Che mattonata! Grazie per averci raccontato, in poche parole, l’intero arco di una vita e la fotografia nitida e limpida di un punto di rottura. Se solo da qui passasse qualche assistente sociale, quante cose avrebbe da imparare. E capire.
é il mio primo punto mettere a dispozizione la mia esperienza se poi un Assistente sociale mi aiuta oppure no non fa niente,e la stessa cosa,amo arrangiarmi,se poi ho bussato al sociale vuol dire che ero all’estremo delle forze,son solo al mondo io il mio aiuto lo ricevuto, ho ottenuto un posto al caldo per dormire aqua calda da lavarmi un pasto serale,delle persone con i miei stessi probblemi o altro,insomma la famiglia che cercavo la possibilita’ di ripararmi in un centro diurno dove scrivo anche poesie,che cosa voglio di più nella vita bisogna essere ottimisti,anche perchè prima non sapevo neanche che esistessero certe cose,ciao MASSIMO. MONTRESORI CARLO,dimenticavo il mio cane anche lui a trovato la sua gabbietta la sua cuccia e tante persone da far le feste ,anche il mio cane è felice,e inoltre ha anche un pasto sicuro quando le cose ci vanno male,grazie al contributo degli animalisti,anche LAIKA é OTTIMISTA cosa vogliamo di più nella vita bisogna essere ottimisti.