Parliamo di dormitori, centri diurni, laboratori, mense pubbliche. Luoghi dentro e attorno ai quali scorre un'intera giornata e spesso una parte della vita. Spesso si sente dire che questi sono luoghi di passaggio, o che dovrebbero essere così considerati da chi li utilizza. Come se questo fosse sufficiente per rientrare in uno standard di vita diverso o servisse per essere più indulgenti verso le condizioni nelle quali si presentano queste strutture. Rimane il fatto che una parte della vita di una persona può trascorrere in queste strutture pubbliche,che portano con se una complessità fatta di regole, convivenza, relazioni, percorsi, tentativi.
Essere utenti di un dormitorio o di una mensa non è la stessa cosa che essere utente di un benzinaio: gli abitanti delle strutture di accoglienza sono quanto meno la metà di questa storia che coinvolge amministratori, tecnici, esecutori e operatori del settore. Vogliamo, con questi documenti e queste testimonianze, smettere di lamentarci e cominciare a progettare insieme un modo diverso di vivere, lavorare e condividere.
Matteo, ospite del dormitorio di via del Gomito, dell'età di 30 anni ha collezionato numerose esperienze di lavoro, a partire dai 14 anni, in campi anche molto diversi tra loro: stage con la scuola presso aziende di impiantistica, periodi di lavoro o borsa-lavoro in una fabbrica di ghiaccio, come muratore, saldatore, elettricista, lavapiatti, lavori stagionali nell'agricoltura e come bagnino. Tra queste esperienze, che dimostrano come la mancanza di volontà non sia un suo problema, va incluso un periodo di quattro anni in comunità terapeutica nel tentativo di risolvere il suo problema con la tossicodipendenza, che si trascina da quando aveva 19 anni. Attualmente è in carico al Sert, assume regolarmente il metadone ed è impegnato in un progetto di borsa-lavoro terapeutica presso il laboratorio informatico del Centro Diurno. Queste sono le sue parole:
"Posso dire una mia opinione dei fatti nella mia esperienza specialmente nella strada: è molto difficile al giorno d'oggi avere un lavoro quando non si ha un attestato di qualcosa in mano da presentare ad un'azienda, oggi viviamo in un'era tecnologica, che si basa soprattutto sulla comunicazione e i social network, con internet nella sua piena forza.. per questo servirebbero corsi di formazione perlomeno che si possano pagare con il reddito. Dato che tutti hanno il diritto ad una istruzione complementare lavorativa ed umana.. Occorrerebbero dunque più corsi gratuiti o che si pagano a seconda del reddito..
forza Matteo! stai sul pezzo
I ragazzi sono stati molto bravi a scrivere le loro storie. Ma soprattutto sono stati coraggiosi ad esporsi in pubblico, con la loro faccia e con le loro parole.Vederli leggere questi testi sul palco della Scuderia è stato veramente emozionante. Speriamo che possa esserci un seguito: perché quando si coinvolgono le persone è bene dare un seguito a questo percorso.
Caro Matteo secondo me non hai molta voglia di lavorare xkè ogni volta che inizi un percorso di B.L. vai a lavorare la prima settimana e poi tyrovi tutte le scuse del mondo per non continuare. Continui a vittimizzarti….. Forza Dai dai daaaaaaaaaaiiiiiiiii
bravo Matteo vuol dire che ci stai dentro e questo è molto importante finalmente hai ripreso la tua dimensione non scordarlo mai buona.
Ti vedo molto consapevole e determinato, ti osservo al lavoro e sei concentratissimo, penso che tu abbia molte prospettive, andresti valorizzato e segnalato come ottimo collaboratore informatico, ti auguro buona fortuna.ciaooo