
da blog sicilia …“È definita Working Poors (liberalmente tradotto: poveri non disoccupati) la fascia sociale costituita dalle persone che pur disponendo di un lavoro (male) retribuito vivono in ristrettezze economiche. Si usa questo termine per distinguere questo gruppo di persone da quelle disoccupate o invalide che sono “povere” a causa della loro situazione, restando magari anche economicamente avvantaggiate grazie al sostegno sociale che ricevono.”
La situazione italiana è preoccupante.
“Bella scoperta”, direte voi, e come potervi dar torto?
Me ne sono accorto seguendo la puntata di TV7, il settimanale di approfondimento a cura della Redazione del TG1 dedicato a questa nuova “fascia sociale” che sta prendendo sempre più “piede” nella nostra società.
Chi sono i “Working Poors”?
Sono principalmente i giovani che lavorano ma sono malpagati: di consegeunza vivono in una situazione di “povertà” anche se sono regolarmente retribuiti.
La puntata di TV7, a dirla tutta, parlava più in generale della situazione italiana in termine di “povertà”, attraverso le testimonianze di tante persone che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, anzi, a dirla tutta, non arrivano neanche alla seconda settimana del mese, come attestano le tante persone che lavorano ai mercati e vedono che, alla seconda settimana del mese, il numero di persone che arrivano per far la spesa comincia a “scarseggiare”. E così ci sono tante persone che non sanno cosa fare, e qualcuno chiede l’elemosina, perché prende una pensione estremamente minima, che non basta nemmeno per campare.
Negli ultimi anni, qualcosa sembra cominciare a muoversi nell’intento comune e nella sensibilità di chi comincia a capire che questo è un problema di rilevanza sociale non indifferente: nasce così l’ “Emporio Caritas“: qui non si compra con la carta di credito ma con una speciale “card” rilasciata proprio dalla Caritas, contenente 200 punti. Se ne possono spendere 50 a settimana per comprare qualcosa da mangiare.
Le testimonianze di chi vi lavora sono tristi: persone che fin dalle 4 del mattino si affollano dietro i cancelli nell’attesa di poter dare da mangiare ai proprio figli. E non immaginate che a recarsi in questo posto siano soltanto gli homeless, i senza tetto che vediamo per le strade. Sono persone comuni, come tutte le altre, che non hanno soldi per campare, ed è questa la cosa preoccupante: donne divorziate con figli da sfamare, persone vedove o licenziate, proprio come la storia presentata durante la puntata del camionista quarantottenne licenziato, che non riesce più ad andare avanti, con un figlio disabile. La cosa paradossale è che non gli spetta nemmeno la Social Card!
La cosa che più mi ha impressionato è vedere che quelle storie erano storie di gente comune, come noi, che non hanno soldi per andare avanti e non riescono ad arrivare neanche al 15 del mese. Se non è una emergenza sociale, credo vi si avvicini molto: sono persone normali che, semplicemente, non hanno il becco d’un quattrino. Ed è questo che più deve preoccupare: la normalità di quelle storie e la nascita di una nuova fascia sociale. I “Lavoratori Poveri”.
l’Italia è una Repubblica basata sul lavoro pagato male.
LaStancaSylvie
La povertà è una cosa che fa parte della vita come la richezza ho altro,o se propio bisogna discuterne a fondo,allora capiamo in che socetà viviamo,regnano i soldi,certo la povertà non a soldi,ed è più condannabile,a volte vedo molta gente rincorrere i cassonetti per motivi di sopravvivenza,anche i pensionati sono poveri,poveri e soli,come sono soli i barboni o come sono soli i cechi che non vedono,ma per fortuna qualcuno vede e quel qualcuno e lassù che ci osserva,oltre i poveri c’è la povertà che abbiamo creato noi stessi con la crisi e la disucupazzione,per ora i poveri sono ancora pochi ma se si va avanti cosi la situazzione peggiorerà e i poveri saranno molto di più e forse ci sarai anche tu che li stai criticando in questo momento,poi i poveri aumenteranno perchè non ci sarà più possibilità di aiutarli,ma loro continueranno arrivare sulle navi dell’inganno,e crederanno in una grande richezza promessa,ma non ci sarà più acqua in questo pozzo e no basterà neanche per noi,e non ci saranno più navi per il loro ritorno e rimaranno in questa trappola,come noi ci sentiremo in trappola,e sarà autodistruzzione,che delusione,che delusione. MONTRESORI CARLO