Aggrappati alla vita solo grazie a internet

In un servizio di prima pagina, il Wall Street Journal ha ieri seguito le sorti di alcuni di questi “senzatetto on line”, tutti raggruppati nella città di San Francisco, e ha raccontato le vicende di Charles Pitts, un poeta che vive sotto i ponti, Robert Livingston, un’ex guardia di sicurezza che ha un letto in un ostello per senzatetto, Skip Schreiber un elettricista disoccupato che si è ridotto a vivere nel suo furgone, e Michael Ross, un ex soldato che si accampa sotto una tenda: tutti questi uomini non si separano mai dal loro laptop, trascinandoselo in giro dentro vecchie borse, per evitare di perderlo o farselo rubare. Passano ore e ore a cercare dove attaccarli a una presa elettrica per ricaricarne la batteria, e dove ricevere il segnale wi-fi gratuito per andare on line. Alcuni, come Pitts, hanno aperto pagine su Facebook e MySpace, e partecipano vivacemente alle chat room sulle condizioni dei senzatetto. Per loro, le stazioni ferroviarie possono essere un rifugio temporaneo per ricaricare le batterie, mentre le biblioteche pubbliche o alcuni bar regalano il collegamento internet.
Il fenomeno sta allargandosi ma non è nuovissimo
: già nel 2002 fece notizia la storia di un senzatetto, Kevin Barbieux, che aprì un blog dal nome “the homeless guy” (Il tipo senza casa). Barbieux vive a Nashville, in Tennessee, e da 25 anni non ha una residenza fissa. Nel suo blog ha raccontato di essere un ex soldato della Marina, di essere stato sposato e di aver avuto due figli, ma di soffrire di una forma di depressione che lo rende clinicamente ansioso e incapace di restare impiegato a lungo. Barbieux è stato l’indiscusso pioniere degli homeless on linee, ma oggi perfino i ricoveri pubblici offrono ai loro ospiti la possibilità di usare il computer. Praticamente ogni richiesta di lavoro o di aiuto deve essere riempita in internet, e chi non può avere accesso a un terminale è drasticamente sfavorito rispetto a chi può navigare on linee. Per questo a New York cinque dei nove ostelli per senzatetto garantiscono la possibilità di usare un computer. Per quanto terribile sia la sorte di chi si ritrova a elemosinare un letto in questi rifugi, gli ultimi mesi hanno visto moltiplicarsi situazioni anche più drammatiche, come le tendopoli di senzatetto sorte come funghi in California. Le condizioni di queste cittadelle sono anti-igieniche e pericolose. E spesso i sindaci sono obbligati a ripulirle con l’aiuto della polizia. Niente computer qui, solo povertà e disperazione. Anche fra i senzatetto, dunque, c’è una classe più fortunata e privilegiata e una classe di veri diseredati.
Quanto sembrava peregrina l’idea di un senza dimora alla tastiera di un computer, eh Massimilano?
Per non pensare ai commenti di chi riteneva inutile internet per chi sta in strada….
Hai da aggiungere qualcosa Stefano bici?
No cara, mi limito a contemplare i tuoi brevi e rarissimi interventi. Dammi un paio di giorni e commenterò, ne vale la pena.
Spesso accade che Post come questi passino inosservati ed è un peccatto.
Max mi chiedevo sepotevo fareun copia incolla di questo Post, ovviamente citando la fonte. Mi era sfuggito anche se la notizia l’avevo già letta da qualche parte.
Grazie da subito Stefano.
YES YOU CAN… certo che puoi.
Non ho dimenticato: sto elaborando (in testa) un testo per presentare il tuo lavoro, il tuo libro.
LA VITA VA AVANTI IN RICHEZZA E IN POVERTA’ BEATI I POVERI,perchè è della loro povertà che vivranno,su quel che han raccolto e risparmiato,col compiuter saranno i migliori figli di Dio,si faranno valere su internet,veranno onorati in paradiso. MONTRESORI CARLO
I was pirating wifi from had ceased transmission.