Ripropongo un post che ho scritto il mese scorso, perché l’uomo di cui parlo in quelle righe è morto qualche giorno fa. In uno dei suoi tanti e quotidiani tragitti dal marciapiede all’ospedale (e ritorno). Si chiamava Alfonso ed era un uomo che era veramente oltre i margini: fuori da ogni percorso, fuori da ogni struttura; oltre ogni condizione igenico sanitaria immaginabile. Ultimo fra gli ultimi nel confronto poteva far sentire dei medio borghesi gli utenti medi del Centro diurno. Un barbone da marciapiede d’una volta insomma.
Gradiva farsi dare del Lei il signor Alfonso. Dunque buon viaggio signor Basso.
Oggi ho parlato con un uomo sdraiato sul marciapiede. Si chiama Alfonso, un siciliano diventato nero. Nel senso proprio di negro: è nero di botte, sporco, sole. Gli occhi sono chiari ma la pelle è scura come tutte le cose che sono alla fine, che stanno morendo. Ho sfiorato le sue mani e sono di legno. Il legno dei bancali.
Ha detto che potevo anche dargli del tu. Stabilita una confidenza su questo fatto ho chiamato l’ambulanza che l’ha portato via, come ogni giorno. Sporco ovunque di briciole, vino e piscio.
Poi, con il tesserino da operatore, guanti e sacchetto di plastica ho pulito il portico dai resti di pollo arrosto che aveva mangiato l’uomo del marciapiede. Strappando i resti dagli interessi di un maledetto piccione.
Sono riuscito a mantenere la promessa di un caffé prima che andasse via con gli uomini dell’ambulanza, quando ormai era riuscito ad alzarsi in piedi. Stavamo tutti e tre lì ad aspettare che Alfonso finisse il suo caffé, come se non avessimo nient’altro da fare per tutto il giorno. E’ la cortesia che gli uomini dimostrano quando pensano che quello potrebbe essere l’ultimo giorno di vita, il suo ultimo caffé.
Solo qualche ora dopo, parlando con un ragazzo, avrei pensato agli uomini che hanno i giorni contati, a quelli che ne hanno pochi.
è una persona che è morta prima e dopo ultimamente non aveva neanche la salute è se lasciato troppo andare questo spiega molti dei suoi perchè,non era un uomo cattivo ciao ALFONSO,per quel poco che ti ho conosciuto.MONTRESORI CARLO
non pubblichi più le poesie di CARLO MONTRES,ormai ci eravamo abituati cos’è sucesso eppure io lo conosco come persona estremamente produttiva.BARABBA
la poesia di Carlo sta per arrivare, ci stiamo lavorando. Purtroppo oggi ci sono problemi di funzionamento con Splinder.
massitutor
voglio solo fare una precisazione.
Alfonzo, magari per indirizzare la sua anima, non era Siciliano, ma Pugliese di San Severo.
era felice di dire che era un ex guardia forestale.
pace all’anima sua, Requiem æterna.
Grazie per la precisazione. Mi scuso ma ero proprio convinto.
Saluto Alfonso, un ragazzo dolce e di compagnia dietro una maschera di cera
max è bellissimo questo post.
i ricorda molto il tono che usa izzo nel sole dei morenti.
Accidenti Nico grazie! Hai detto niente! Essere paragonato a Izzo mi fa volare alto (o basso a seconda di come si intendano le cose). Quello è un libro che fa parte della mia formazione, anche umana.